Tre strategie per raggiungere il distacco emotivo e stare meglio

Il distacco emotivo è innanzitutto una regola che ci consente di apprendere in modo completo l’approccio migliore per noi stessi, in maniera da decretare dei limiti utili ad essere in equilibrio con il mondo. Significa essere consapevoli del fatto che, spesso, non è più audace chi subisce, ma chi possiede il coraggio di “lasciar andare”.

Il termine distacco è abbastanza moderno, come pure l’identificazione del distacco emotivo, specialmente nello studio della psiche, dello sviluppo individuale e della spiritualità.

La propensione ad accostare e omologare alcuni vocaboli, significati e tecniche è comunque tuttora usuale. Distaccarsi non vuol dire necessariamente totale separazione, non costruire né possedere assolutamente nulla o creazione di legami in cui si rifugge quel tipo di attaccamento che infonde fiducia e serenità.

La spiegazione al distacco emotivo è molto più specifica e sfaccettata, relativa all’intimo equilibrio delle emozioni soggettive e della psiche. Per lo più, il distacco emotivo permette alla persona di evitare che le cose e gli altri individui la possiedano.

Il termine “distacco”, e quindi l’origine del distacco emotivo, pianta le sue radici nel mondo del buddismo, ma in termini differenti, ascetici se vogliamo. In psicologia ci si riferisce al distacco emotivo quando si analizza l’educazione sentimentale degli individui e si tracciano relazioni basate sull’attaccamento, ma di tipo sano.

Sono molti gli elementi importanti da valutare e da includere in un profilo di relazione sana e duratura, di qualsiasi tipo essa sia. Un sano distacco emotivo è ad esempio necessario all’edificazione di rapporti solidi ed equilibrati, basati sul rispetto reciproco.

Il distacco emotivo in psicologia

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In psicologia, parlare di distacco emotivo può voler dire anche parlare di ottundimento emotivo, con duplice accezione: uno consiste nell’inabilità di collegarsi agli altri su un piano emotivo; l’altro è un metodo utile per fronteggiare una problematica.

Questa tattica di coping, conosciuta anche come coping incentrato sulle emozioni, viene impiegata eludendo specificate circostanze che potrebbero attivare un processo di ansia: fa riferimento al distacco delle unioni emotive.

Il distacco emotivo può identificarsi in una risposta momentanea a una condizione stressante o ad un attributo persistente, quale il disturbo di depersonalizzazione-derealizzazione, ma si può generare anche come conseguenza dell’assunzione di alcuni antidepressivi.

Parlando di distacco emotivo come ridimensionamento emotivo, è un sintomo negativo di schizofrenia ravvisabile come una riduzione della reattività emotiva di un soggetto. In tal caso, il distacco emotivo potrebbe non essere il sintomo preponderante, se confrontato agli altri sintomi psichiatrici.

I soggetti che sperimentano il distacco emotivo come corollario di un problema psichiatrico possiedono una ristretta capacità di esternare emozioni, scarseggiano di empatia e non sono in grado di formare profondi legami emotivi.

Questa condizione negativa accentuata può creare delle difficoltà nei rapporti umani e nel mantenimento degli stessi. Il soggetto può manifestare isolamento e interiorizzazione, ma anche apparire preoccupato o comunque assente, o totalmente presente ma dall’atteggiamento freddo e calcolatore, in momenti in cui l’emotività e l’affettività sarebbero più appropriate.

Individui che presentano tale problematica possono presentare difficoltà a mantenere un comportamento amorevole nell’ambito della famiglia, o potrebbero avere avversione per luoghi e persone accostati a traumi del passato.

Nell’accezione negativa del distacco emotivo, questo comportamento di dissociazione può condurre a un disturbo dell’attenzione e, in casi gravi, perdita di memoria.

In taluni casi ci si trova davanti a una grande complessità nell’interagire in maniera empatica con il soggetto, una problematica che potrebbe essere collegata al disturbo narcisistico della personalità.

Il distacco emotivo associato all’ottundimento emotivo spesso proviene da esperienze negative avute durante l’infanzia, oppure da traumi psicologici sopraggiunti in età adulta.

L’inibizione della sfera emotiva è spesso dovuta all’assunzione di farmaci antidepressivi e psicofarmaci, in particolare inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) impiegati nel disturbo depressivo maggiore o come terapia supplementare di altri disturbi psichiatrici.

Ma il distacco emotivo, come lo intendiamo nella sua accezione positiva, non è solo questo. In questo caso ci si riferisce a un atteggiamento che permette a un individuo di affrontare in maniera sana alcune situazioni profondamente emotive.

Si tratta quasi di motivazioni e basi opposte alla situazione di distacco negativo e patologico: in questo caso, la decisione viene posta in essere come necessaria, in modo da evitare eccessivi coinvolgimenti emotivi. Non c’è quindi incapacità nel farlo.

Con questa premessa, si può spiegare come qualcosa in grado di permettere agli individui di mantenersi entro certi limiti, controllando la propria psiche e salvaguardandola da conseguenze non desiderate, anche su quella altrui.

Un necessario distacco emotivo è come uno scudo: è una predisposizione a non coinvolgersi nel “sentire” le emozioni altrui, evitando di venirne sopraffatti, manipolati o eccessivamente influenzati; ma questo non significa che non si prova alcuna emozione.

Situazioni in cui si adotta questa strategia possono essere quelle in cui si devono gestire dei limiti emotivi, dove ad esempio una persona si trova a confluire in livelli di coinvolgimento emotivo esasperato, legati a soggetti particolarmente esigenti su questo fronte, o dove ci si impegna nell’aiutare qualcuno.

I benefici per l’individuo

benefici distacco emotivo
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In alcuni soggetti la sfera emozionale diventa una vera e propria gabbia. Avere una sfera emotiva sviluppata e di ampio raggio è una cosa importante, ma che può in alcuni casi costringere l’individuo in una sorta di schiavitù.

Venire sopraffatti dalle emozioni vuol dire viverle intensamente, ma significa anche valicare il limite della sofferenza umanamente sopportabile.

Non possiamo decidere in maniera razionale quale reazione avere, il distacco emotivo deve essere un processo naturale e volto al benessere, senza che questo sconvolga la propria individualità. Sfortunatamente, le emozioni non sempre sono coerenti con le proprie ambizioni.

Per questo motivo, impiegare nella propria vita e nelle proprie relazioni la giusta dose di distacco emotivo potrebbe consentire di accettare che la vita e le relazioni non possono essere inondate esclusivamente di gioia e positività, ma anche di emozioni negative e dolori.

Ma il distacco emotivo permette di affrontare qualsiasi tipo di emozione, anche ad esempio di vivere profondamente il dolore per la scomparsa di un caro, che dopo una lunga malattia può apparire, erroneamente, quasi come un sollievo.

Questo perché forse, non esistono emozioni appropriate o inappropriate, esiste solo il modo appropriato di farsene carico. E per stabilire il giusto limite nelle proprie decisioni, la razionalità deve entrare in gioco.

Sembra evidente che la vita non è lineare, le emozioni sono sempre in movimento e mantenere il distacco emotivo non è sempre facile, poiché l’essere umano entrerà sempre in contatto con variabili impossibili da controllare con la ragione.

Le emozioni, inoltre, aiutano a capire che direzione è giusto prendere e fungono da campanello d’allarme laddove si rischia di eccedere nella razionalità.

Nondimeno, quando l’emozione del momento monopolizza le scelte, anche in negativo, si rischia di sbagliare o di creare dei danni irreparabili, dettati dall’impulso. In tal caso, entra in gioco il distacco emotivo, ovviamente, sano.

Come raggiungere un (sano) distacco emotivo

come raggiungere distacco emotivo
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  1. Trovare la propria via per coordinare le emozioni. Ogni personalità ha le proprie peculiarità, per questo è importante che ognuno parta da un processo di autoanalisi interiore per comprendere le motivazioni di base che lo spingono a comportarsi in un determinato modo. È un punto di partenza per un sano distacco emotivo. Di conseguenza, si giungerà a un processo di completa accettazione di se stessi e delle proprie emozioni. È il secondo step per distaccarsene. Gestire le proprie emozioni può infine voler dire imparare ad esprimerle nel modo più utile, magari in solitudine, o scrivendole per assimilarle, o cercando distrazioni, o svolgendo sport.
  2. Dedicarsi a se stessi. Riflettere e dedicare del tempo a se stessi, cercando di vedere le cose con un occhio esterno, ponendo anche dei freni alle proprie emozioni se necessario, imparando quanto si può sopportare da parte degli altri e del mondo esterno. Non ci sono regole prestabilite, ognuno decide in base alla propria sensibilità.
  3. Utilizzare tecniche di distacco emotivo. La mente umana è un mix di razionalità ed emotività, come si è impegnata ad approfondire anche la terapia dialettico comportamentale. La tattica giusta risiede nella volontà di interpellare la parte cosciente del proprio cervello anche durante un’emozione sovrastante, puntando all’equilibrio fra mente razionale e mente emotiva. Raggiungere tale livello di consapevolezza e di distacco emotivo è utile a ritagliarsi uno spazio di empatia nei confronti di qualcuno, ma senza lasciarsene coinvolgere troppo. Per restare consapevoli, le strategie possono essere le più variegate, di per sé anche molto pratiche. Passeggiare, concentrarsi sul presente, prendere le proprie idee come ipotesi dettate dal momento e non come verità assolute, ma anche effettuare esercizi di respirazione. Mantenere il giusto apporto di ossigeno, ma soprattutto concentrarsi sull’equilibrio del corpo, aiuta il fisico ma soprattutto la psiche nel processo di distacco emotivo. Come corollario, prendere l’abitudine di effettuare regolarmente esercizi di bionergetica che agiscano sul distacco, si rivelerà funzionale.

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