Che piaccia o no il genere, Baby K deve essere considerata a pieno titolo la vera regina dell’estate musicale italiana. La sua hit Da zero a cento nel 2018 non solo è stata la più ballata, passata dalle radio, scelta da una nota compagnia telefonica, ma in sole 24 ore dall’uscita ha letteralmente polverizzato i record di visualizzazioni su YouTube.

E anche il singolo dell’estate seguente, Playa, se l’è passata discretamente bene.

Mica male, per una che da piccola apriva a malapena la bocca per la vergogna di non sapersi esprimere bene in italiano, causa infanzia vissuta perennemente con valigia in mano per via del lavoro del padre, geofisico.

Nasce a Singapore, Claudia Judith Nahum, da genitori italiani, ma solo perché, ha raccontato in un’intervista per Vanity Fair, in Indonesia, a Giacarta, dove la sua famiglia viveva, gli ospedali erano in condizioni che definire “precarie” è un eufemismo.

Claudia parla solo indonesiano e gioca con le scimmie, questo almeno è quello che i suoi familiari le raccontano dell’infanzia; di quel periodo Baby K ricorda poco o nulla, solo, come ha raccontato a Linus e Nicola Savino per Radio Deejay

… Mio padre che mette I just called to say I love you di Stevie Wonder e io che piango. Reagivo sempre così all’epoca.

Poi, a tre anni, c’è il trasferimento a Pinner, Londra, dove la non ancora Baby K comincia ad appassionarsi al mondo del rap. “In Inghilterra noi ragazzi ascoltavamo solo Uk garage, mi ci sono avvicinata da lì, andando a ritroso: da lì all’hip hop. Ho cominciato a scrivere testi nella mia cameretta di Pinner”.

Lo shock è quando, a 17 anni, nel 2000, lei e la famiglia raggiungono, per restare in pianta stabile, Roma.

Io ero abituata alla mia classe multiculturale, al dottore che era indiano, invece qui le persone di colore a quei tempi lavavano i vetri. Ci ho messo un bel po’ a sentirmi integrata, ripensandoci direi dieci anni. Non sapevo come comportarmi, non avevo i riferimenti culturali che avevano gli italiani, facevo confusione con i verbi e allora stavo sempre zitta, ma stare zitta non fa proprio parte di me. Per anni mi sono logorata sulla mia identità, sul non sentirmi italiana né inglese. Alla fine ho accettato che si può essere un misto di cose.

E da questo “meltin pot” culturale è nato il personaggio che, molto intelligentemente, Tiziano Ferro ha notato nel 2013, quando esce l’album, prodotto fra gli altri dallo stesso artista di Latina, Una seria. Il primo singolo è Sparami, il secondo, cantato in duetto proprio con Tiziano, Killer.

Prende il via da lì un fenomeno che, in appena quattro anni, ha portato Baby K a essere la donna con il record assoluto di visualizzazioni su You Tube in Italia: 100 milioni quelle ottenute nel 2015 con la hit Roma-Bangkok, cantata in coppia con Giusy Ferreri, 100 milioni e il terzo posto come video più visto dell’anno sulla piattaforma, oltre a quattro dischi di platino, per Voglio ballare con te, nel 2017, e infine il grandissimo successo di Da zero a cento dell’estate 2018, capace di sfondare il tetto delle 38 milioni di visualizzazioni e di spopolare sui social – dove Baby K conta più di 400 mila followers – con l’hashtag #ballodellestate, video in cui i suoi fan si cimentano in alcuni passi della coreografia presente nel video.

Insomma, la ragazzina timida cresciuta con la valigia sempre pronta ne ha fatta di strada, e in un certo senso il titolo del suo ultimo successo potrebbe essere proprio identificativo della sua carriera: da zero a 100 (milioni di visualizzazioni).

Baby K: cosa trasforma una bambina timida nel fenomeno italiano di YouTube
Fonte: web
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