La cremazione con l’acqua, anche nota come cremazione con l’idrolisi alcalina o biocremazione, è una tecnica ancora poco diffusa in Europa. Si tratta, tuttavia, di un’alternativa ecologica alla cremazione tradizionale perché assicura un basso impatto ambientale.

Nata intorno agli anni ’90 durante l’epidemia di mucca pazza per la cremazione delle mucche infette, questa tecnica utilizza dei liquidi invece del fuoco per la cremazione di un corpo. Con questo metodo si posiziona la salma all’interno di un contenitore pressurizzato e sigillato riempito con una miscela di acqua e idrossido di potassio. Si provvede poi a riscaldare questa miscela fino a raggiungere una temperatura di circa 90 – 150 °C.

Nel giro di 60-90 minuti gli organi si sciolgono e ciò che resta del corpo sono solo le ossa. Queste vengono in seguito polverizzate e consegnate ai familiari.

Non esiste ancora una legislazione chiara a proposito di questa pratica, che in Europa è davvero poco conosciuta. Diversi Stati degli Usa la utilizzano con frequenza, tra cui la California, la Florida, il Texas e l’Illinois. Anche in Canada è stata approvata nel 2012. In Europa, però, al momento la permettono solo la Gran Bretagna e l’Olanda.

Perché scegliere la cremazione con l’acqua

Nella cremazione tradizionale si sottopone il corpo di una persona defunta a temperature molto alte che vanno dai 750 a più di 980 °C. Questo processo è molto inquinante perché si emettono grandi quantità di gas serra. Senza contare che le normali pratiche di sepoltura (oltre a essere molto costose) comportano bare di legno e l’utilizzo di prodotti chimici per l’imbalsamazione.

La sepoltura tradizionale in terra, inoltre, necessita di grandi quantità di spazio ed è un problema di difficile gestione per le città.

La cremazione con l’acqua, invece, richiede circa un settimo dell’energia utilizzata dalla cremazione tradizionale. Si tratta inoltre di un metodo molto più ecologico, perché non rilascia materiali inquinanti nell’ambiente. Viene infatti consumata solo l’elettricità necessaria al funzionamento dei macchinari.

Secondo una ricerca riportata da Resomation, un’azienda britannica che produce macchinari a idrolisi alcalina, questa tecnica permette di ridurre del 35% le emissioni di gas serra nell’ambiente. Anche i costi sono notevolmente minori. Recenti studi hanno rilevato che il costo di una cremazione a idrolisi alcalina è all’incirca di 2,59 euro, contro i 48,47 euro della cremazione tradizionale.

Il liquido che rimane dopo la biocremazione è una miscela sterile di composti organici priva di tracce di DNA che è possibile rilasciare nei fiumi o nel mare.

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