Le foto e le storie delle spose bambine del Libano negli scatti di Laura Aggio

Le foto e le storie delle spose bambine del Libano negli scatti di Laura Aggio
ph. Laura Aggio
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Il dramma dei matrimoni che hanno per protagoniste ragazze ben al di sotto della maggiore età, spesso appena bambine, ha radici socio-culturali profonde, che affondano tra le pieghe di retaggi arcaici eppure ancora saldamente in vigore, tradizioni difficili da mutare ma anche, inevitabilmente, in questioni che, più che con il passato, hanno a che fare con il presente: quello vissuto da centinaia di famiglie che, costrette all’indigenza e a una vita forse a malapena dignitosa, trovano nel matrimonio combinato delle figlie una salvifica ancora cui aggrapparsi disperatamente.

Il sacrificio estremo della figlia per risollevare le casse familiari, verrebbe da pensarla così, anche se sarebbe una grave e irrispettosa semplificazione di un quadro sociale che continua, annualmente, a registrare dati incredibili nelle percentuali di nozze celebrate proprio con spose bambine.

Ma se tale situazione spesso fatica a essere metabolizzata da chi, come noi, si trova geograficamente troppo lontano da quei luoghi in cui le spose bambine sono una triste e concreta realtà, è con le immagini che, forse, possiamo davvero aiutarci a comprenderne appieno tutta la drammaticità. I volti, gli sguardi, le espressioni di chi, suo malgrado, sposa bambina lo è diventata sono la sola cosa che possa davvero riportarci con i piedi per terra, e smettere di credere che non sia tutto una crudele invenzione giornalistica.

Laura Aggio, giovane fotografa di Cernusco sul Naviglio, ha acconsentito affinché pubblicassimo alcune delle fotografie da lei scattate nel suo viaggio in Libano; Laura, infatti, dopo la laurea conseguita nel 2013 e con il Master Class di fotogiornalismo all’ISFCI (Istituto di fotografia avanzata e di comunicazione integrata di Roma) in mano, ha voluto dedicarsi principalmente a progetti umanitari, seguendo i principali eventi di geopolitica mondiali.

Il suo viaggio l’ha quindi portata proprio in Libano, dove vivono, dopo lo scoppio del conflitto siriano, nel 2011, almeno 1, 3 milioni di rifugiati scappati da Damasco, Aleppo e dalle altre città distrutte.

1,3 milioni, almeno, è il numero di rifugiati ufficialmente registrati nel confinante paese, equivalente a circa un terzo della popolazione libanese.

Ma la paura, in Libano, è che possa scatenarsi una nuova “crisi dei rifugiati” dopo quella del 1948 che coinvolse i palestinesi esodati (almeno 400 mila vivono, ancora oggi, nei campi attrezzati dall’ONU nel paese). Per questo i siriani scappati nel paese hanno perso lo status di “rifugiati” per acquisire, semplicemente, quello di “sfollati”. Persone scappate di casa che, per sopravvivere, devono arrangiarsi come meglio possono, abitando in alloggi di fortuna, edifici diroccati, case abbandonate. Al Libano è permesso, perché senza lo status di rifugiato non c’è bisogno dell’allestimento di nuovi campi profughi, e la sopravvivenza è un problema esclusivamente dei siriani.

Non essendo identificati o raggruppati in un numero preciso, è però difficile anche stabilire quanti possano essere, tra i profughi siriani, i matrimoni che coinvolgono delle bambine o delle adolescenti; il governo di Beirut si è espresso sulla questione dichiarando che sono necessari i pareri favorevoli civili e religiosi per celebrare nozze con bambine che siano al di sotto dell’età consentita dalla legge, che varia dai 14 ai 17 anni nelle religione musulmana. Ma, negli alloggi che ospitano i profughi siriani, molto spesso le bambine vengono date in sposa che hanno appena 11, o 13 anni, molte volte non arrivano neppure a 10. Con tutte le terribili conseguenze del caso, le fortissime implicazioni psicologiche che l’avere esperienze sessuali premature può comportare, i rischi che queste ragazzine, neppure adolescenti, corrono nel restare incinte e nel dare alla luce i loro figli. 20 mila le nascite registrate solo nel 2014 in Libano, fra i rifugiati siriani.

I numeri sono drammatici, e le storie di queste ragazze, riportate da Laura nel suo progetto, che potete vedere interamente a questo link, servono davvero a dare un’idea di quanto grande e serio sia il problema dei profughi siriani, soprattutto se bambine; scappano dalla guerra per andare incontro a un matrimonio combinato, spesso con uomini molto più anziani di loro. Il loro destino è terribile.