Perché single tasking è meglio di multitasking

Cos'è il single tasking, e perché è da preferire al multitasking? Fare tante cose insieme non porta al massimo della produttività, e fa sprecare energie inutilmente. Vediamo come migliorare la nostra resa con il mono-tasking.

Per decenni si è pensato che riuscire a fare più cose contemporaneamente fosse sintomo di persone sveglie, intelligenti e capaci. Oggi si è scoperto che il multitasking non è sempre il metodo migliore e più produttivo, e che in alcune situazioni il single tasking comporta molti più benefici.

Concentrarsi su una attività alla volta permette di impiegare meno tempo e migliorare la qualità dei risultati. Vediamo meglio cos’è il single tasking, quando e perché è meglio del multitasking.

Cos’è il single tasking?

L’espressione single tasking, o mono-tasking, si può tradurre con “unico compito”, e significa svolgere un’attività per volta, invece che fare più cose contemporaneamente.

In un contesto lavorativo o quotidiano, possono capitare giornate in cui i compiti da portare a termine in un determinato lasso di tempo siano tante. Voler riuscire a farle tutte insieme, magari iniziandone una per poi spostare continuamente il focus sulle altre, risulta meno produttivo. Il single tasking invece permette di fare tutto, o almeno le cose più importanti, guadagnando tempo prezioso.

Per sfruttare al meglio il single tasking è necessario iniziare creando una lista di priorità e urgenza. Bisogna selezionare le attività da svolgere prima, per poi proseguire diminuendo l’importanza. Non significa che alcune cose non siano rilevanti e quindi si possano saltare, ma è bene saper riconoscere quali compiti sono più urgenti o significativi, e quali invece si possono rimandare. Come anche quelli più veloci e quelli che invece porteranno via più tempo.

I benefici del single tasking

Svolgere le attività con il single tasking comporta diversi benefici, che migliorano la qualità dei compiti e la produttività. Come vedremo nel prossimo paragrafo, anche essere multitasking può aiutare in alcune situazioni, ma quando si parla di lavoro o compiti che necessitano di concentrazione, il single tasking ha 5 principali vantaggi.

1. Rende più efficienti

Svolgere un’attività sola alla volta permette di focalizzare tutta l’attenzione su di essa. In quel momento, ci stiamo dedicando completamente a un compito, e questo permette di farlo in maniera molto più efficace e con risultati migliori in termini di qualità e tempo.

2. Allena l’attenzione

Abituandoci a concentrare le nostre energie e la nostra mente a fare una cosa permette di allenare la nostra capacità di attenzione. La tecnologia, i social network e il mondo che va veloce hanno reso più difficile mantenere l’attenzione su una cosa per tanto tempo. Tutto nel mondo è ormai diventato multitasking, e questo non ha giovato alla nostra capacità di concentrazione.

Imparare a svolgere i compiti in single tasking è un ottimo modo per allenare l’attenzione e la concentrazione su un elemento alla volta.

3. Elimina le distrazioni

Quelle che abbiamo elencato prima sono tutte distrazioni, che minano molto la concentrazione e la produttività. Con il single tasking bisogna crearsi una lista di compiti da fare, e insegna a non cambiare attività finché non se ne è portata a termine una. In questo modo, aiuta anche a eliminare le distrazioni, che vengono tenute per i momenti di pausa tra un compito e l’altro.

4. Conserva energie

Il nostro cervello impiega energia e tempo a concentrarsi su un’attività nuova. Continuando a cambiare focus, come nel caso del multitasking, il cervello utilizza energia continua e spreca del tempo prezioso per ricalibrare di volta in volta la concentrazione. Se invece rimane concentrato su un’attività per più tempo, ha modo poi di staccare il focus, dopo che ha raggiunto l’apice dell’attenzione, ricaricare le energie e impostarsi su un nuovo punto di concentrazione.

5. Migliora le relazioni

La comunicazione reale, quella che permette a due o più persone di scambiarsi informazioni, condividere sensazioni e pensieri, necessita di concentrazione e attenzione. Capita di estraniarsi dalle conversazioni perché si pensa ad altro, o si è distratti da altre attività. Imparare a fare single tasking aiuta anche a dare maggiore attenzione al momento: se si sta parlando con una persona, quella diventa l’attività primaria su cui porre la concentrazione.

Single tasking vs multitasking

single tasking
Fonte: Pexels Luna Lovegood

Nell’immaginario comune della società, essere multitasking è un pregio, un motivo di vanto. Per questo, nella vita quotidiana e nel lavoro, le persone si sforzano di fare tante attività contemporaneamente, cercando di stare dietro a tutto. Le donne soffrono questo luogo comune ancora di più, cadendo nella Sindrome di Wonder Woman. In realtà il multitasking non è positivo, non aumenta la produttività, e può portare anche a effetti negativi.

Secondo uno studio condotto dall’Università di Stanford il multitasking risulta addirittura dannoso, sia per la nostra efficacia, ma anche per il nostro cervello. Pare che il continuo spostamento del focus, le distrazioni date dalle diverse attività che si accavallano e lo stress che deriva dal voler portare a termine troppe cose insieme comportino un dispendio di energia da parte del cervello correlato a una possibile diminuzione della memoria, oltre che della capacità di attenzione.

Rendersi conto di essere “vittime” di multitasking è semplice, basta notare, in un momento della giornata, quante cose si stanno gestendo e in che modo. Per questi motivi è meglio fare un passo indietro, e superare l’ideale del multitasking come pregio e sinonimo di intelligenza. Per abbracciare il single tasking, che permette invece di rendere meglio in qualsiasi attività.

Perché e quando abbracciare il single tasking

Il multitasking non è sempre inteso come uno sforzo, infatti se si pensa all’esempio di chi ascolta musica mentre guida, si può dire che sta facendo multitasking. In realtà, guidare è un’azione pressoché meccanica, e ascoltare la musica non richiede particolare attenzione, rimane in sottofondo. Il vero e unico focus in questo caso è fare attenzione alla strada e ai suoi pericoli.

A parte queste piccole azioni quotidiane, è sempre consigliato, durante compiti di lavoro o nella quotidianità, abbracciare il single tasking. Specialmente quando si rilevano segnali d’allarme che voler fare troppe cose insieme sta portando danni, sia al nostro organismo che all’efficacia di ciò che si fa. Per iniziare e produrre al meglio con il single tasking è necessario:

  • fare una lista con le attività o i compiti da fare, mettendo in ordine di priorità, come un bullet journal;
  • iniziare con la prima attività della lista, e concentrarsi su di essa fino al completamento;
  • passare al compito successivo, resettando la mente e ripartendo da capo;
  • occuparsi subito delle distrazioni quando arrivano esternamente, per poi toglierle di mezzo e tornare a concentrarsi.

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