Anna Göldi, storia dell'ultima donna giustiziata per stregoneria in Europa

Una donna accusata di stregoneria, tra diritti negati, bugie e una morte ingiusta ma che non è mai stata dimenticata. La storia di Anna Göldi, l'ultima donna giustiziata per stregoneria

Tra il XV e il XVIII secolo, in Europa e nelle colone americane, prende il via una delle pagine della storia più lunghe e terribili a danno delle donne, i “processi alle streghe“, persecuzioni e repressioni per lo più violente, che avevano come obiettivo donne accusate di stregoneria. Accuse infondate, basate sulla paura, sui pregiudizi e sull’ignoranza, che sfociavano in torture e condanne a morte per le donne che venivano accusate e imprigionate. L’ultima donna a essere giustiziata in Europa, è stata riabilitata nel 2008, e si chiama Anna Göldi, una donna accusata di stregoneria, che pagò con la sua vita e che, moltissimi anni dopo, è diventata un simbolo di questa insensata lotta alle donne.

Chi era Anna Göldi: la vita

Una storia travagliata quasi da subito. Anna Göldi, infatti, nacque a Sennwald nel 1734, in Svizzera, da una famiglia di umili origini. Il padre era sacrestano e arrotino e per potersi guadagnare da vivere, la giovane Anna iniziò a 15 anni a lavorare come domestica.

Nel 1765, la donna ebbe il suo primo figlio, una gravidanza tenuta nascosta nel periodo in cui Anna prestava servizio per la canonica e il cui bambino, nato in segreto da un rapporto avuto con un soldato mercenario, durante la sua prima notte di vita morì per soffocamento. Il padre partì per arruolarsi nell’esercito prima ancora che il bambino venisse al mondo, mentre Anna venne accusata di infanticidio e condannata a pagare con 6 anni di arresti domiciliari, pena che però non scontò mai.

Anna, infatti, avrebbe dovuto vivere per sei nella casa della sorella, ma per evitare di essere costretta a questa pena, decise di fuggire a Glarona, sita a circa un giorno di cammino, un luogo in cui vigeva un’altra giurisdizione e in cui non avrebbe avuto problemi.

Il servizio presso la famiglia Tschudi e l’accusa di stregoneria

Qui Anna trovò lavoro, come domestica presso la ricca famiglia Zwicky e, durante questo periodo, ebbe una relazione con il figlio del padrone, Melchior Zwicky, un giovane medico di undici anni più giovane di lei. Una relazione che portò alla nascita di un figlio. A causa della differenza sociale tra i due, Anna e Melchior non si poterono mai sposare, nonostante le intenzioni favorevoli di entrambi. Della fine che fece il bambino non se ne sa nulla.

All’età di 46 anni, nel 1780, Anna Göldi, prese servizio della famiglia Tschudi, sotto gli ordini di Johann Jakob Tschudi, medico e giudice che apparteneva all’élite glaronese.

Una mattina, durante la consueta colazione, una delle figlie dei Tschudi trovò degli spilli all’interno del suo latte e Anna venne immediatamente accusata di essere stata lei a mettere questi spilli nella tazza, poiché era lei ad aver preparato il latte per la bambina. Per questa ragione Anna Göldi perse il suo posto e le venne consigliato, dall’alta società glaronese, di lasciare la città.

Diciotto giorni dopo l’accaduto, anche la seconda figlia di Tschudi ebbe dei problemi e cominciò a vomitare spilli e altri pezzi di metallo. Nonostante Anna Göldin non fosse più presente in casa e non prestasse più servizio da oltre due settimane, la donna venne nuovamente accusata, e in particolare venne messa sotto giudizio per aver stregato la figlia.

Delle accuse infondate e ingiuste, che Anna respinse a lungo, ma dopo l’arresto e le ripetute torture a cui venne sottoposta, fu lei stessa a confessarsi colpevole di aver stregato la bambina con l’aiuto del diavolo, cosa che le procurò una condanna a morte con l’accusa di essere una strega che si concluse con la sua uccisione per decapitazione il 13 giugno del 1782.

La sentenza ingiusta a carico di Anna Göldi

Una sentenza che fu un vero e proprio scandalo giudiziario, pieno di irregolarità e con scarsissime prove, e che venne portata avanti unicamente per la potenza dell’uomo e della famiglia da cui provenivano le accuse. In quel periodo, infatti, era già in corso l’illuminismo anche nelle regioni di campagna d’Europa. E in particolare i ceti benestanti e più istruiti, avevano abbandonato le superstizioni legate alla stregoneria dei secoli prima.

Il motivo alla base di tale accanimento, con grande probabilità, fu una relazione tra la stessa Anna Göldi e Johann Jakob Tschudi, relazione che non avrebbe mai dovuto essere scoperta per evitare un danno enorme di immagine e professionale dell’uomo, tanto che dopo il processo lo stesso richiese una conferma in via ufficiale, di non avere mai avuto rapporti carnali con la donna. Oltre al fatto che Anna non pianse quanto ci si aspettata durante le torture, cosa che venne accomunata a un chiaro segnale di stregoneria.

L’ultima delle circa 60.000 vittime della caccia alle streghe in Europa, una pagina orrenda della storia che iniziò alla del ‘400, intensificatosi nei due secoli successivi con l’avvento dell’Inquisizione e che con Anna ebbe la sua (forse) ultima vittima.

Una donna che, nell’agosto del 2008, è stata ufficialmente riabilitata dall’amministrazione cantonale di Glarona e a cui ogni giugno vengono dedicati eventi che ne ricordano la storia.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!