Arriva un po’ prima e resta un po’ dopo. A volte assume alcune sfumature che cambiano da luogo a luogo – in base al micro-ecosistema. È il petricore, una sensazione che mette in relazione un odore e un’attesa.

È la percezione di qualcosa che sta per accadere, per qualcuno accompagnato da un senso di nostalgia, per altri rappresenta come una pausa. I gatti adorano questa percezione mentre riscoprono il loro lato meno domestico: i loro sensi si risvegliano tra profumi e suoni. Ma di cosa si tratta?

Che cos’è il petricore?

Il petricore è sostanzialmente il nome che si dà all’odore della pioggia. È il risultato di una reazione chimica e, come accennato, si avverte talvolta anche prima che la pioggia inizi a cadere. Quando invece un temporale finisce, questo profumo si fa più dolciastro in base anche al tipo di piante, alberi e fiori che ci sono in un determinato luogo.

L’origine del petricore

Petricore
Fonte: iStock

Il termine è stato coniato nel 1964. È infatti apparso per la prima volta in un articolo pubblicato su Nature dal titolo Nature of Argillaceous Odour, a cura degli scienziati Isabel Joy Bear e Richard Thomas. L’etimologia è greca: si tratta di una parola composta da “petros” ovvero “pietra” e “ichor”, che significa “il fluido che scorre nelle vene degli dei”.

A cosa è dovuto il petricore

Come riporta la Bbc il ruolo fondamentale nello sviluppo temporaneo del petricore è giocato dai batteri del terreno, che sono abbondanti e che producono una specifica molecola chiamata geosmina. Quando l’acqua colpisce il terreno, la geosmina si libera nell’aria.

Questa scoperta ha portato ricadute positive nell’industria profumiera, che hanno rielaborato la molecola con successo per fini commerciali – anche se, a dirla tutta, non a tutte le persone piace l’odore della pioggia, anzi qualcuno la trova perfino molto sgradevole.

Un’altra ragione legata al petricore è rappresentata dalle piante: ci sono sostanze chimiche prodotte dalle foglie a contatto con la pioggia. Ma c’è anche dell’altro. In un temporale spesso non mancano i fulmini, che hanno la funzione di migliorare la qualità dell’aria attraverso le scariche elettriche e il rilascio di ozono. Tutto questo concorre alla formazione del peculiare odore.

Non è nota la ragione per cui a molte persone piace: forse dà un senso di rinascita, forse ci si sente in comunione con la natura anche se si è in città, forse è solo sollievo perché la pioggia è un bene per i campi.

Il petricore nella cultura di massa

Petricore
Fonte: iStock.

Scienza a parte, l’aspetto più interessante del petricore riguarda le emozioni umane che ne scaturiscono. E che hanno portato nel tempo a quella sinestesia celebrata dai Poeti Maledetti francesi, le “correspondances” di cui scriveva Charles Baudelaire: un odore non risveglia solo i nostri sensi, ma può essere connesso a un ricordo oppure il cervello umano lo elabora associandolo a un colore, a un’immagine, una musica. D’altra parte

“i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi”.

Deve essere per questo che l’odore della pioggia colpisce l’immaginario collettivo. C’è un brano di Ludovico Einaudi che si intitola Petricor, mentre Petrichor con la h è il titolo di un album di Mr Rain – un gioco d’associazione tra un cantante che porta il nome della pioggia e l’odore stesso di questo fenomeno atmosferico.

Brani e dischi con questo titolo sono molto diffusi nel mondo, e in provincia di Lecce esiste una band chiamata Petrichor, un progetto cantautoriale che mescola ballate e ritmi più decisi.

D’altra parte è la pioggia stessa che ha sempre ispirato gli artisti. Restando anche solo in tempi più moderni – ma senza dimenticare che il mostro di Frankenstein prende vita in una notte di temporale – canzoni e film hanno celebrato la pioggia. Tra i primi brani che ci vengono in mente ci sono It’s Raining dei Detroit Cobras, Purple Rain di Prince, November Rain dei Guns’n’Roses e Pioggia d’aprile di Carmen Consoli (ma ce ne sono molti altri).

Ci sono anche film in cui la pioggia non è una mera scenografia, un’ambientazione, ma quasi un personaggio. Pensiamo per esempio a Blade Runner oppure al finale di Quattro matrimoni e un funerale, per non parlare della pioggia che debella la peste alla fine dello sceneggiato su I promessi sposi. Nel film Magnolia, per tutta la durata della storia un bollettino meteo dice allo spettatore quando e quando pioverà, ma poi i personaggi, dopo la pioggia, sono sorpresi da rane che cadono dal cielo, un presagio biblico che fa da climax nella commedia umana che si incrocia, si tange, si interseca.

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