La pandemia di Covid ci ha tolto purtroppo la bellezza degli abbracci sinceri, quelli con gli amici, i nonni, le persone che amiamo.  L’abbraccio è talmente importante che il 21 gennaio, da ormai 36 anni, è stata istituita anche una Giornata mondiale, il cui significato ha assunto tutt’altra valenza proprio alla luce dei due anni terribili che stiamo tuttora attraversando.

Ma perché l’abbraccio è tanto importante? Non si tratta “solo” di dimostrare il proprio affetto, attraverso questo semplice gesto il nostro corpo e quello di chi lo riceve ottiene un sacco di benefici, sotto diversi punti di vista.

Dal punto di vista scientifico sono i corpuscoli di Meissner quelli che, nel nostro corpo, sono deputati alla ricezione sensoriale del contatto: essi sono presenti nello strato superficiale del derma, e inviano quello che ricevono dall’esterno alla corteccia cerebrale; allo stesso modo, i meccanocettori, capaci di avvertire se il tocco è freddo, caldo, ruvido e via dicendo, fanno lo stesso inviando segnali al nostro cervello, il quale elabora le informazioni e analizza ciò che percepiamo durante un abbraccio.

Il primo, importantissimo effetto dell’abbraccio è il rilascio di ossitocina, l’ormone conosciuto come “dell’amore”, che abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone che aumenta nei momenti di stress; per questo diversi studi hanno dimostrato come, ad esempio, dormire abbracciati al partner possa contribuire proprio a innalzare i livelli di ossitocina.

Ma alcuni studi affermano anche che gli abbracci abbiano un vero e proprio effetto terapeutico, tanto da aiutare a combattere le infezioni regolando il rilascio degli ormoni che influiscono sul nostro sistema immunitario. Una ricerca del 2019, ad esempio, suggerisce che dormire abbracciati potrebbe proteggere dal raffreddore. C’è di più: gli abbracci sembrerebbero ridurre la pressione sanguigna, il mal di testa. Stimolerebbero l’attività cerebrale nei bambini, anche nell’apprendimento del linguaggio, e migliorerebbero nel suo complesso il sistema immunitario. Dal punto di vista antropologico, poi, migliorerebbero autostima e fiducia, stimolando pattern che rafforzano il senso di appartenenza.

La cosa migliore che possiamo fare, quindi, è sperare di poter tornare ad abbracciarci presto.

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