Sono sempre più numerosi, eppure negli ultimi tempi se ne è parlato solo per denunciarne la vulnerabilità di fronte alla crisi economica causata dal Covid. I freelance rappresentano una parte importante della forza lavoro, sia nel nostro Paese che all’estero.

Tra loro, le donne sono una minoranza ancora limitata, ma esistono e stanno crescendo, nonostante un gap salariale ancora troppo grande.

Cosa significa essere donna e freelance?

La vita da freelance può essere una scelta vincente per molte donne: può essere un modo per finanziare un’avventura in giro per il mondo, per incrementare le entrate di chi è impegnata come mamma casalinga o un modo per iniziare e lanciare una carriera professionale slegata dai ritmi e dai doveri del lavoro dipendente.

Le freelance possono scegliere l’orario di lavoro, quali lavori prendere o no, rifiutando i clienti che non sono in linea con la propria visione e lavorare solo con persone e progetti che la sposino. Possono scegliere dove lavorare – purché ci si un laptop e una connessione a Internet – e, soprattutto, possono avere un migliore equilibro vita-lavoro.

Attenzione: non stiamo parlando dei miraggi della falsa imprenditoria fai-da-te promessi dal network marketing, secondo cui tutte – in particolare le neomamme – possono trasformarsi imprenditrici di sé stesse con un cellulare (e una rete di amicizie e conoscenze da coinvolgere nel progetto) vendendo bibitoni dietetici. Quello della freelance è un modo diverso di vivere il rapporto con il lavoro, che si libera degli obblighi legati al lavoro dipendente e dai ritmi 9-18 per recuperare libertà e indipendenza, ma che richiede una particolare predisposizione al lavoro in autonomia e per obiettivi.

Questo richiede un impegno e un livello di rischio che non esiste invece per le lavoratrici dipendenti, e una costante necessità di assicurarsi che i clienti e il lavoro siano tali da garantire un salario adeguato, oltre a una maggiore attenzione agli aspetti burocratici e amministrativi come tasse, contributi e scadenze fiscali.

Un rischio e un carico di lavoro aggiuntivo che spesso le donne che oltre alla propria attività lavorativa assumono su di sé anche il cosiddetto “lavoro di cura” – non retribuito ma gravoso in termini di tempo e fatica – spesso non possono permettersi.

Freelance, le differenze tra uomo e donna

La differenza tra uomini e donne freelance è prima di tutto nei numeri: i primi sono sempre più numerosi delle seconde e, secondo i dati della piattaforma per freelance Flexing It, anche il boom di nuovi freelance registrati dopo il COVID-19 (parliamo di una crescita del 200%) non ha interessato allo stesso modo tutti i generi. Le donne, infatti, rappresentavano meno del 30 percento delle nuove registrazioni e solo il 20 percento dei talenti attivi sulla piattaforma.

Ma non finisce qui: secondo lo stesso sondaggio le donne freelance guadagnano meno degli uomini e il divario retributivo di genere aumenta man mano che aumentano i livelli di esperienza, che prevedono compensi più bassi per le donne parità di competenze ed esperienza.
Secondo i dati della piattaforma, il reddito medio delle donne freelance è inferiore a quello degli uomini addirittura del 35 per cento.

Quando le donne scelgono di lavorare come freelance hanno un grande successo nello sfruttare la flessibilità, tuttavia il lavoro indipendente rimane una strategia di carriera nel complesso molto sottovalutata per le donne. Che, nella libera professione come nel lavoro dipendente, devono anche combattere contro il sessismo ancora imperante nei luoghi di lavoro e faticare per affermare le proprie competenze e professionalità.

Donne freelance: 2 consigli (più uno)

Come cavarsela, allora, e cercare di ottenere il massimo dalla vita da freelance? Tia Meyers, freelance di lungo corso e fondatrice di Freelancing Females, un piattaforma online – che conta una commenti Instagram di oltre 200k follower e un gruppo Facebook con oltre 50.000 iscritte – dove le donne freelance potessero connettersi tra loro su opportunità di lavoro, retribuzione e come navigare nell’espansione freelance e gig economy, ha riassunto le due cose che secondo lei ogni donna freelance dovrebbe sapere:

1. Inizia con un contratto solido

È importante avere sempre un contratto che stabilisca per iscritto il tipo di lavoro da effettuare, le tempistiche, l’onorario e i termini di pagamento, le scadenze, una clausola di indennizzo che protegga da eventuali perdite o responsabilità e altro ancora. L’ideale sarebbe far redarre il contratto-tipo da un legale; se per motivi economici o di tempo questo non è possibile, su Internet ci sono dei template da scaricare come base di partenza, come quello realizzato da The Freelancers Union.

2. Ottieni il massimo da una community online

Il consiglio di Jordan, che si è unita a Freelancing Females nel 2019, è di trovare la community giusta per supportarti nella tua nuova esperienza lavorativa. Quindi, essere attivo. Il trucco è trovare uno spazio in cui puoi condividere comodamente le tue esperienze, soprattutto se c’è qualcosa di cui sei curiosa o con cui hai difficoltà.

I social possono rappresentare un’ottima risorsa, così come blog e podcast (come, ad esempio, All the Freelance Women’s) o come le piattaforme che uniscono le freelance (Women Who Freelance, ad esempio), che possono rappresentare sia un’occasione di visibilità e una vetrina per i clienti, sia una rete di supporto per chi svolge questa attività.

In Italia, nel mondo del digital è ad esempio attivo Digitazon, che unisce proprio queste due anime ed è pensato «sia per chi vuole trovare nuove opportunità professionali e trovare nuovi clienti, sia per chi vuole un supporto concreto nella gestione della propria professione».

A questi, aggiungiamo un terzo consiglio che si ritrova spesso in tutte le comunità di freelance e che può essere una vera salvezza per chi inizia questo lavoro:

3. Impara a dividere la vita lavorativa da quella personale

Questo significa: non utilizzare il tuo telefono personale, mantieni una divisione tra la tua casa e il tuo spazio di lavoro, non sentiti in colpa a prendere una vacanza e cerca di individuare quando è il momento di staccare. Se puoi, affidati a un professionista per gestire tutta la parte burocratica e amministrativa, così da poterti concentrare solo sul tuo lavoro e dedicare il resto del tempo a te e alla tua vita!

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