
Qui in Unione Europea, dove noi viviamo, il tema della tutela ambientale è molto sentito e tanti atteggiamenti errati sono stati modificati, soprattutto negli ultimi decenni, grazie a nuove consapevolezze scientifiche. Naturalmente sarebbe bene che anche un miglioramento e un’implementazione infrastrutturale possa coinvolgere questi cambiamenti (anche solo quando parliamo di centraline per la ricarica elettrica di veicoli potenti, che a Sud di Roma sono sempre più rade).
E chiaramente aiuterebbero maggiori limitazioni al traffico veicolare in città, l’istituzione di piste ciclabili, il ricorso alla sharing mobility, e tutte le iniziative per la mobilità sostenibile possibili. Ma cominciamo a capire come i biglietti climatici potrebbero aiutarci.
Cosa si intende per biglietti climatici?

Come si legge sul sito di GreenPeace, i biglietti climatici altro non sono che abbonamenti per i mezzi pubblici a prezzi tanto ridotti da sfiorare la gratuità. In pratica rappresentano un incentivo a servirsi del trasporto pubblico (soprattutto nelle grandi città, dato che in provincia non sempre tutti i paesi e i borghi potrebbero essere serviti quanto meno capillarmente), e quindi di optare per i bus, la metropolitana, i treni, i tram.
Va da sé che all’aumento della richiesta di trasporto pubblico, le infrastrutture andrebbero implementare, con maggiori stazioni, fermate diverse, corse più frequenti, ma tutte queste cose in molti luoghi d’Italia non farebbero male neppure adesso.
I benefici dei biglietti climatici


I benefici di questa misura sono potenzialmente molto interessanti sotto diversi punti di vista. Parliamo di:
- risparmio economico. Scusate l’utilitarismo, ma questa è in effetti la prima cosa che salta all’occhio. Prendere i mezzi pubblici ogni giorno per andare al lavoro significa un notevole risparmio non solo in carburante (che tra l’altro è soggetto a leggi di mercato che non sempre corrispondono a fluttuazioni salariali) ma anche nella manutenzione dell’automobile, senza contare i costi di caselli autostradali e la spesa pubblica per il mantenimento del manto stradale;
- riduzione delle emissioni di CO2. Va da sé che se molte più persone prendono i mezzi pubblici, ci saranno meno auto in giro, meno gas di scarico e aria più pulita nell’immediato e tutela del pianeta a lungo termine;
- maggiore benessere personale. Godere di un’aria più pulita è uno dei fattori fondamentali, ma a questo bisogna aggiungere che i mezzi pubblici permettono di fare qualche passo in più, soprattutto se la fermata non è proprio vicinissima al lavoro o a casa.
I biglietti climatici in Europa
L’idea dei biglietti climatici è già partita in Europa e in Italia. Per esempio in Germania, nell’estate 2022, è stato lanciato un abbonamento per trasporti pubblici e ferroviari a 9 euro al mese. Attualmente il costo è di 49 euro al mese, che è comunque basso. A Bari si vuole lanciare un abbonamento di 20 euro all’anno, che non è la gratuità ma ci va parecchio vicino.
Purtroppo su iniziative come queste c’è sempre la spada di Damocle delle lobby automobilistiche, che sventolano lo spauracchio dell’insostenibilità economica. GreenPeace sostiene sia un falso problema e ci vuole maggior volontà politica (e forse anche un po d’audacia, che è il fondamento dei cambiamenti positivi) per rendere le iniziative maggiormente attuabili:
I governi europei potrebbero finanziare biglietti climatici a prezzi accessibili se solo smettessero di distribuire miliardi di euro in sussidi all’industria dei combustibili fossili, o se decidessero di applicare seriamente una tassa sugli enormi extra-profitti realizzati dalle aziende fossili.
Articolo originale pubblicato il 9 maggio 2023
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