Essere felici oggi sembra un obiettivo impossibile, specialmente tra i più giovani. La percezione diffusa di non riuscire a raggiungere gli obiettivi preposti, a realizzare i propri sogni, dà la sensazione di insoddisfazione e infelicità. Il colpevole di questo fenomeno è chiamato expectation gap, e rappresenta la differenza tra le aspettative troppo alte di una persona e la realtà.

Vediamo di capire meglio cos’è l’expectation gap e come questo impatta sulla felicità della società.

Perché non siamo mai davvero felici?

Ricerche e dati sulla società mostrano come le persone non riescano mai a definirsi e sentirsi davvero felici, nonostante sembrino avere e possedere tutto. Il mondo in cui viviamo oggi, e si parla in questo caso dei Paesi dell’Occidente e del Nord Europa, ha raggiunto una buona stabilità economica, tecnologie sempre più avanzate, mezzi comodi e veloci. Ognuno di noi ha a disposizione tutto il necessario per vivere bene, in maniera soddisfatta. Eppure così non accade, specialmente tra i più giovani, i millennials, che vivono in uno stato di perenne insoddisfazione.

Le generazioni precedenti, figlie di genitori del dopoguerra, avevano come obiettivo di vita la stabilità di un lavoro e di un luogo fisso da chiamare casa. Ma col passare dei decenni la sicurezza è diventata routine, e i genitori dei ventenni di oggi vogliono di più per i loro figli. Promettono loro che tutti i loro sogni si potranno realizzare, e che investiranno tutto il possibile per permetterlo.

Il vero problema nasce soprattutto quando i ragazzi attuano il passaggio dalla scuola, specialmente l’università, al mondo del lavoro, e scoprono che la realtà non rispetta le aspettative.

Significativo per comprendere l’idea sul perché non siamo mai felici è l’intervento di Nat Ware su Tedx Talks. Economista e imprenditore, Ware ha cercato nei suoi studi di trovare la risposta al perché non siamo felici, e ha trovato quella più credibile e convincente nell’expectation gap. Dice infatti nella conferenza che

siamo infelici quando le nostre aspettative della realtà superano le nostre esperienze della realtà, quando l’aspettativa supera la realtà. E mi piacerebbe chiamare questo fenomeno “Expectation gap”.

Cos’è l’expectation gap?

expectation gap
Fonte: iStock

L’expectation gap è quindi definito come la differenza tra le aspettative di come dev’essere la realtà e la realtà stessa. In particolare quando appunto queste aspettative sono molto più grandi ed elevate rispetto alla possibilità. La perfezione non esiste, e la vita è troppo imprevedibile per porsi delle aspettative irraggiungibili. Molto spesso pensiamo che se facciamo una scelta, non sarà quella perfetta, e potrebbe esserci qualcosa di meglio fuori.

L’infelicità dell’expectation gap deriva quindi non dalle scelte di vita che facciamo, ma dal processo stesso di decisione. Ossia, davanti a più opzioni tra cui scegliere, che possono essere che lavoro fare, cosa fare questa sera, il luogo in cui andare in vacanza, chi votare alle elezioni, ecc., una persona cerca quella che offra di più a un determinato prezzo. In questo modo, qualunque altra opzione sembra non abbastanza, peggiore.

Il solo fatto di scegliere la cosa che pensiamo ci darà la più grande felicità, quel processo decisionale, è la cosa che effettivamente mina la nostra felicità. Perché quando sperimentiamo la realtà è molto probabile che quella non sia all’altezza delle nostre aspettative. È questo che porta alla delusione, all’insoddisfazione.

Inoltre, l’expectation gap fa in modo che anche una volta raggiunto l’obiettivo prefissato, una persona non si senta ancora felice. L’expectation gap crea l’illusione costante che ci si stia accontentando, che ci sia qualcosa di meglio ad aspettarci. Il benessere diffuso della società di oggi rende tutto a portata di mano, compresa la possibilità di vedere il mondo attraverso uno schermo, e vedere la realtà deformata dai social network e dai filtri di Instagram.

Expectation gap in psicologia

Secondo la psicologia, l’expectation gap deriva dalla necessità dell’essere umano di ordinare e razionalizzare la realtà caotica. Dai social, dalla tv, dalle esperienze sempre più apparentemente originali e incredibili degli altri, arrivano milioni di input al nostro cervello. Cercando quindi di dare una risposta a cosa serve per raggiungere la felicità, gli standard sono troppo elevati e incompatibili con la realtà e la vita di tutti.

Questo diventa una grande fonte di stress e preoccupazione, genera l’ansia di non sapere cosa fare, non fare abbastanza e non riuscire ad ottenere ciò che si desidera. Dal punto di vista psicologico, è un fenomeno preoccupante perché al giorno d’oggi abbiamo troppi stimoli ed esempi irrealistici, cosa che, come abbiamo detto in precedenza, colpisce in modo particolare i più giovani, che ancora devono scegliere la loro strada.

Expectation gap e cherofobia

L’expectation gap, ossia avere aspettative troppo alte rispetto alla realtà realizzabile, provoca nei millennials uno stato costante di ansia e di incapacità a raggiungere la soddisfazione. Questa serie di disturbi può sfociare anche nella cherofobia, ciò che i medici definiscono come una vera e propria paura della felicità. Non è la felicità stessa a fare paura, ma la possibilità che questa svanisca. Ciò che spaventa è la fine del periodo di serenità, che secondo chi ne soffre è inevitabilmente seguito da un momento di tristezza e negatività.

La cherofobia porta a non fare nulla per non intaccare la tranquillità apatica della propria vita. Qualsiasi cosa che possa portare a un incontro o un’esperienza felice. I pazienti si trovano a non uscire di casa, non andare a feste o eventi, e evitano in generale i contatti con le persone e qualsiasi tipo di relazione. Questa condizione non è ancora riconosciuta tra i disturbi psicologici, e per questo non esiste una cura. Tuttavia, si sta portando l’attenzione su di essa per la preoccupazione che provoca anche come risultato dell’expectation gap.

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