Storia del rossetto rosso, simbolo di emancipazione e lotta alla violenza contro le donne

Non solo accessorio di make up: dalla sua nascita il rossetto rosso è diventato anche uno status symbol, un emblema di protesta e di rivendicazione femminile, un modo per lottare contro soprusi e violenze.

Per i “profani” è solo un accessorio di make up, per le addette ai lavori il tocco in grado, da solo, di esaltare un trucco e di rendere un volto subito “importante”; ma il rossetto rosso, lungi dall’essere puramente un vezzo usato per rimarcare la femminilità o non passare inosservate, in realtà ha una storia importante alle spalle, che parla anche – e soprattutto – di emancipazione femminile, di rivendicazione di diritti, di libertà.

Tutto questo in uno stick di pochi centimetri? Ebbene sì, perché se è vero che Coco Chanel diceva

Se siete tristi, se avete un problema sentimentale, truccatevi, mettete il rossetto rosso alle labbra e attaccate!

In un’idea forse un po’ romanticizzata della rivalsa femminile, è anche vero che le labbra tinte di un rosso acceso hanno rappresentato, negli anni passati, motivo di scandalo da un lato, e modo per gridare forte e chiaro, e pretendere in modo deciso, la propria rappresentazione, il proprio posto nel mondo.

Sbaglia, però, chi pensa che il rossetto rosso sia una moderna conquista femminile: per risalire alle sue origini, in realtà, occorre andare a ritroso nel tempo fino al 3500 a.C., quando nella Mesopotamia meridionale si intravedono le prime tracce di rossetto rosso, che si presume fosse ricavato da pietre con sfumature calde e intense frantumate e poi lavorate.
La maternità del rossetto, nell’idea comune, è tuttavia da attribuire agli Egizi, che ne fecero un accessorio abituale di bellezza; è noto che la regina Cleopatra, ad esempio, non rinunciasse mai a un velo di rossetto, all’epoca ottenuto schiacciando insetti miscelati poi con cere e oli.

Nell’epoca del Medioevo il rossetto rosso subì la prima forte ostracizzazione: era infatti associato a donne moralmente dubbie, sessualmente amorali, persino eretiche, e non è difficile trovare esempi che lo volessero persino indicare come simbolo del diavolo. Ciononostante, la sua rivalsa arriverà con Elisabetta I, che ne fece un vero e proprio status, e in seguito nel XVIII secolo alla corte francese, quando indossarlo significava essere nobili.

Con il tempo, con le prime lotte di emancipazione e con la nascita della causa femminista il rossetto rosso assumerà anche il significato di presenza: quella che le donne intendevano mostrare al mondo, la propria.

In questo percorso di libertà dai vincoli del patriarcato impossibile non menzionare le suffragette e le loro battaglie per l’ottenimento del voto: il movimento, nato nei primi del 1900, rappresentò una vera e propria rivoluzione, in cui, alle manifestazioni pubbliche, si accompagnavano anche simbolismi forti come, appunto, l’uso del rossetto rosso sulle labbra per rimarcare la propria volontà di essere prese in considerazione.

Per guadagnare notorietà, perché si parlasse di loro e di conseguenza delle loro lotte per l’accesso alla parità dei diritti, in primis quello di voto, le suffragette iniziarono spesso a indossare il rossetto rosso durante gli eventi pubblici, mentre è rimasto memorabile il gesto di Elizabeth Arden, imprenditrice nel settore della cosmesi, che durante la marcia di queste ultime sulla Fifth Avenue di New York distribuì centinaia di rossetti rossi, facendo di fatto assurgere questo accessorio a definitivo status symbol di ribellione e di liberazione femminile.

Con gli anni il rossetto rosso diventò un marchio talmente distinguibile che nel 1946 in Italia, quando le donne furono chiamate alle urne per la prima volta in occasione del referendum per decidere tra monarchia e Repubblica, il Corriere della Sera pubblicò un articolo in cui si spiegava perché veniva richiesto alla popolazione femminile di recarsi a votare senza rossetto.

Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto. Dunque, il rossetto lo si porti con sé, per ravvivare le labbra fuori dal seggio.

Quella domenica del 1946 rappresentò un momento davvero epocale nella storia del nostro Paese, tanto che le donne superarono il numero degli uomini aventi diritto come elettori in quanto a presenza alle urne: era il primo, vero passo verso la libertà e il riconoscimento dei propri diritti.

Da Margaret Tatcher fino ad Alexandria Ocasio-Cortez, negli anni il rossetto rosso è diventato non solo un accessorio di make up, ma anche un vero e proprio simbolo di forza femminile, di autodeterminazione, di presa di coscienza.

E di protesta sociale, in più occasioni: ad esempio nel 2018, quando in Nicaragua uomini e donne lo indossarono per chiedere il rilascio di tutti i manifestanti anti-governativi arrestati ingiustamente, ispirati dall’attivista Marlén Chow, che venne arrestata durante gli scontri e dichiarò di far parte del Pico Rojo, che significa appunto rossetto rosso, affrontando gli interrogatori indossandolo sempre. Nel Paese all’epoca l’hashtag #SoyPicoRojo divenne fra i più diffusi.

Un anno dopo, invece, poco distante da lì, in Cile, il rossetto rosso venne messo sulle labbra per porre l’attenzione dell’opinione pubblica sulle continue violenze e sugli stupri ai danni delle donne, assieme a una benda posta sugli occhi delle manifestanti per sottolineare proprio la cecità delle istituzioni.

Il rosso è ormai comunemente associato ai simboli che ricordano la violenza sulle donne (lo vediamo nelle panchine rosse o nelle scarpe rosse diventate emblema della giornata del 25 novembre), e da diversi anni ormai, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in Italia anche i calciatori scendono in campo con un segno rosso sulla guancia, proprio per ricordare le tante donne vittime di femminicidio.

Anche il packaging del rossetto è ormai iconico: lo stick è chiamato bullet, visto che ricorda la forma delle munizioni di pistole e fucili, e anche in questo caso c’è dietro una storia: in particolare, fu James Bruce Mason Jr a brevettarne la forma nel 1923, con cappuccio e sistema di rotazione, in modo che diventasse un evergreen prêt-à-porter, da tenere sempre in borsa.

Tutte le più importanti maison di moda che si occupano anche di cosmesi hanno il loro rossetto rosso: fra gli iconici, non possiamo non menzionare Christian Dior, Chanel, Loboutin, Yves Saint Laurent, i cui rossetti possono essere recensiti e acquistati sulla piattaforma Beautyfool, diventati un vero e proprio must have, immancabile nella trousse di ogni donna.

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