"Come e perché ho rimosso i tatuaggi razzisti dal mio volto"

"Come e perché ho rimosso i tatuaggi razzisti dal mio volto"
Fonte: AP
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Il nome di Bryon Widner non è sconosciuto agli americani. Non solo per via di un movimento di suprematisti bianchi da lui fondato, ma per via di un percorso fatto da quest’uomo, che l’ha posto al centro del documentario Erasing Hate e del film Skin, in cui è interpretato dall’attore britannico Jamie Bell. Quello di Bryon è stato un percorso di speranza, che l’ha portato a cancellare tutti i tatuaggi che aveva fatto sul viso – tatuaggi razzisti, simbolo di qualcosa che Bryon, a un certo punto della sua vita, ha desiderato non essere più.

Ma cosa è accaduto di tanto eclatante da fargli cambiare idea in maniera così radicale? Semplice: Bryon ha scoperto che la moglie aspettava un bambino e che quindi sarebbe diventato papà.

E ha voluto mettere da parte l’odio, diventare un membro rispettoso della società. Un processo simile non è facile e non solo per i tatuaggi: non si esce da un gruppo di suprematisti bianchi come ci si stanca di un club del libro, è qualcosa di molto pericoloso per via di minacce e molestie. E certo, i tattoo non lo aiutavano, tanto che Bryon ha perfino dichiarato:

Ero totalmente pronto a immergere la mia faccia nell’acido fosse stato necessario.

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Fortunatamente l’uomo non è dovuto giungere a una soluzione così radicale: è bastata la chirurgia con il laser, un processo doloroso, oltre che molto costoso (anche se Bryon ha trovato un anonimo benefattore che ha pagato una cifra considerevole per consentirgli il processo).

BoredPanda ha raccolto la sua storia a partire da alcune dichiarazioni rese all’Associated Press e a informazioni di dominio pubblico che sono presenti perfino su Wikipedia. E a partire da queste foto, in cui non vediamo semplicemente la trasformazione effettuata con il laser, ma anche quella interiore di Bryon, che alla fine del processo sfoggia un sorriso travolgente.

Sfogliamo insieme la gallery per scoprire la storia dell’ex suprematista bianco, oggi padre amorevole.