James Douglas Morrison nacque l’8 dicembre 1943 a Melbourne, Florida. Jim Morrison morì il 3 luglio 1971 a Parigi in circostanze che per molti rimangono tuttora misteriose.

Come per altri artisti, morti prematuramente e divenuti miti, anche su di lui sono state costruite leggende, che lo vorrebbero vivo e vegeto in un paradiso tropicale, avendo inscenato la propria morte, magari in compagnia di altri miti del calibro di Elvis Presley e Jimi Hendrix.

Un’altra teoria fantasiosa mette di mezzo addirittura la Cia, il famigerato “Club J27” , la fantomatica sezione occulta della Cia, che negli anni della contestazione giovanile avrebbe avuto un gran bel da fare. La guerra del Vietnam aveva fatto impennare il dissenso dell’opinione pubblica nei confronti degli Usa e il movimento giovanile era nel pieno delle suo fermento. La missione del Club J27, doveva essere quindi quella di spegnere e soffocare la cultura hippie di quegli anni, quella dell’amore libero, dell’uso di droghe e dell’antipolitica, che aveva in Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin e altri i suoi miti. Secondo questa teoria, la morte a soli 27 anni di molti artisti dell’epoca, non è stata affatto incidentale. I loro nomi riportano tutti almeno una “j” (da qui il nome J27 del club della Cia) e la loro morte in realtà sarebbe avvenuta per mano di una spia governativa interna al Club che, ormai in pensione, avrebbe deciso di confessare tutta la verità sulle morti premature di quegli anni.

Teorie molto affascinanti, che fanno vendere libri e danno credito a improbabili ricostruzioni più o meno verosimili di trasmissioni televisive. Teorie verosimili, certo, ma c’è un confine sottile ma essenziale tra vero e verosimile e quando muore un artista molto giovane e molto amato è forse più rassicurante credere a queste leggende metropolitane che non alla cruda realtà. Credo che in realtà la sola cosa che accomuna il destino di questi sfortunati artisti sia un enorme talento accompagnato però da una sorta di forza autodistruttiva e Jim Morrison non fa certo eccezione.

(foto:Web)
(foto:Web)

Una breve vita quella di Jim, solo 27 anni. Ma a parte le leggende metropolitane sulla sua morte, chi era davvero Jim Morrison? E perchè ancora oggi a più di quarant’anni dalla sua morte il suo mito è vivo più che mai?

Mito, fenomeno commerciale, simbolo culturale, icona sessuale, idolo delle folle, leader, cantante, poeta. Jim Morrison è stato tutto questo ed altro ancora se, superando gli abissi temporali della sua scomparsa, le sue canzoni, i suoi testi e la sua immagine continuano ad evocare pulsioni ed entusiasmi forti e a suscitare perplessità ed interrogativi insoluti.

Jim non era un musicista, alla musica era arrivato per caso, spinto dall’istinto e dalla corrente dei tempi più che dalla tecnica o dalla passione, era un ragazzo molto attraente, un sex simbol e si divertiva a giocare con questo ruolo, ma soprattutto aveva un talento unico, straordinario e un carisma innato, era molto colto, un divoratore di libri, ma amava soprattuto scrivere, coltivando il germoglio di poesia che sentiva dentro di sé.  Nell’estate del 1971, al momento della sua tragica scomparsa, aveva scritto centinaia di pagine di poesia, aneddoti, epigrammi, saggi, racconti, soggetti e sceneggiature, lasciandoci lo straordinario testamento di un leggendario protagonista del rock che, per levare alta la sua voce diventò leader dei Doors, interpretando però quel ruolo diversamente dai cantanti dell’epoca. Anche la musica dei Doors fu qualcosa di totalmente innovativo, con un sound che non si era mai sentito prima, un mix tra blues, rock, jazz e musica classica, qualcosa di assoultamente unico.

Jim Morrison fu uno dei più importanti esponenti della rivoluzione culturale degli anni Sessanta, nonché uno dei più grandi cantanti rock della storia. (Nel 2008 Morrison è stato posizionato al 47º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone e, l’anno successivo, al 22º posto nella classifica dei “50 più Grandi Cantanti del Rock” stilata dalla rivista britannica Classic Rock).  Impetuoso “profeta della libertà” e poeta maledetto, è ricordato come una delle figure di maggior potere seduttivo nella storia della musica e uno dei massimi simboli dell’inquietudine giovanile.

La sua vita piena di eccessi, di sregolatezza e di noncuranza di sé sembra aver percorso binari obbligati, come tante altre rock-star. In realtà, se è vero che Jim non era particolarmente attaccato alla vita, è altrettanto vero che, non smise mai di tendere all’arte e ad una pur insolita forma di bellezza.

Di concreto e certo, nella morte di Jim Morrison a Parigi, vi è ben poco: una data, il 3 luglio 1971, un certificato di morte per collasso cardiocircolatorio, la testimonianza di Pamela Courson, la sua fidanzata cosmica, unico vero amore della sua vita, che gli sopravvisse solo di pochi anni, tante illazioni, un mare di ipotesi.

Jim morì per un’overdose di eroina sniffata per sbaglio, credendola coca?

Si lasciò morire per epica stanchezza esistenziale?

Scomparve per liberarsi da se stesso?

Nello storico cimitero del Père-Lachaise di Parigi il giornaliero centinaio di visitatori in pellegrinaggio assicura, comunque, l’immortalità a James Douglas Morrison.

Per i suoi fans è rimasto giovane, bello, sensuale e folle.

Artista, poeta, compositore, così è scritto sulla sua tomba, dichiarata monumento nazionale.

Consegnandosi (consapevolmente o meno) alla morte, Jim Morrison si è consacrato all’eternità.

Ovunque tu sia Buon Compleanno Jim….

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