Chi sono le femcel e cosa sostengono le corrispettive femminili degli incel

Nato dalla crasi tra “female” e “involuntary celibate”, il termine femcel si riferisce a tutte le donne che lamentano l’assenza di relazioni sentimentali e/o sessuali e assumono atteggiamenti vittimistici. Ma quali sono le loro caratteristiche e in che cosa si differenziano rispetto agli incel? Scopriamolo.

Nell’agosto del 2021, il 22enne Jake Davison ha imbracciato il suo fucile a pompa e ha ucciso cinque persone, tra cui la madre Maxine, una bambina di tre anni e il suo padre adottivo. Il motivo è ben spiegato nei suoi video deliranti pubblicati su YouTube: la follia omicida, infatti, sarebbe stata causata dalla frustrazione derivante dall’assenza di rapporti con l’altro sesso.

Jake Davison appartiene alla categoria degli “incel”, uomini che odiano le donne e che incolpano queste ultime per la loro solitudine, mancanza di attività sessuale e incapacità ad avere relazioni sentimentali. Tali uomini sarebbero, quindi, delle “vittime” del genere femminile, interessato solo a uomini attraenti e di successo.

Non a questi estremi, ma una concezione di tale genere è diffusa anche tra le donne stesse, le cosiddette “femcel”, le quali lamentano di essere rifiutate dagli uomini e di non essere, nella maggior parte dei casi, abbastanza “belle” da essere amate.

Ma chi sono esattamente le femcel e che cosa dichiarano? Approfondiamo il discorso.

Chi sono le femcel?

Il termine femcel deriva dalla crasi tra “female” e “involuntary celibate”, e si riferisce a tutte le donne che soffrono una condizione di solitudine emotiva e sessuale. A caratterizzare il loro comportamento, soprattutto online, è una costante autovittimizzazione, la quale si riduce a un odio verso se stesse e il proprio aspetto.

A inventare l’espressione fu l’allora 28enne Alana, studentessa canadese di statistica che, nel 1993 – ossia agli albori di Internet –, fondò la prima comunità incel per riunire online tutte le persone che, proprio come lei, non avevano avuto ancora alcun rapporto sessuale.

Nacque, così, il blog Alana’s Involuntary Celibacy Project, un luogo “sicuro” in cui ciascun utente potesse sentirsi libero di comunicare con gli altri fruitori del sito, condividere le proprie esperienze e trovare conforto e ascolto circa la propria sofferenza, superando e combattendo le rigide norme di genere che li ingabbiavano.

Ma fu proprio l’atteggiamento costantemente incline alla lamentela e all’antagonismo degli uomini ad allontanare Alana dal suo blog. Attacchi d’odio, sessismo e commenti rabbiosi erano, infatti, all’ordine del giorno, e infusero nella donna la paura di minacce di morte o stupro.

Fu solo con l’omicidio (e il successivo suicidio) perpetuato dall’incel Elliot Rodger nel 2014 che Alana riscoprì il termine e la nuova valenza che lo caratterizzava. Come si legge su Elle USA:

“M***a”, ricorda di aver pensato, “guarda che cosa ho iniziato”. Quella notte scrisse della sua scoperta su un blog accessibile solo ai suoi amici: “Come uno scienziato che ha inventato qualcosa che è finito per diventare un’arma da guerra, non posso non inventare questa parola, né limitarla alle persone più gentili che hanno bisogno di essa.”

Da termine nato per designare persone provate dalle medesime difficoltà, dunque, il concetto era passato a identificare qualcosa di molto più grave e pericoloso.

Femcel e incel

La differenza fondamentale che intercorre tra femcel e incel è proprio questa: la violenza. Le prime, infatti, soffrono di solitudine perché affermano di non riuscire ad avere una vita emotiva e/o sessuale soddisfacente, imputando il fatto di sentirsi brutte e di non essere attraenti a sufficienza per conquistare le attenzioni degli uomini.

Gli incel, al contrario, esteriorizzano questo odio e lo dirigono completamente verso le donne, considerate portatrici di “privilegi” e potere che loro non posseggono e, per tale motivo, colpevoli di negare il diritto ad avere rapporti sessuali agli uomini che non riterrebbero “adatti”.

Una vera e propria ideologia, che per il suo estremismo risulta profondamente pericolosa e incontrollabile, come testimoniano gli omicidi e le sparatorie di massa che, dagli anni Novanta a oggi, hanno mietuto innumerevoli vittime in nome della misoginia intrinseca in questa prospettiva.

I cardini dell’ideologia incel si basano sulla teoria Lms, ossia “look”, aspetto, “money”, soldi, e “status”, successo. Sono questi i tre assi su cui si muoverebbe l’attenzione delle donne, le quali sarebbero interessate solo agli uomini che presentano doti di carisma, affabilità e comunicazione tali da renderli “degni”, appunto, della loro compagnia sessuale e/o sentimentale.

Le donne, al contrario, non nutrono odio verso l’esterno, ma direzionano tale sentimento di inadeguatezza verso l’interno, accusando se stesse di non aderire agli standard di bellezza imposti dalla società e funzionali per ottenere attenzioni e amore. Come si legge su The Vision:

Se gli incel tendono a ritenere il sesso come un diritto loro negato, il segno di una crisi della mascolinità che è quasi universalmente riconosciuta, ancora una volta il desiderio sessuale delle donne non sembra essere qualcosa di abbastanza rilevante da essere preso in considerazione.

Dal momento che

le femcel evitano di mobilitare la rabbia come una forza politicizzante, contrariamente agli incel.

Alla base, tuttavia, vi è, in entrambi i casi, la cultura fortemente patriarcale e maschilista in cui siamo immersi, che impone determinati standard e stili di vita che, se non raggiunti, hanno il potere di soggiogare chi si identifica completamente in essi. Ancora una volta, quindi, è necessario continuare a scardinare i retaggi che soffocano la nostra società, rendendo gli individui liberi di vivere le proprie esperienze di vita senza inutili termini di paragone e dinamiche di inferiorità.

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