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8 cose importanti da sapere se la pandemia ti ha messo in difficoltà economiche

Gli effetti diretti e indiretti della pandemia sono sempre più pressanti, soprattutto nella sfera del benessere privato. E, anche se le difficoltà finanziarie non possono essere aggirate in questo periodo così complicato, i modi per alleviarle (e soprattutto, non diventare una vittima di violenza economica) esistono.

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Secondo una recente indagine IPSOS presentata al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), l’Italia dell’era pandemica è più povera, con meno prospettive e meno orientata a valorizzare il lavoro delle donne, vera spinta del welfare nazionale (secondo il 75% degli intervistati). 

I dati fotografati dalla ricerca confermano che il ceto medio si è ridimensionato, passando dal 40% pre-Covid al 27% attuale, e che i sentimenti più diffusi rispetto alla situazione economica sono paura, attesa, delusione, tristezza e rabbia.

Dati, questi, confermati anche dall’ISTAT, che ha recentemente aggiornato i valori del suo report 2020, uno dei più duri da digerire rispetto alla condizione professionale della donna in epoca pandemica: quello in cui si confermava che, su 110 mila posti di lavoro persi nell’anno di avvio del Covid, 99 mila erano di donne.

Il trend 2021, con il report relativo (anche se non definitivo), inquadra una situazione stabile anche se allarmante: disoccupazione al 10,2% e quasi 700 mila inattivi, ovvero persone che non cercano un lavoro. Tra di loro ci sono soprattutto over 50 e donne.

Va da sé che, ampliando lo zoom e analizzando la situazione europea, il dato più inquietante rimane quello della disparità tra uomo e donna. La posizione femminile nel quadro internazionale della crisi economica attuale è ben cristallizzata in un massivo report del Parlamento Europeo, che, a un anno dallo scoppio della pandemia, ha cercato di analizzarla dal punto di vista della gender equality. Il risultato? Settori tipicamente a impiego femminile (assistenza e cura dei bambini, assistenza domestica, segretariato) sono stati messi in pausa, ridimensionati o addirittura cancellati dal Covid. E le donne che ancora un lavoro ce l’hanno vivono con l’angoscia di perderlo da un momento all’altro, per via della crisi economica ( l’84% delle intervistate ha detto di sentirsi così).

Secondo il Global Gender Gap 2021 del World Economic Forum, ci vorranno 135,6 anni (contro i 99 precedenti alla pandemia) per parificare i conti con l’uguaglianza di genere. Un dato che diventa ancora più pressante se pensiamo alle donne che hanno perso o perderanno il lavoro nei prossimi mesi, lasciando il controllo della propria indipendenza, favorendo un incremento delle disparità e ampliando, in certi casi, il fenomeno della violenza finanziaria.

La serie di podcast di Global Thinking Foundation, fondazione che si occupa di sensibilizzare sul tema della violenza finanziaria spingendo su educational ed empowerment, è un ottimo strumento di conoscenza per provare a colmare questo gap. Gli approfondimenti contenuti della serie Finanza 4.0 – come si evolve l’economia ai tempi del Coronavirus #GLTACasa) sono webinar e focus su temi che sentiamo quotidianamente snocciolare a tg e giornali (economia, finanza, attualità), spiegati in un linguaggio semplice e intuitivo. Ascoltarli è uno dei modi per provare a colmare le discrepanze salariali e sociali puntando tutto su consapevolezza e informazione e limitare le conseguenze della situazione economica attuale sul lavoro (e i soldi) delle donne.

Perché la pandemia ha scatenato la violenza economica

Secondo una ricerca di McKinsey&Company sulla situazione delle donne in epoca Covid-19, la pandemia ha capovolto alcuni traguardi raggiunti prima dello scoppio della pandemia, come una sempre crescente stratificazione di donne in posizione di potere in alcune delle compagnie più rilevanti del mondo e una percezione diversa della forza lavoro femminile.

Stando al report presentato per la Festa della Donna 2021 però, la pandemia ha spazzato quel poco che le donne avevano faticosamente guadagnato.

I sondaggi hanno palesato l’intenzione di molte professioniste e lavoratrici di ridurre l’orario di lavoro o di lasciarlo del tutto in virtù della situazione, che spesso prevede la gestione dei figli a casa da scuola. E che le donne sentono più pressione degli uomini, quando decidono di stringere i denti e mantenere in equilibrio vita privata e professionale. Il burnout incombe soprattutto su di loro. Risultato di questo quadro: la violenza economica, che si appiglia a situazioni di instabilità finanziaria, si diffonde. 

E diventa la normalità in quelle famiglie in cui il controllo sulle finanze del partner si trasforma in un modo per privarlo della sua individualità.

Chi perde il lavoro (o chi è costretto a rinunciarci) cede anche il potere dell’indipendenza. Non solo: passa nelle mani del partner anche la possibilità di spendere i propri soldi per visite mediche, generi di prima necessità o lussi di ogni tipo. La violenza economica, che la Global Thinking Foundation col suo lavoro quotidiano cerca di svelare (anche grazie a strumenti come i podcast dedicati a finanza e attualità della serie Finanza 4.0 #GLTACasa) ha bisogno di maggiore consapevolezza, perché non sempre è facile riconoscersi (e accettarsi) come vittima. 

Sostegni, aiuti, bonus per superare le difficoltà: 8 cose da sapere

Molte donne, nel quadro di precarietà mondiale del momento storico che stiamo vivendo, sono a rischio. E anche se ancora non rispondono al profilo della vittima di violenza economica, potrebbero diventarlo in un futuro prossimo.
Comprendere le possibilità che si hanno a disposizione tra bonus, sostegni, congedi e contributi (sia contestuali al periodo, che disponibili in ogni caso) può essere un buon modo per riprendere in mano la propria indipendenza economica. E per imparare a non cederla a nessuno, neanche a chi di quel potere immenso vuole appropriarsi, a discapito della libertà personale del partner.
Ecco i più importanti legati alla pandemia e inclusi nei vari decreti di sostegno e i bonus richiedibili da chi è in difficoltà.

1. Nuovo reddito di emergenza 2021 per famiglie in difficoltà

Come riportato dal Sole24Ore, nel DL Sostegni del 23 marzo 2021 è previsto una fetta molto importante di stanziamenti per coloro che hanno bisogno di liquidità in questi tempi duri di crisi economica. 

Secondo il report della Caritas uscito nel 2020, sono tantissime le famiglie che patiscono a causa del Covid, “nuovi poveri” che fino a pochi mesi fa non facevano alcuna fatica a pagare le spese e a occuparsi di casa, figli e necessità personali. La pandemia ha però cambiato tutto, ampliando la platea di singoli e famiglie che hanno bisogno di aiuto immediato. Il peso di questa crisi ricade sulle donne e sui bambini in particolare: con il nuovo reddito di emergenza sono stati modificati (e allargati) i criteri di accesso al bonus, per cui sono stati stanziati in totale circa 1,1 milioni di euro. Nel DL Sostegni sono previsti anche 1.200 euro ai disoccupati (in tre rate da 400 euro mensili) che vengono riservati a chi non percepisce più l’indennità della NASPI al 28 febbraio 2021.

Maggiori informazioni saranno disponibili all’erogazione dello stanziamento sul sito dell’INPS.

2. Assegno unico per figli a carico

L’assegno unico per figli a carico fino a 21 anni è approdato in Gazzetta Ufficiale agli inizi di aprile 2021. Il sostegno punta a fornire aiuto mensile ai nuclei familiari che, presentando l’attestazione ISEE, ne faranno richiesta. Il riconoscimento vale per ogni figlio a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del ventunesimo anno, con un importo variabile a seconda dell’ISEE presentato.

3. Congedo parentale Covid 2021 e bonus babysitter

Uno dei più grandi limiti del lavoro delle donne è che spesso non vengono messe in condizioni di poter lavorare, investire nella carriera o semplicemente dedicare del tempo per la formazione e la crescita professionale. Soprattutto in epoca Covid, con figli in DAD o a casa per quarantene obbligatorie, la situazione si complica: i report ci confermano che sono più spesso le mamme a rinunciare al lavoro (magari modulando l’orario e dunque percependo meno stipendio) per seguire bambini e ragazzi a casa.

Le soluzioni però ci sono: la prima è il congedo parentale Covid 2021, presente nel Decreto legge numero 30 del 13 marzo 2021 (e valido fino a giugno di quest’anno), che dà la possibilità di lavorare in smart working ai lavoratori dipendenti con una retribuzione dell’INPS del 50% dello stipendio. Per gli autonomi c’è invece il Bonus Babysitter, che con un importo di 100 euro a settimana (per figli fino a 14 anni) di certo non solleva le famiglie – e le mamme – dall’impegno costante che i figli richiedono e non permette di pagare un aiuto per molte ore, ma rimane pur sempre un diritto usufruibile e cumulabile con altri sostegni in questi periodi difficili.

Per approfondimenti: “Congedi retribuiti e bonus babysitter per chi ha figli a casa”, puntata 10 della serie Finanza 4.0: l’economia e il Coronavirus #GLTACASA, il podcast di Gobal Thinking Foundation

4. Bonus mamma domani 2021

Un altro sostegno che va incontro alle donne e indirizzato alle mamme in attesa, senza limiti di reddito, previa presentazione della domanda all’INPS. Si tratta di un bonus di 800 euro e riguarda anche i genitori che adottano (e  in affidamento preadottivo).

5. Sospensione rata mutuo

Secondo il Fondo di solidarietà (chiamato anche “Gasparrini”) già esistente prima della crisi sanitaria, è possibile sospendere il pagamento delle rate di un mutuo per 18 mesi, se ci si trova in difficoltà nel sostenerle in un dato periodo. Nel 2020, circa 350 mila famiglie hanno fatto richiesta della sospensione mutuo e la possibilità è stata prorogata anche al 2021. In epoca Covid i requisiti per accedere alla sospensione delle rate si sono allargati: chi ha un mutuo sulla prima casa (fino a 400 mila euro) e ha subito un drastico abbassamento del reddito a causa della crisi sanitaria può richiedere il congelamento delle rate alla propria banca.
Contestualmente alla situazione pandemica non serve presentare l’ISEE, ma solo fare domanda alla propria banca dopo aver accertato di avere i requisiti adatti: anche chi ha già usufruito in passato del Fondo di solidarietà può richiederlo nuovamente. Un buon modo per riprendere fiato in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo.

Per approfondimenti: “Sospendere il pagamento della rata del mutuo: Economia e solidarietà”, puntata 13 del podcast #GLTACASA

6. Cassa integrazione, la cassa in deroga e l’assegno ordinario

Ci muoviamo nell’ambito degli ammortizzatori sociali che sostengono chi ha perso il lavoro o deve ridurre l’orario per via della crisi economica, su cui spesso c’è molta confusione. 

Per quanto riguarda la cassa integrazione e guadagni, ovvero la prestazione economica della durata di 24 mesi anche continuativi con retribuzione pari all’80% della retribuzione, può essere distinta in:

  • ordinaria, per i lavoratori dell’industria e dell’edilizia in caso di riduzione e sospensione dovuta a fattori aziendali non prevedibili
  • straordinaria, erogata nei casi di ristrutturazione, riorganizzazione o conversione/crisi aziendale di cui possono beneficiare le imprese edili, industriali e artigiane con almeno 15 dipendenti 
  • straordinaria in deroga, in cui rientrano tutti i lavoratori che non si incasellano nelle precedenti categorie

Esiste poi l’assegno ordinario del fondo di integrazione salariale che va ai lavoratori delle aziende di determinati settori che non possono usufruire della cassa integrazione ordinaria.

Nei Decreti Cura Italia e Rilancio legati all’emergenza Covid sono state potenziati e prorogati i provvedimenti di tutela del reddito (oltre che il blocco dei licenziamenti fino a giugno 2021): gli aggiustamenti sulla cassa integrazione ordinaria prevedono la possibilità di richiederla per ulteriori 13 settimane tra il 1 aprile e il 30 giugno 2021; le piccole imprese possono invece richiederla per ulteriori 28 settimane tra aprile e il 31 dicembre 2021 tramite assegno ordinario e cassa integrazione in deroga.

Per approfondimenti: “Un po’ di chiarezza su Cassa Integrazione, Cassa in Deroga e Assegno Unico”, puntata 12 del podcast #GLTACASA

7.Telemedicina e accessibilità sanitaria

Una delle conseguenze della violenza economica è che molte donne vengono costrette a non curarsi o a non seguire la propria salute, perché non hanno i soldi per fare visite mediche a causa di un partner che li controlla per lei, negandoglieli.
Esistono però dei supporti in tal senso, come racconta un episodio del podcast “Finanza 4.0 come si evolve l’economia ai tempi del Coronavirus” di Global Thinking Foundation dedicato alla telemedicina, la nuova frontiera dell’assistenza sanitaria che si è modellata e potenziata in epoca pandemica. La telemedicina punta a migliorare il servizio offerto ai cittadini, rendendolo più smart e accessibile.
Anche se ci sono ancora molti problemi legati alla parificazione dei diritti in ambito sanitario (basta pensare alla situazione dei vaccini anti-Covid e alle discriminazioni con le categorie sociali più a rischio), quello della telemedicina potrebbe essere un espediente per aggirare le difficoltà di una donna che non ha più la libertà di accedere a cure mediche, rendendo più fluido e accessibile in autonomia il rapporto con i medici e gli specialisti.

Per approfondimenti: “Telemedicina e Virtual Clinic: la rivoluzione medica accelera sul digitale”, puntata 14 del podcast #GLTACASA

8.Bonus all’imprenditoria femminile

Nella Legge di Bilancio 2021 rientra anche il Fondo a sostegno delle imprese al femminile, che prevede per il prossimo biennio 20 milioni di euro per promuovere e sostenere il lavoro delle donne. Si tratta di contributi sia a fondo perduto che a tasso zero o agevolato per avviare attività o startup e incentivare così l’imprenditoria al femminile, spesso sottovalutata nel piano sociale e politico del paese.

Fonti per l’articolo

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Global Thinking Foundation nasce nel 2016 con lo scopo di promuovere l’educazione finanziaria, con una particolare attenzione alle donne e all’uguaglianza di genere.

 

  • I soldi delle donne