Io, uomo, volevo dire a Bettarini che non è vero che "Certe cose si dicono": non siamo tutti come Clemente Russo

A causa delle dichiarazioni di Clemente Russo il popolo del web si è indignato al punto che il Grande Fratello ha deciso di estrometterlo dalla casa, ma c'è chi prende le sue difese, perché "Tra uomini certe cose si dicono". Io sono un uomo e volevo far sapere che queste cose né le dico né le penso, perché "il maschio-alfa" è (o dovrebbe essere) un animale in via di estinzione.

La puntata di ieri del Grande Fratello Vip è stata una delle più roventi nella storia del reality, a causa di un’attenzione mediatica, proveniente dai social, ma che ha coinvolto anche la stampa e persino il Ministro della Giustizia Orlando, riguardo una conversazione avvenuta tra il pugile campano Clemente Russo e l’ex calciatore Stefano Bettarini. Le affermazioni scambiate tra i due sono state così gravi che non solo la direzione del programma ha voluto prenderne le distanze, ma Russo è stato addirittura espulso dalla casa, anche perché già la settimana scorsa si era reso protagonista di affermazioni omofobe nei confronti di un altro concorrente (il famoso epiteto “friariello” che ha rivolto a Bosco).

L’apice di gravità delle loro dichiarazioni è rappresentato proprio da una frase che Russo ha rivolto a Bettarini, con la quale ha affermato che al posto dell’amico avrebbe lasciato l’ex moglie “lì, morta”, dato il tradimento di cui si era resa “colpevole”. “Colpa” di cui Bettarini non può certo dirsi però immune, dato i resoconti fin troppo dettagliati che ha fornito a Clemente, nel corso della stessa chiacchierata.

A fronte dell’enorme indignazione che tutto ciò ha scatenato, ecco dunque la decisione del Grande Fratello di estromettere Russo dalla casa, perché ammesso che il trash sia ormai al primo posto come intrattenitore mediatico, non significa però che non ci siano più limiti. Quindi tanto di cappello al GFVip che, a modo suo e sicuramente non senza un beneficio in termini di auditel, ha voluto dare un messaggio positivo al Paese, proveniente dall’antro più profondo del trash italiano.

Come spesso accade in rete, però, quando qualcosa diventa di tendenza, si crea sempre una corrente che, contrapponendosi, crea una contro-tendenza, mirata a raccogliere il dissenso di tutti coloro che, spesso in modo cinico, si pongono al di fuori del pensiero comune. Quindi se ieri Clemente Russo era un mostro da epurare, oggi è diventato per molti la vittima.

Non sono pochi infatti i tweet che hanno preso le difese del pugile, considerato come martire di un moralismo ipocrita, che condanna pubblicamente una realtà radicata (e quindi pure accettata) nel Dna maschile. La cosa ancor più grave è che anche diverse donne si sono cimentate in queste apologie, perché, come ha affermato lo stesso Bettarini nella puntata di ieri “Tra uomini certe cose si dicono…”

Ecco: io sono un uomo e queste cose non le dico, né le penso.

Mi dispiace per queste donne che, evidentemente, nella loro vita hanno conosciuto solo Clementi, e consiglio di alzare, e non di poco, le loro aspettative. Perché uomini che non hanno il bisogno di raccontare i dettagli delle proprie conquiste amorose al bar, che vivono la propria sessualità in modo sereno senza il bisogno di deridere quelle altrui, che le donne le amano perché loro pari e non perché serve, trofei o zoccole; non sono esseri fantastici: esistono davvero.

Fonte: Twitter
Fonte: Twitter

Magari non siamo molti, o più probabilmente non siamo rumorosi quanto i nostri colleghi misogini, ma vorrei che fosse chiaro che noi, così come voi donne, non viviamo tutti soggiogati entro i confini di uno stereotipo che sa di antico, di vecchio, di ammuffito. Il “maschio alfa” sessista e volgare dovrebbe essere una specie in via di estinzione: aiutiamolo tutti e tutte a diventare serenamente quel pezzo da museo che dovrebbe essere.

Quindi forse è vero che mentre Clemente Russo è stato vittima del perbenismo televisivo, al di fuori del piccolo schermo altrettanti Clementi continuano le loro chiacchierate da bar indisturbati. Tuttavia ciò non dovrebbe essere motivo di apologie imbarazzanti, ma, piuttosto, un incoraggiamento a far uscire quel perbenismo dai programmi tv e farlo entrare nelle osterie, in modo tale che da “etichetta politically correct” si trasformi in  morale, in etica e infine in normalità.

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