Molti pensano ancora che il matrimonio possa essere definito tale solo se si condivide la maggior parte della vita con la persona che si è sposata; sicuramente, se con questa si condivide il letto. In realtà, sempre più coppie optano invece per il cosiddetto “divorzio del sonno“, che ovviamente non è una vera separazione di fatto, ma semplicemente la scelta, condivisa e dipendente da varie ragioni, di dormire in camere separate.

I critici spesso usano definire questa come una soluzione “di comodo”, per evitare di non riuscire a sopportare più, alla lunga, alcuni difetti del partner (come il russare, ad esempio); insomma l’idea di molti è sostanzialmente “facile andare d’accordo così, senza dormire insieme!”

In realtà moltissime coppie longeve scelgono di vivere non solo in letti separati, ma anche in case diverse. Il fenomeno del LAT – Living Apart Together – è infatti in grandissima espansione, ma anche nel passato c’è qualche esempio famoso di coppia che ha scelto di vivere separatamente. È, ad esempio, il caso di Frida Kahlo e del marito Diego Rivera che, da sposati, hanno deciso di abitare in due case indipendenti, unite da un ponte.

Insomma, come molte altre cose che girano attorno al matrimonio, anche l’idea della coppia eteronormata che condivide spazi e casa è uno stereotipo della società.

Cos’è il divorzio del sonno?

Come abbiamo già accennato, il divorzio del sonno è semplicemente la scelta, attuata dalle coppie, di dormire in camere separate, oppure in tempi diversi.

Se pensate che questa sia una soluzione che riguarda un’esigua minoranze di persone impegnate in un relazione, sappiate che non è proprio così: secondo un sondaggio, solo nel Regno Unito il 15% delle coppie circa dorme separatamente, con esempi celebri. Su tutti, la regina Elisabetta, ma anche Gwyneth Paltrow, che con il secondo marito Brad Falchuk ha scelto case separate, per non “urtare” la sensibilità dei figli avuti dalle precedenti unioni, e di dormire assieme solo quattro notti a settimana.

Anche in Italia il divorzio del sonno è praticato da molte coppie, famose e non; da Maria de Filippi e Maurizio Costanzo a Mara Venier e Nicola Carraro, nessuno trova scandaloso non condividere il letto con il proprio partner, e la longevità di queste coppie dimostra anche che scegliere di dormire da separati non incida per nulla sulla serenità del rapporto, né sia sintomatico di una crisi.

Perché tante persone scelgono il divorzio del sonno?

Alla base della decisione ci possono essere le più disparate ragioni; quel che è certo è che la pandemia di Covid-19 ha imposto ad alcune persone di praticare il divorzio del sonno, ad esempio nel caso di un componente della coppia a rischio o risultato positivo al virus.

Ma i motivi possono essere davvero molti: dai diversi orari di lavoro e di vita della coppia (pensiamo se uno dei due ha un lavoro notturno, ad esempio), passando ai vari disturbi del sonno, come sonnambulismo, apnee notturne o russamento. Rispetto a quest’ultimo punto, un articolo pubblicato nel 2016 su Chronobiology International ha rilevato come dormire con qualcuno che russa influisca in maniera negativa sulla qualità del sonno.

Secondo il National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS), il sonno è molto importante per consolidare i ricordi, ricostruire i muscoli, e dormire poco e male può invece dare campo libero a problemi come ipertensione, diabete, depressione.

Divorzio del sonno, benefici e vantaggi

Il primo vantaggio è proprio questo, ed è il principale: allontanarsi da un partner che russa può permetterci di dormire serenamente, senza ripercussioni sulla qualità del nostro sonno.

Ci sono però anche ragioni psicologiche che potrebbero rendere vantaggioso il divorzio del sonno, ad esempio la possibilità di poter godere di uno spazio personale in cui coltivare le proprie passioni. Ad esempio, a molte persone piace leggere fino a tardi con la luce accesa, e dormire in una casa separata potrebbe consentire loro di praticare questo hobby, senza il timore di disturbare il partner.

Dormire serenamente, senza interferenze o disturbi vari, influisce positivamente sull’umore e, di conseguenza, anche sul rapporto con il partner, che si ritroverà piacevolmente rilassati e distesi al mattino.

Divorzio del sonno, gli svantaggi

Condividere lo stesso letto per la coppia ha però anche una serie di significati profondi, almeno secondo i detrattori del divorzio del sonno, fra cui la terapeuta Hilda Burke, che al Daily Telegraph ha spiegato:

È a letto che le coppie possono avere conversazioni private e intime senza la presenza dei loro figli o di altre persone, questo momento privilegiato rischia di scomparire se i componenti della coppia dormono da soli.

Burke ha inoltre aggiunto che, generalmente, gli stimoli sessuali provengano principalmente proprio dalla vicinanza fisica tra i partner. Insomma, si recupera uno spazio personale, ma si perde una dimensione di intimità con il proprio partner, almeno secondo la terapeuta. Dopo tutto, però, è solo questione di gusti, e di scelte.

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