Martha Graham, la donna che svelò il linguaggio del corpo e dell'anima

Martha Graham, la donna che svelò il linguaggio del corpo e dell'anima
Fonte: Martha Graham Dance Company
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Martha Graham non era solo una ballerina e coreografa. Incarnava l’essenza stessa della danza, così mutevole e inquieta, quasi primitiva nella sua essenza. Grande tra le grandi, continuò a lavorare fino alla fine dei suoi giorni, a 96 anni. Icona e maestra di tanti altri ballerini, non cedette però al desiderio di mitizzarsi, come lei stessa raccontò nella sua autobiografia Memoria di sangue, di cui parlò tempo fa Repubblica in un articolo.

Non mi sono mai considerata un genio. Non so in cosa consista il genio. Credo che un’espressione molto più adeguata per definirmi sia “cane da riporto”, un bel cane da riporto, forte e con il manto dorato, che riporta cose dal passato, o cose che appartengono alla memoria comune del nostro sangue.

Forte e stoica, potrebbe oggi essere considerata un esempio di femminista ante litteram. Lei, però, la pensava diversamente.

Sono stata circondata da uomini per tutta la vita, quindi il movimento di liberazione femminile non ha mai fatto veramente presa su di me. Non ho mai avvertito alcun sentimento di inferiorità, perciò la nascita del femminismo, una ventina di anni fa, mi lasciò sconcertata. Non avevo alcuna affinità con esso, ho sempre ottenuto quanto volevo dagli uomini, senza chiederlo. Gran parte della responsabilità di questo mio atteggiamento risale a mio padre.

Fu lui che mi insegnò a considerare irrinunciabile l’essere quello che sono. Una volta, dopo una rappresentazione, fui avvicinata da una donna che mi aveva chiesto quale fosse il mio ruolo nel movimento di liberazione femminile. La guardai e dissi: “Mio padre mi ha educata a essere una donna”.

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