La rinascita di Niki De Saint Phalle, salva grazie all'arte

La rinascita di Niki De Saint Phalle, salva grazie all'arte
Fonte: Kurt Wyss
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Si dice che un artista felice non possa realizzare grandi opere. Il concetto è opinabile, ma sicuramente sono moltissimi i casi di depressione e di malattie mentali nel mondo dell’arte. A peggiorare la situazione, di solito, sono i rimedi utilizzati per uscirne: alcol, droghe, relazioni autodistruttive. Nel caso di Niki de Saint Phalle, però, la salvezza è arrivata proprio dall’arte stessa. Dopo un’infanzia difficile e una giovinezza turbolenta, culminata nel ricovero in ospedale per una crisi nervosa, iniziò a dipingere e scoprì che quello era l’unico modo per stare meglio.

Francese, esponente del Nouveau Réalisme accanto a nomi come Christo, Yves Klein e Jean Tinguely, Niki de Saint Phalle è stata una delle artiste più importanti del Novecento. Nel 2009 il nostro paese le ha dedicato una grande mostra antologica a Roma.Una delle sue più grandi opere si trova del resto proprio in Italia, a pochi passi da Capalbio (Grosseto), ed è visitabile.

Si tratta di un progetto a cui Niki de Saint Phalle ha lavorato per diciassette anni: il Giardino dei Tarocchi, un grande parco di sculture nella maremma toscana, è un luogo coloratissimo e fiabesco, nato dalla fantasia della sua autrice. Ci lavorò dal 1978 fino alla sua morte, nel 2002. Un giardino in cui lei ha messo tutte le sue forze (e anche gran parte delle sue finanze), ma che rappresenta il suo cammino di rinascita.

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