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Proprio come un qualsiasi altra parte del nostro corpo, la vulva viene con noi ovunque. Eppure di lei sappiamo poco, pochissimo: spesso la confondiamo con la vagina e pur essendo compagna di infiniti viaggi (il sesso, il parto e via dicendo) non è che ci venga in mente di farci due chiacchiere faccia a faccia.

Insomma, scoprire di cosa è capace una vulva, com’è fatta e che aspetto ha non dovrebbe essere poi così strano, considerato che fa parte del corpo femminile come le braccia, o la lingua. È proprio perché sappiamo di averla ma non la conosciamo abbastanza che spesso si creano pregiudizi, si diffondono leggende metropolitane, si comincia a credere di avere qualche problema lì, come se esistesse una vulva standard a cui riferirsi. 

Sia chiaro: la vulva standard non esiste, nel senso che non ne esiste una uguale alle altre. Ed è arrivato il momento – per far fronte a una disinformazione che causa disagi già nelle giovanissime, come vedremo a breve – di dirlo e, persino, di celebrarla nella sua diversità, come fatto per esempio nella canzone Viva la vulva ideata dall’azienda Essity per Nuvenia in un video bellissimo in cui vulve diverse tra loro, per colore, dimensione, col pelo e senza, simmetriche e non cantano il loro inno. Nessuna fa da modello: perché la vulva “zero” non esiste.

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Secondo alcuni dati riportati dai brand Bodyform e Nuvenia dell’azienda Essity, il 73% delle donne intervistate non ha idea di dove sia la sua vulva. La maggioranza, inoltre, la confonde con la vagina.

In risposta a questi dati, The British Association of Paediatric and Adolescent Gynaecology ha lanciato un progetto per sensibilizzare le ragazze e le bambine sul proprio apparato genitale. Si chiama “So, what is a vulva anyway” e mette al proprio posto ogni elemento anatomico di vulva, vagina e in generale dell’apparato riproduttivo con disegni, illustrazioni e un linguaggio semplice ed intuitivo.

In questo senso parlare di vulva, di vagina e in generale di apparato genitale femminile vuol dire diffondere una corretta informazione sull’anatomia umana, ma non solo. Significa anche abbattere un pregiudizio duro a morire secondo cui ciò che non si vede, in fondo non esiste. O peggio, che possa essere sbagliato o non avere la forma giusta.

E allora proviamo a mettere 9 punti fermi sulla tua vulva, che probabilmente non conosci:

1. Vulva e vagina non sono la stessa cosa

La strada giusta per dissipare queste ombre è partire dalle basi: vagina e vulva non sono la stessa cosa e, spesso, usiamo la parola vagina in modo scorretto (per indicare la vulva). La vulva in realtà è tutto ciò che è esterno, si vede (e si tocca) ed è composta dal Monte di Venere, grandi labbra, piccole labbra, clitoride e ovviamente l’apertura della vagina e dell’uretra. La vagina invece non si vede (ma volendo la si può toccare): è un organo cavo ed elastico lungo circa 8 centimetri che comincia nella vulva e termina all’inizio del collo dell’utero.  

E questo è il primo, grande equivoco sulla vulva: chiamarla con un nome che non è il suo. Non è il solo e tanti sono legati al modo in cui funziona e al suo aspetto esteriore.

2. Come è fatto l’apparato riproduttivo femminile

Una ricerca dall’Associazione The Eve Appeal sulle donne inglesi ha svelato che:

  • il 65% ha molti problemi a usare la parola “vulva” o “vagina”;
  • il 40% delle ragazze tra i 16 e i 25 anni preferisce usare un altro nome per riferirsi alle proprie parti intime;
  • sono sempre le giovanissime a non saper identificare gli elementi costitutivi di un apparato genitale femminile sia esterno che interno, dalle labbra alla cervice fino alle ovaie;
  • solo la metà delle donne tra i 26 e i 35 anni ha saputo indicare correttamente la vagina su un’illustrazione;
  • le più “educate”, come si evince dal sondaggio, sono le donne tra i 66 e i 75 anni.

Questo sondaggio lascia intendere che non solo il vocabolario essenziale della ginecologia ma anche la posizione degli elementi costitutivi del sistema riproduttivo femminile spesso sono un mistero: anche ciò che si vede, come le piccole e le grandi labbra, non vengono spesso riconosciute.

apparato riproduttivo femminile
Fonte: iStock

Oltre alle labbra, ciò che si vede in un apparato riproduttivo femminile sono l’uretra e il clitoride, o almeno la sua sommità. Ma è ciò che non si vede che spesso manda in confusione anche chi di vagina è “portatrice consapevole” (o crede di esserlo). Cervice, utero, tube di Falloppio, ovaie e canale vaginale sono solo alcuni dei suoi elementi costitutivi, ognuno con una sua funzione specifica, una sua forma e ovviamente una posizione.

3. Le vulve sono tutte diverse

Spesso ci troviamo a confrontare pezzi del nostro corpo con quelli di altre donne e anche la vulva è inclusa nel paragone. Un sondaggio dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery in UK ha verificato che, tra il 2015 e il 2016, c’è stato un incremento del 45% delle richieste di labioplastica che ha coinvolto anche ragazze sotto i 18 anni, come riporta il Servizio Sanitario Nazionale britannico (NHS). 150 di loro ne avevano meno di 15.

Il progetto Vagina Dispatches del The Guardian che ha lanciato una serie di video per educare le giovani donne sui temi dell’anatomia femminile, comprende anche un invito ai lettori del quotidiano a disegnare una vulva per creare un quadro il più rappresentativo possibile della loro diversità. Il risultato di questo invito è un colorato affresco di vulve che raccontano di come siano tutte diverse per forma, colore e dimensione: non c’è uno standard. Le labbra, come dimostrato dalle ricerche citate, cambiano dimensione in base a diversi fattori. Così come evolve il corpo di una donna, cambia l’aspetto dei suoi organi genitali anche se lei non se ne accorge. Non esiste un colore univoco con il quale definire una vulva, o una clitoride. E potremmo parlare di differenze, normali, a lungo.

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4. La clitoride non è “solo” quello che sembra

Molte donne non sanno che la clitoride è più sensibile del pene: questo perché, nonostante le sue dimensioni che possono sembrare small, ha più di 8 mila terminazioni nervose. Quasi 4 mila in più di un normale pene. Ma soprattutto non immaginano che “sotto” la clitoride ci sia un mondo: non solo quello che si vede, ma soprattutto ciò che non si vende rende la clitoride ciò che è. L’anatomia dice che all’interno si estende per circa 12 centimetri.

5. Il parto è l’evento che più di tutti cambia una vulva

Anche se non per sempre: insieme alla vagina durante un parto naturale anche la vulva è impegnata nell’espulsione di un piccolo essere umano. Prima, durante e dopo questo evento, subisce dei cambiamenti: gli ormoni della gravidanza modificano la forma e l’aspetto della vulva già prima del parto; dopo, le grandi labbra possono gonfiarsi mentre le piccole labbra sembrano quasi distendersi. Sono cambiamenti soggettivi, così come soggettiva è la loro durata.

6. La vulva cambia e invecchia

Anche se non ce ne accorgiamo, la vulva cambia a ritmi serrati. Clitoride, labbra e persino il canale della vagina non rimangono gli stessi quando sono impegnati in un rapporto sessuale. Si gonfiano, raddoppiando quasi le loro dimensioni. 

Come qualsiasi altra parte del corpo, del resto, anche la vulva invecchia e lo fa per gradi. Ogni decade della vita di una donna scandisce cambiamenti non solo funzionali ma anche estetici della vulva, dalla pubertà alla menopausa. 

7. La vagina è autopulente

Un’altra curiosità sulla vagina è che è autopulente: durante la pubertà e fino ai 30 anni circa la vagina si auto-pulisce grazie alle secrezioni vaginali. Il PH della vulva rimane sui 4.5 (non acido, ma neanche neutro) per rendere inospitale l’ambiente per i batteri. In pratica è un sistema autosufficiente che si mantiene pulito e sano da solo per la maggior parte della vita di una donna.

8. La pipì non esce dalla vagina

Le ragazze intervistate per il sondaggio di The Eve Appeal hanno confuso l’uretra con l’ingresso della vagina. Questo perché in tante non sanno che la pipì non esce della vagina: è l’uretra l’orifizio deputato all’espulsione dell’urina. Nella vulva ci sono due buchi, uno dei quali corrisponde all’inizio del canale vaginale (che “usiamo” per i rapporti sessuali o per il parto naturale). L’altro è proprio l’uretra.

9. Ogni vagina ha un odore diverso

 Non esiste un modello zero di vulva e neanche un odore universale. Le perdite, soprattutto se inodori o biancastre, sono secrezioni vaginali che servono per mantenere intatto l’ambiente e la flora e per far stare bene anche la vulva. Il suo odore, proprio come quello della pelle, cambia da donna a donna e segue il ciclo mestruale (quindi può modificarsi più volte nell’arco del mese).

Il dibattito sulla vulva è aperto

viva la vulva nuvenia
Dal video “Viva la vulva”, campagna Essity per Nuvenia

Quando si parla di vulva non esiste una normalità di riferimento. L’arte in questo è maestra perché negli anni, attraverso mostre incredibili, ha messo in scena il femminile aprendo – letteralmente – decine di vulve nei musei per mostrare quanto siano diverse.

E anche la tv ha deciso quantomeno di citarla, soprattutto nelle serie femministe in cui le cose si chiamano col loro nome, senza eufemismi, e la scoperta dei propri organi genitali aiuta a essere più consapevoli della propria forza esteriore. Da Sex and the City (HBO) a Girls (HBO) passando per Fleabag (Prime Video), la tv sta contribuendo ad abbattere stereotipi ma, nonostante gli sforzi di normalizzare un dibattito sulla vulva, la strada per dissipare dubbi e questioni su di lei è ancora in salita.

La pornografia è, ovviamente, la colpevole numero uno quando si parla di “vergogna della vulva”. Perché se da un lato le mostra e le svela, dall’altro la sfilata di vulve uguali, perfette e simmetriche tende a far credere che tutte debbano essere così. Ma anche in questo settore il femminismo sta mettendo piede e le cose stanno mutando.

Il rischio di non parlare di vulva o avere termini di riferimento errati sta nel pensare che la propria sia sbagliata: una cosa da non mostrare, neanche a se stesse, nella solitudine di una stanza con le gambe aperte davanti a uno specchio. Quando invece è proprio questo il suo grande potere: conoscerla, farsela alleata, scoprirla come parte di carne, tessuti e sangue che ci appartiene.

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Nuvenia, tra i principali brand nel settore degli assorbenti femminili, supporta le donne nei giorni del ciclo, per garantire loro massimo comfort e benessere, ed è al loro fianco per abbattere stereotipi e tabù sulle mestruazioni.
Nuvenia è un marchio Essity, azienda leader nel settore dell’igiene e della salute.

  • Chiamiamo le cose col loro nome