Secondo il calendario musulmano, il Ramadan è il mese sacro del digiuno che dura 30 giorni nel quale si celebra la prima rivelazione del Corano a Maometto. Si tratta di una festività molto importante e molto sentita dai fedeli musulmani, che impone a questi ultimi la rigida osservanza di precisi precetti e regole comportamentali, come vedremo a breve nel dettaglio.

Quando si celebra il Ramadan?

Il Ramadan è il nono mese dell’anno nel calendario musulmano, che a differenza del nostro (gregoriano) è un calendario lunare che dura circa 11 giorni in meno di quello solare (354 o 355). Per questo non cade sempre nello stesso periodo del calendario gregoriano, anche perché per i musulmani la numerazione dell’anno comincia a partire dal nostro 622 d.C., corrispondente al giorno in cui Maometto lasciò la Mecca per recarsi a Medina.

Dipendendo dalle fasi lunari, o meglio, dall’osservazione a vista della luna crescente, il Ramadan può iniziare in date diverse da Paese a Paese.

Nel 2021 il Ramadan (secondo il calendario gregoriano) parte oggi, martedì 13 aprile, e si estenderà fino a mercoledì 12 maggio e, per il secondo anno consecutivo, si svolgerà in periodo di pandemia con limiti e restrizioni per limitare il rischio di contagio del Covid-19. Sono infatti molti i Paesi musulmani che hanno previsto misure rigide per limitare i contatti, tra cui il coprifuoco notturno, il divieto dell’iftar, o pasto serale, nei luoghi pubblici e gli ingressi in moschea contingentati. Ci sono però anche alcuni Paesi che hanno deciso di allentare le misure per favorire una maggiore libertà di culto dei fedeli.

In tempi normali, durante il mese santo, la Kaaba – un’antica costruzione situata all’interno della Sacra Moschea, al centro della Mecca – è piena di fedeli, ma in Arabia Saudita, ad esempio, l’ingresso è stato limitato per via delle restrizioni previste per contenere il contagio da Covid-19, primo tra tutti il distanziamento sociale.

Ramadan 2021: i Paesi musulmani tra restrizioni e allentamenti

Nonostante un aumento dei contagiati, l’Indonesia, la nazione musulmana più popolosa al mondo, ha deciso di allentare le restrizioni grazie ai progressi messi in campo dalla campagna di vaccinazione nazionale. In questo mese, dunque, le moschee sono state autorizzate ad aprire, sempre nel rispetto delle regole anti-contagio, consentendo ai fedeli di riunirsi in preghiera, garantendo un distanziamento minimo. Il governo indonesiano ha deciso poi di consentire nel mese sacro del digiuno i raduni per l’Iftar in luoghi pubblici, come ristoranti, caffè e centri commerciale, che potranno riaprire per l’occasione con una capacità massima del 50%.

Anche in Malesia, il governo ha optato per un allentamento delle misure, a differenza dello scorso anno, in cui aveva emesso un editto, o fatwa, in cui esortava i fedeli a pregare nella propria dimora. In questo anno, contrariamente al 2020, in Malesia sarà possibile riunirsi per recitare preghiere notturne “taraweeh”. Lo stesso potrà accadere in Egitto.

In Iraq, dove le vaccinazioni sono iniziate solo a inizio mese, le misure sono state invece inasprite, per via di un numero sempre maggiori di casi. Il ministero della Salute e dell’Ambiente ha deciso di estendere il coprifuoco, dalle 19 alle 5, e di imporre la serrata totale nei giorni di venerdì e sabato. La stessa politica è stata adottata anche in India, tra i Paesi più colpiti dai numeri della pandemia, dove, in molte città vigono restrizioni e si è deciso il coprifuoco notturno con divieto delle taraweeh.

Come anticipato, in Arabia Saudita gli ingressi in moschea sono stati limitati, inoltre il Paese, di norma meta di pellegrinaggi, è stata dichiarata off limits per chi non è immunizzato. Potrà infatti compiere il ‘pellegrinaggio minore’ alla Mecca, o umrah, solo chi ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino, chi ha ricevuto la prima inoculazione 14 giorni prima e chi potrà certificare di essere guarito dalla malattia.

Le regole del Ramadan

La regola principale è il digiuno, che in questo mese è obbligatorio, e rappresenta un vero e proprio precetto religioso. Fa parte dei Cinque Pilastri dell’Islam, insieme alla professione di fede, alla preghiera, all’elemosina legale e al pellegrinaggio. Lo praticano tutti i musulmani, ad eccezione degli anziani, delle donne in attesa di un figlio, di quelle in fase di allattamento o che hanno le mestruazioni, dei diabetici, dei malati terminali.

“O voi che credete! Vi è prescritto il digiuno, come fu prescritto a coloro che furono prima di voi, nella speranza che voi possiate divenire timorati di Dio” (II, v.183)

In generale, durante il Ramadan i musulmani seguono regole ferree in merito all’alimentazione (cosa e quanto bere e mangiare), ai rapporti sessuali, alla preghiera, ai comportamenti sociali. Tutto ciò serve per insegnare la pazienza, l’umiltà, l’autocontrollo e la spiritualità e serve anche per avvicinarsi di più ad Allah attraverso la preghiera e chiedendo perdono per i peccati commessi.

Chiaramente nel tempo sono emerse delle distorsioni, degli equivoci, frutto anche di interpretazioni sbagliate delle Scritture.  Shabbir Hassan, uno studente di Scienze islamiche e Sharia e un Hafidh del Corano (con questo termine si indica coloro che conoscono il testo a memoria) ha smentito per la BBC alcuni di questi luoghi comuni errati. Ad esempio, non è vero che lavarsi i denti spezza il digiuno e nemmeno mangiare o bere accidentalmente qualcosa: l’importante è fermarsi quando ci si rende conto di ciò che istintivamente si è cominciato a fare. Assolutamente falso, inoltre, che durante il Ramadan si debba interrompere l’assunzione di farmaci.

Ramadan e alimentazione

Ramadan
Fonte: iStock

Durante il mese del digiuno si consumano due pasti principali: il suhur poco prima dell’alba e il fitùr (o iftar), subito dopo il tramonto.

Il suhur è sempre molto leggero: yogurt, frutta fresca, ma a volte anche solo un bicchiere d’acqua. Poi, più nulla fino al tramonto. Al fitùr si mangiano molti datteri e poi zuppe, lenticchie, patate, pollo, cous cous, pane azzimo, il piyaji (frittura a base di cipolla), il jalebi (dolce al limone e acqua di rose). Queste le pietanze più diffuse, che comunque variano da Paese a Paese. La notte, con moderazione e decoro, si può consumare frutta o bere una bevanda dissetante: tè chai, oppure il tipico sharbat, a base di limone.

In alcuni Paesi a maggioranza islamica il mancato rispetto del digiuno è sanzionato penalmente.

“Mangia e bevi fino a quando non puoi distinguere un filo bianco da uno nero alla luce dell’alba che sta arrivando. Quindi riprendi il digiuno fino all’imbrunire” (II, v. 187)

Ramadan e rapporti sessuali

Durante il Ramadan i musulmani praticanti devono astenersi dal fumare e dall’avere rapporti sessuali, nel periodo compreso tra l’alba e il tramonto.

Ramadan e preghiere

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Fonte: Pxhere

L’inizio del digiuno è annunciato dai muezzin, che chiamano alla preghiera del mattino e termina con la preghiera del tramonto. La lunga preghiera notturna è invece detta Tarawih.

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