Il mezzo punto che fece entrare Lella Lombardi nella Storia

Il mezzo punto che fece entrare Lella Lombardi nella Storia
Fonte: Getty Images
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Agli amici ripeteva “preferisco avere un incidente che innamorarmi. Ecco quanto amo le corse”. Minuta e dai modi dolci, come la ricordano gli addetti ai lavori, Lella Lombardi trasformò il suo amore per la velocità in una professione, conquistandosi un posto nel pantheon del mondo dei motori.

Cristina Falco, che ha ripercorso la sua storia nel libro Più brave per forza, faticando a trovare informazioni su di lei, sebbene sia stata una vera leggenda dell’automobilismo. Ha chiesto a chi le è stato vicino fin dall’infanzia e ha vissuto quella sua passione totalizzante.

Quando si giocava in cortile Lella infilava le mani anziché i piedi nei pattini e li usava come macchinine, raccontano. A tredici anni aveva imparato a guidare e a diciotto lavorava nella ditta di famiglia guidando i camion. Quando si andava a ballare era Lella che portava la macchina e che, se qualcuno la provocava, incalzava il malcapitato fino a superarlo e distanziarlo.

Lella Lombardi entrò nella storia nel 1975, in Spagna. Al circuito del Montjuic di Barcellona, era al volante di una March. Giunta ventiquattresima in prova, con Niki Lauda in pole position con la Ferrari, non si lasciò intimorire da chi considerava la pista non abbastanza sicura per gareggiare, a causa delle barriere di sicurezza, considerate inadeguate.

Era un momento delicato per la Formula Uno, funestato da diverse morti. Quel giorno, Emerson Fittipaldi e molti altri piloti decisero di non correre, mentre altri si fermarono dopo un giro. Al venticinquesimo giro, la tragedia. Rolf Stommelen perse l’alettone della sua Hill e uscì fuori pista, causando la morte di quattro spettatori e il ferimento di molti altri.

La corsa venne sospesa e i punteggi dimezzati. Lella, che era arrivata sesta, conquistò solo mezzo punto, l’unico risultato mai ottenuto da una donna nella storia della Formula Uno. In una vecchia intervista ad Autosprint, proprio nel 1975, rifiutò però di essere considerata una bandiera del femminismo.

Non sono femminista, o per lo meno mi interesso molto marginalmente di problemi di genere. Io ho sempre lottato con gli uomini e non mi sono mai posta il problema uomo-donna, ma solo l’antagonismo fra piloti diversi. Lo ripeto, sotto il casco, donna e uomini siamo del tutto uguali.

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