Il piercing al trago, in gergo tecnico “tragus”, è uno dei più richiesti. Unisex, discreto eppure d’effetto, si presta bene per orecchini di tutte le forme che donano un punto luce al look ed è perfetto sia con i capelli lunghi che con quelli corti.

Ma come viene effettuato? È vero che fa male e che può causare paralisi? Scopriamo tutto quello che c’è da sapere.

Cos’è il trago dell’orecchio?

Il trago è la piccola sporgenza cartilaginea presente nel padiglione auricolare che serve per proteggere e nascondere il condotto uditivo dagli agenti esterni.

Non solo: essendo rivolto all’indietro, aiuta a raccogliere suoni provenienti dalle spalle, che arrivano in ritardo rispetto a quelli provenienti dalla parte anteriore, aiutando il cervello a discriminare tra le fonti sonore anteriori e posteriori.

Come si effettua il piercing al trago

La prima importante cosa da fare è scegliere un professionista valido e sicuro: questo vale per qualunque zona del corpo in cui vogliate farvi un piercing. È fondamentale che il foro venga fatto a mano, utilizzando un ago e non la pistola, che avrebbe un impatto troppo violento e potrebbe lacerare la pelle.

Dopo aver preparato la postazione e disinfettato la zona, il piercer segnerà con un pennarello il punto in cui sarà effettuato il foro. In seguito, utilizzando un ago specifico, forerà la cartilagine e andrà a inserire il gioiello, rimuovendo l’ago.

Piercing al trago e dolore

La percezione del dolore è estremamente personale, per questo è impossibile dire se il tragus sia doloroso o meno. Dipende dalla soglia del dolore personale: chi ce l’ha bassa percepirà un forte dolore, chi invece ce l’ha alta ne sentirà poco.

Secondo una classifica generale, i piercing più dolorosi sono quelli fatti sui genitali e i bridge, ossia quelli attraverso il naso e i due occhi. Seguono poi quelli sui capezzoli, all’ombelico e alle sopracciglia.

Limitandoci ai piercing dell’orecchio, il trago è considerato, in media, abbastanza doloroso (come per la cartilagine superiore dell’orecchio), ma comunque generalmente ben tollerabile.

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Cosa fare dopo l’intervento?

Come per ogni piercing, la regola fondamentale è “mai toccare la zona con le mani”, soprattutto senza averle lavate accuratamente: si possono raccogliere germi o batteri da ogni superficie e anche solo sfiorando l’orecchio in maniera meccanica si potrebbero trasmettere all’interno del piercing. È buona abitudine lavarsi le mani spesso e soprattutto prima di dedicarsi alla pulizia del trago, da effettuare secondo le indicazioni del professionista che ha effettuato il piercing.

Generalmente, viene suggerito di curare il foro applicando soluzione salina 2/3 volte al giorno e ruotare in piercing, ammorbidendo e rimuovendo eventuali crosticine, per almeno 10/15 giorni. È bene limitare l’uso di cotton fioc e ovatta, che potrebbero lasciare residui all’interno del foro. Toccate il meno possibile il gioiello, evitando di dormirci sopra.

I tempi di cicatrizzazione variano da persona a persona, ma in media dopo 6/8 settimane si crea una membrana che avvolge le pareti del piercing impedendo al foro di richiudersi. Per cambiare il gioiello è necessario attendere almeno 2/3 mesi.

Acqua ossigenata, prodotti a base di iodio o alcol devono essere evitati perché troppo aggressivi e non aiutano il naturale processo di cicatrizzazione. Anche le creme antibiotiche dovrebbero essere evitate, perché abbassano le naturali difese della pelle esponendo al rischio di infezioni, perché non hanno alcun potere preventivo.

Nel caso in cui doveste notare il vostro piercing al trago gonfio, rosso, caldo e dolorante, rivolgetevi immediatamente alla persona che ha effettuato il piercing. Se in doveste avere qualche linea di febbre, fatevi controllare dal vostro medico per accertarvi che non ci sia un’infezione in corso, ricordando che rimuovere il gioiello o assumere farmaci potrebbe non essere la soluzione più indicata.

I rischi e i possibili effetti collaterali

Come abbiamo visto, è importante rivolgersi a un piercer che utilizzi solo ago e mai la pistola, per non rischiare di lacerare la pelle. Rivolgersi a un professionista è fondamentale anche per assicurarsi che vengano utilizzati strumenti perfettamente sterilizzati per minimizzare il rischio di infezioni.

Le leggende metropolitane che vorrebbero il piercing al trago responsabile di fortissimi mal di testa, danni all’udito, cecità e addirittura paralisi facciali sono invece, appunto, leggende. Se avete dubbi o timori, chiedete sempre a un professionista che vi saprà dare indicazioni precise e certe.

È invece vero che se il piercing non viene effettuato correttamente il trago potrebbe deformarsi – un problema esclusivamente estetico – o lacerarsi, se il foro è troppo esterno.

Piercing al trago: costi e orecchini migliori

Il costo del piercing al trago dipende non solo dal singolo studio ma anche dal costo medio dei piercing nella zona. In media, i prezzi oscillano tra i 40 e i 60 euro.

Al momento del foro il piercer utilizzerà un gioiello – solitamente in acciaio chirurgico o titanio – della forma di una barretta o di un anello, che può essere sostituito dopo 2/3 mesi. È sempre consigliato utilizzare gioielli in questi materiali, anche se dopo la cicatrizzazione è possibile utilizzare orecchini (della forma preferita) in oro o altri materiali, facendo attenzione che non contengano nichel, che può dare infezioni.

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