Se vi chiedessero di rispondere alla domanda «cosa fa una escort o una prostituta?» sapreste sicuramente rispondere. Ma vale lo stesso per l’omologo maschile? Per molte persone il termine “gigolo” evoca ancora un immaginario che ha il volto di Richard Gere nel celeberrimo film “American Gigolo”, ma nella realtà quella degli accompagnatori maschili a pagamento è una professione ancora avvolta da un’infinità di tabù.

Gigolo: cosa significa?

Gigolo deriva dal francese giguer, «saltellare»: in origine, indicava infatti un «ballerino». Nell’accezione attuale viene utilizzato per indicare un uomo che offre esperienze intime – anche e soprattutto di tipo sessuale, ma non esclusivamente – in cambio di denaro o beni di valore.

Svolgere questo lavoro non è illegale in Italia (a meno che non si sia sfruttati da altri), ma allo stesso tempo non si tratta di un’attività professionale su cui è possibile pagare le tasse: questo significa che chi svolge questa professione difficilmente sarà in regola con il fisco.

Secondo una visione ormai superata, ad assoldare accompagnatori professionisti sarebbero esclusivamente donne mature, ma in realtà non sono solo donne di tutte le età a rivolgersi ai gigolo, ma anche gli uomini. In Italia, anzi, i gigolo che si rivolgono a una clientela esclusivamente femminile sono una minoranza, a causa della domanda molto limitata, come ha spiegato a TPI Roy, uno dei gigolo più noti d’Italia e autore di Un’immagine allo specchio. Storie di un gigolo e Amore in contanti, ispirati alla sua esperienza:

Il 90 per cento di quelli che sono su internet e lavorano con donne fa la fame, il mercato delle donne che pagano è piccolissimo. Non è facile per una donna pagare per un uomo. La donna non ha il rapporto con il sesso come ce l’abbiamo noi uomini, è più cerebrale, deve essere più coinvolta emozionalmente.

Cosa fa un gigolo?

Il mercato della prostituzione maschile è molto diverso da quello femminile. Nel primo, il sesso gioca un ruolo fondamentale, mentre chi paga un gigolo non lo fa per avere un rapporto sessuale, o almeno non solo. Il sesso, a volte, può addirittura non fare parte del pacchetto.

Alcune persone vogliono solo avere un’esperienza intima, magari più durevole di una singola notte: c’è chi, ad esempio, parte per il fine settimana o per una vacanza con il proprio accompagnatore. C’è chi chiede di poter ingelosire il proprio fidanzato, oppure il proprio ex marito. Mariti e partner possono ingaggiare un gigolo per l’altra persona, in alcuni casi per “metterla alla prova” e testarne la fedeltà, in altri come gesto d’amore, «per il gusto di vederli ed eccitarsi insieme a loro». E naturalmente c’è chi si rivolge ai servigi di un accompagnatore per una cena o un evento speciale.

Alcuni gigolo lavorano soprattutto con persone ancora vergini. Ovviamente, non parliamo di ragazzine molto giovani, ma di trentenni o quarantenni che, per varie ragioni, non hanno mai avuto un rapporto sessuale, ha detto ancora Roy ai microfoni de I Lunatici su Radio2:

Lavoro molto con la verginità con donne alla prima esperienza. Non parliamo di sedicenni ma di quarantenni che non hanno mai avuto l’occasione di fare sesso o che hanno subito una violenza da piccole. A volte collaboro con degli psicologi: mi capitano anche donne che non hanno mai baciato e che ad esempio hanno conosciuto un uomo interessante e non vogliono perdere l’occasione e allora mi chiamano e io insegno loro il minimo indispensabile. Un uomo che incontra una donna di trent’anni ancora vergine spesso è portato a scappare.

In altri casi, i gigolo vengono assunti dalle famiglie o dai diretti interessati per prendersi cura del benessere emotivo e sessuale delle persone con disabilità, in assenza della figura professionale dell’assistente sessuale alle persone disabili (anche detto “lovegiver”).

Gigolo: esperienze e testimonianze

Anche se il tabù sulla professione del gigolo è ancora molto forte – e soprattutto è forte il tabù sulle persone che pagano per i loro servizi – trovare racconti e testimonianze di chi svolge questa attività non è difficile.

Si tratta non solo di libri o interviste “ufficiali” ma anche articoli o confessioni – in cui raccontano le loro prime volte, come e perché hanno intrapreso la professione e condividono le loro esperienze – condivise sui siti in cui i gigolo propongono se stessi e i propri servizi.

Storie di sesso, certo, ma non solo. Storie di vite che per un motivo o per un altro, dalla semplice voglia di ribellione all’idea che vuole le donne poco interessate al sesso fino a condizioni personali particolari, hanno intrecciato quelle di un gigolo. Come quella che ha raccontato ancora Roy a Radio2,

Una volta una ragazzina 19enne mi chiamò per fare un regalo alla mamma, che da 16 anni non stava più con un uomo. La figlia mi faceva un sacco di raccomandazioni, falle vivere un sogno, falle passare una bella serata, vi lascio casa libera e cose del genere. La serata è andata abbastanza bene e finì lì. Dopo due mesi la ragazzina mi manda una mail e mi dice: – tu sei stato l’ultimo e più bel ricordo di mia madre prima di morire. Tu sei stato l’ultimo desiderio – Quella donna era malata terminale ed essere stato il suo ultimo bel ricordo è una cosa che tocca molto.

Più difficile è invece trovare testimonianze dei loro clienti: ancora oggi è molto difficile che qualcuno dica «sì, ho pagato un gigolo e non ho problemi a dirlo». La realtà è che il primo passo è confessarlo a se stessi. Come ammette Catarina, che quando ha preso la decisione di pagare un gigolo «era pietrificata», ha detto alla BBC.

«Non avevo mai pensato che avrei potuto incontrare un escort. Ho sempre pensato di non far parte di quelle persone che fanno certe cose». Nata con una disabilità, il sesso è sempre stato doloroso e spiacevole per Catarina. Il suo ex l’aveva fatta sentire in colpa per questo e la sua autostima era stata distrutta. Andrew l’ha aiutata. Dopo il primo appuntamento, l’autostima di Catarina era già volata alle stelle. «Sono stata in grado di fare sesso ed è stato completamente indolore. La mia autostima è cresciuta. Se non fosse stato per Andrew non sarei dove sono oggi. Non avrei tanta fiducia in me stessa quanta ne ho ora. Non sarei sessualmente consapevole come lo sono ora. Credo anche di essere cresciuta come persona».

Anche Sofia, 42 anni, non si sarebbe mai aspettata di rivolgersi a un escort, prima di farlo: «Se mi avessi detto da giovane che sarei entrata in una relazione sessuale a pagamento, avrei detto: “Assolutamente no, nemmeno tra un milione di anni“». La sua esperienza, però, è la prova che non tutte le persone assumono un gigolo solo per fare sesso:

Voglio solo che qualcuno mi coccoli, mi accarezzi i capelli, mi abbracci. Prima di assumere un uomo mi chiedevo, puoi pagare per tenersi per mano e guardare un film? Le persone associano assumere un escort maschio all’esplorazione di fantasie sessuali o al ravvivare la loro vita sessuale. In realtà io desideravo l’esatto contrario.

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