"Anche se non hai mai visto il mio corpo, lo giudichi": Billie Eilish contro gli haters

"Anche se non hai mai visto il mio corpo, lo giudichi": Billie Eilish contro gli haters
Fonte: video-images.vice.com
Foto 1 di 13
Ingrandisci

Billie Eilish è la giovanissima cantante con i capelli colorati, sempre in toni freddi, malva, azzurri, blu e neri, che tiene il corpo nascosto in felpe, t-shirt e pantaloni abnormi e alle telecamere mostra lo sguardo con le palpebre a mezz’asta.

Il suo stile cupo segna un’ulteriore evoluzione nella tipologia di star adolescente esplosa grazie a Lorde. Possiamo dichiarare ufficialmente archiviate le lolite degli anni ’90 e dei primi 2000, da Britney Spears a Miley Cyrus: non interessa più a nessuno vedere minorenni che, nei loro video, cercano di sedurre gli spettatori con minigonne e sorrisi finto-innocenti.

Nel passato di Billie Eilish Pirate Baird O’Connell (questo il suo nome completo) c’è un tormento interiore da cui sono scaturiti alcuni dei suoi pezzi più belli: dalla cotta colossale per Justin Bieber, per cui la madre pensò di mandarla da uno psicologo, fino all’autolesionismo dovuto ai problemi di accettazione del proprio corpo.

Tutto è raccontato nel documentario Billie Eilish: The World’s a Little Blurry, girato dal 2018 all’inizio del 2020 e in uscita su Apple Tv+, del quale la giovane cantante si dice entusiasta.

Del resto, Billie non è una che tenta di nascondere i problemi del suo passato, anzi ne parla apertamente, anche al di fuori dei testi delle sue canzoni.

Nella primavera del 2020, ad esempio, una sua foto in canottiera e shorts è circolata sul Web, e i soliti leoni da tastiera non le hanno “perdonato” un fisico morbido, sommergendola letteralmente di insulti, a riprova del fatto che l’idiozia non conosca limiti o confini.

In 10 mesi Billie Eilish ha sviluppato un corpo da mamma alcolizzata degli anni 30.

Fa più schifo di Adele 10 anni fa.

A me fa senso quella pancetta.

A me ha sempre fatto schifo, pure conciata bene, è proprio la base che mi disgusta.

In quell’occasione Billie ha risposto dicendo:

Penso che le persone a me vicine fossero più preoccupate di me, perché il motivo per cui mi tagliavo era il mio corpo. A dirla tutta, ho iniziato a indossare abiti larghi proprio per nasconderlo. Sono contenta che questo sia accaduto oggi, e non tre anni fa, quando ero nel pieno di un pessimo rapporto con il mio corpo. O cinque anni fa, quando non mangiavo. Soffrivo volontariamente la fame. Ricordo che prendevo una pillola che avrebbe dovuto farmi perdere peso e che invece mi faceva solo fare la pipì a letto, a 12 anni. È semplicemente pazzesco. Non riesco nemmeno a pensare come io… Beh, pensavo di essere l’unica a provare rigetto per il mio corpo, ma vedo che anche Internet lo detesta… fantastico.

La risposta al body shaming della cantautrice è arrivata anche grazie al cortometraggio Not my responsibility.

Alcune persone odiano quello che indosso, altre lo lodano. Alcune persone lo usano per far vergognare gli altri, altre lo usano per farmi vergognare. Ma sento che guardi, sempre. E niente di quello che faccio passa inosservato. Se indosso ciò che è comodo, non sono una donna. Se lascio scoperti degli strati, sono una puttana. Anche se non hai mai visto il mio corpo, lo giudichi comunque e mi giudichi per questo… Vorresti che fossi più piccola? Più debole? Più morbida? Più alto? Vorresti che stia zitta? Le mie spalle ti provocano?

Tempo prima, invece, aveva spiegato di indossare capi oversize  perché

In questa maniera nessuno ha l’opportunità di giudicare come appare il tuo corpo.

Una cosa veramente triste, che fa capire quanto la cattiveria di alcune persone possa ferire gli altri senza che neppure ci se ne renda conto. A parte l’odiosa parentesi sulla sua fisicità, Billie ha lavorato duramente in questi anni per esordire con il suo primo album in studio, When We All Fall Asleep, Where Do We Go?, uscito nel 2019, che in larga parte è dedicato al fratello Finneas O’Connell, musicista e sua metà artistica, con cui ha lavorato su tutti i pezzi scritti. Proprio al fratello, come riporta Rolling Stones, la cantante ha dedicato il brano Everything I Wanted, ovvero a colui che, quando nella canzone si risveglia da questi sogni, è sempre lì, accanto a lei, pronto per una parola di conforto.

Ho fatto un sogno, avevo tutto ciò che potevo desiderare, ma non quello che potresti pensare e se devo essere onesta potrebbe essere stato un incubo, per tutti quelli interessati. Ho pensato di poter volare, quindi mi sono lanciata dal Golden Gate. Nessuno ha pianto, nessuno se n’è nemmeno accorto. Li ho visti mentre rimanevano lì in piedi, ho pensato che avrebbe potuto interessare loro qualcosa.

Recita una strofa del brano, in cui, quindi, la cantante sogna di perdere tutto, la vita e anche l’affetto di cui era stata riempita prima del suicidio. Il riferimento di Billie Eilish al Golden Gate Bridge, inoltre, non è casuale, dal momento che il ponte di San Francisco è il secondo al mondo per numero di suicidi.

Finneas ha composto e prodotto quasi tutti i pezzi di Billie, comprese quelli del prossimo album in arrivo e When I Was Older, un brano ispirato a Roma, di Alfonso Cuarón, che entrerà a far parte di un disco curato dal regista. Lovely e Bored, invece, hanno fatto parte della colonna sonora della serie Netflix 13 Reasons Why.

Il successo di Billie Eilish è ormai un dato di fatto globale. Grazie a suo fratello, certo, ma soprattutto grazie a una straordinaria e precocissima capacità di capire, anzi, sapere come desidera rappresentare se stessa.

Nella gallery la sorprendente carriera di Billie Eilish.