Quando l'oppio si fumava per "piacere": la dipendenza dalla droga nell'800 in 21 scatti

Quando l'oppio si fumava per "piacere": la dipendenza dalla droga nell'800 in 21 scatti
dangerousminds.net
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Oggi molti progetti fotografici riescono a mostrarci tutta la drammaticità e la violenta disperazione delle persone dipendenti dalla droga, i loro volti e corpi tumefatti dall’assuefazione alle sostanze illegali, gli sguardi smarriti durante le crisi di astinenza, le condizioni di estrema indigenza in cui talvolta versano, proprio a causa della loro dipendenza.

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Ma la droga, naturalmente, non è una piaga contemporanea; già dall’800 in buona parte dell’Occidente gli oppiacei, tanto per fare un esempio, erano estremamente diffusi, grazie soprattutto alla nascita delle cosiddette fumerie cinesi, locali dove ci si poteva tranquillamente adagiare su un lettino e assumere la sostanza, il più delle volte fumandola con una lunga pipa o un narghilè.

L’oppio, infatti, è stato usato per millenni in Asia, in paesi come India, Turchia, Iran, Afghanistan e Cina, fino a quando il commercio globale ha consentito di farlo conoscere anche in Europa e America.

Attenzione, però: se oggi l’oppio è considerata una delle sostanze più letali, al pari di eroina e fentanyl, da consumare per via endovenosa, un tempo fumarlo era un modo per evadere dai problemi della vita, per “staccare la spina”, ma anche una sorta di identificazione sociale, di uno stile di vita che era prerogativa principalmente di bohémien e artisti. Dal XX secolo, infatti, dopo che le fumerie persero man mano di fama, a continuare a frequentarle erano soprattutto loro.

Il sito Dangerous Mind ha raccolto una gallery fotografica in cui ha messo insieme i volti di moltissime persone dell’epoca, uomini e donne, europei e asiatici, intenti a fumare l’oppio. Un modo affascinante per provare a entrare, almeno con l’immaginazione, in uno di quei luoghi dall’odore acre, perennemente in penombra, esotici e insalubri, in cui le menti di pittori, scrittori, dandy e donne emancipate si perdeva nell’oblio. Almeno per qualche ora.