Climaturgente e Treintrots: le nuove parole per capire la crisi climatica

I grandi eventi e le crisi cambiano profondamente la storia dell'umanità, e con essa si modifica il linguaggio. La crisi climatica e ambientale è ormai così urgente che ha fatto nascere neologismi necessari per comprendere l'emergenza.

L’emergenza climatica e ambientale non è un problema del futuro, ma è presente, oggi più che mai. La crisi climatica presenta una nuova urgenza, le azioni globali di sostenibilità non sono più rimandabili, né possono più essere graduali nel tempo, ma immediate. La crisi ambientale sta cambiando radicalmente il nostro modo di pensare, così come il nostro linguaggio. Sono sempre più diffuse, in ambito specialistico, politico e del linguaggio comune, parole come climaturgente e treintrots.

Tanto che l’Università Parthenope di Napoli e la Paris Nanterre hanno dato vita al progetto Néofix. Raccogliendo ed esaminando tutti i neologismi legati alla crisi e al cambiamento climatico, vuole dimostrare come le nuove parole che entrano nel linguaggio del nuovo millennio possono diventare uno strumento per aiutare a comprendere la realtà. E anche a provare a cambiarla.

Climaturgente: la nuova urgenza della crisi climatica

Negli ultimi anni sono nati diversi neologismi che fanno riferimento alla crisi climatica. Questi termini sono stati già inseriti in diversi dizionari, e continuano a diffondersi nel linguaggio dell’emergenza. Uno dei principali neologismi della crisi climatica è l’aggettivo climaturgente, che nasce dall’unione delle parole “clima” e “urgente”, e sta a rappresentare l’immediatezza e l’urgenza della crisi climatica che è presente, non futura.

Parlare di climaturgenza significa riconoscere che non si tratta più di un pericolo futuro, ma di una realtà presente che colpisce con sempre maggiore intensità le nostre vite, i nostri territori e gli ecosistemi globali. Eventi estremi come ondate di calore, siccità prolungate, incendi, alluvioni e l’innalzamento del livello dei mari non sono più eccezioni, ma sono diventati normalità.

Per salvare la Terra, rendendola più sostenibile per le vite che la occupano il tempo si sta esaurendo. Ci troviamo oggi in una nuova urgenza della crisi climatica, è necessario un cambiamento profondo, immediato e coordinato a livello globale, che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini. Il clima continua a modificarsi, l’emergenza si evolve, e così deve fare la società e la politica, attraverso qualsiasi strumento a disposizione, anche il linguaggio stesso.

Treintrots: il disagio generazionale di fronte al cambiamento climatico

A pagare il prezzo più alto e ad agire con più consapevolezza dell’urgenza della crisi climatica sono le generazioni più giovani. Nate e cresciute in un contesto di cambiamento climatico già fortemente attivo, sono le generazioni che stanno vivendo maggiormente il disagio di fronte a questa crisi, e alla quasi assenza di azioni globali e politiche a riguardo. Anche per manifestare il disagio generazionale il linguaggio si è evoluto, creando termini come flygukam e treintrots in particolare.

Dal momento che gli aerei sono tra i principali responsabili di emissioni di CO2, tra le nuove generazioni che lottano per rallentare il cambiamento climatico, si è diffusa l’abitudine di preferire altri mezzi di trasporto meno inquinanti, rispetto a volare in aereo. Il neologismo svedese flygukam significa “vergogna di volare” e viene contrapposto alla parola olandese treintrots che rappresenta invece l'”orgoglio del treno“.

Non è solo un’espressione, ma anche una strategia comunicativa che valorizza comportamenti virtuosi, contribuendo a costruire una cultura ambientale più condivisa e motivante. Rappresenta appunto l’orgoglio, una sorta di vanto, nello scegliere di viaggiare in maniera più sostenibile rispetto a chi usa l’aereo, partecipando così all’emissione di CO2, che deve provare vergogna. Questi neologismi fanno parte di una serie di parole nate proprio per dar voce al disagio e all’urgenza della crisi climatica.

Il nuovo linguaggio del clima: climaturgente e treintrots nel dibattito pubblico

Nel contesto dell’attuale crisi ambientale, sta emergendo quindi un nuovo linguaggio del clima, fatto di parole che condensano concetti complessi in termini immediati e carichi di significato sociale ed emotivo, ma anche politico. Termini come marisfication, policrisi, che indica la situazione di crisi che tocca tutti gli ambiti più importanti della vita, aridificazione e rifugiato climatico sono solo alcuni dei tanti neologismi creati appositamente per definire la crisi climatica.

Non solamente dal punto di vista della narrazione quotidiana, ma anche e soprattutto per il dibattito politico e storico. Questi neologismi indicano che la questione climatica sta modificando la nostra esistenza, incluso il nostro vocabolario, e che le parole non servono solo a descrivere il mondo, ma anche a cambiarlo. Attraverso un linguaggio nuovo, il dibattito pubblico e politico si arricchisce, diventa sempre più impossibile ignorare l’urgenza dell’emergenza.

Oltre l’emergenza: come climaturgente e treintrots definiscono il nostro futuro

Che ormai non abbiamo più tempo per salvare il nostro pianeta è chiaro, gli impegni presi a lungo termine e le poche azioni attuali dei governi e delle potenze mondiali non bastano come reazione a ciò che sta accadendo. C’è bisogno di porre l’attenzione sull’urgenza e l’immediatezza delle crisi, climatica, ambientale e sociale. Il linguaggio e le parole possono diventare strumenti molto forti e importanti, politicamente e socialmente.

In questo clima di necessità di azioni per garantire un futuro meno catastrofico alla Terra e ai suoi abitanti sono nati e continuano a nascere termini nuovi, che si adattano alle esigenze del presente. L’emergenza è diventata, purtroppo, la nostra normalità, e la lingua si è dovuta evolvere. Le vecchie parole che definiscono il momento, come crisi e catastrofe, non servono più a rappresentare il presente e il futuro. Per questo, abbiamo bisogno di nuove parole per leggere ciò che accade e per costruire ciò che verrà.

Neologismi come climaturgente e treintrots, ma anche eco-ansia, downburst, greenwashing e climatariano per citarne solo alcuni, sono stati inventati per dare voce e significato a ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi da ormai decenni. E che continuerà a succedere, modificandosi ancora. Il clima è cambiato radicalmente e continua a cambiare, così come la crisi diventa sempre più urgente e attuale.

Così le persone che stanno facendo qualcosa, pratiche utili e necessarie per rendere più sostenibile la vita sulla Terra in questa condizione di estrema crisi, hanno bisogno di nuovi termini per essere rappresentati. Si tratta di una scelta non solo sociale, ma anche politica, e per questo i neologismi sono un metodo per far sentire la propria esistenza. Allo stesso modo, chi agisce alimentando ancora di più la crisi climatica e ambientale, ha bisogno di termini con cui definirlo.

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