Marco Cappato, storia dell'uomo che accompagnò dj Fabo a morire

Marco Cappato, storia dell'uomo che accompagnò dj Fabo a morire
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Per la sua scelta di accompagnare un uomo a morire, che gli è costata un processo, Marco Cappato riceve ancora minacce di morte e insulti. La sua battaglia per legalizzare l’eutanasia, però, è ancora lunga: come ha raccontato tempo fa in una lunga intervista al Corriere, in tanti lo esortano ad andare avanti.

Negli ultimi due anni, da quando ho pubblicizzato la mia disobbedienza civile, ogni giorno ho ricevuto almeno una mail da persone che mi chiedono come possono morire con dignità.

La stessa cosa che gli chiedeva Fabiano Antoniani detto Dj Fabo, rimasto tetraplegico e non vedente in seguito a incidente stradale. Sapendo benissimo di rischiare una denuncia, il 27 febbraio 2017 Marco Cappato lo accompagnò da Milano a Zurigo, in Svizzera, per essere assistito alla morte volontaria nella clinica Dignitas, dove si pratica il suicidio assistito. Parlando di quel giorno, Marco Cappato ha ricordato come Fabiano sia stato ironico fino alla fine.

Era programmato che sarebbe morto dopo una mezz’oretta, e si stava mangiando uno yogurt. Mi ha detto: “Ehi Marco, questo yogurt svizzero è proprio buono, se non muoio me lo porto a Milano”.

E le ultime parole di Dj Fabo, scritte su Twitter prima di morire all’età di quarant’anni, sono state proprio per la persona che l’aveva accompagnato alla fine della sua dolorosa vita.

Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l’aiuto dello Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e la ringrazierò fino alla morte.

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