Anna Dello Russo: come ci si veste se lavori per Vogue

Anna Dello Russo: come ci si veste se lavori per Vogue
Fonte: web
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Anna Dello Russo è la direttrice creativa di Vogue Japan dal 2006 e grazie alla sua passione sfrenata e viscerale per la moda è diventata a tutti gli effetti icona di stile e regina dello street style, fonte di ispirazione per i look di donne di tutte le età perché lei, con i suoi outfit, pare non averne una, è fondamentalmente una Highlander del mondo fashion.
Il suo stile non conosce limiti, si ispira a ciò che le piace e soprattutto indossa quello che la fa emozionare e sente come suo, i vestiti devono essere toccati e conosciuti prima di essere indossati e dopo non saranno di nessun altro perché si crea un legame intenso, quasi ombelicale.
Da questo rapporto stretto quasi passionale con i vestiti è sembrato molto strano che Anna abbia deciso di dare all’asta gran parte del suo guardaroba, invece è stato proprio così e l’ha raccontato bene in un articolo pubblicato su Gioia.it.

“Io gli abiti ho bisogno di toccarli, solo così posso capirli”, spiega la fashion icon, e aggiunge che acquista quasi tutto perché vuole avere sempre con sé gli abiti e gli accessori che compra.
“Compro quasi tutto perché mi piace possedere. Ma molti vestiti sono prestati. Ora sto aspettando che mi arrivino gli outfit studiati per le prossime fashion week. Ho tutto nella mia testa, mi preparo per mesi. Durante gli shooting fotografo tutto quello che mi piace così mi faccio un’idea di quello che vorrò mettermi e poi scelgo questo, questo, questo, questo…”.

Alla domanda: E tu presti mai i tuoi vestiti? Lei risponde quasi inorridita: “Scherzi? Non hanno mai voluto vedere altre che me. Me li hanno chiesti per film o come esempi per quando faccio le consulenze ma non sono mai usciti dal mio guardaroba se non su di me. Sono la mia vita.”.

Per Anna quindi deve essere stata una grande fatica scegliere i capi da donare… “Ci ho messo un anno per fare l’editing. – ammette Anna – Ho affittato un enorme magazzino e ho portato lì tutto: sarebbe stato impossibile costruire i look completi: una scarpa era qui, un cappello da un’altra parte… Non puoi capire la roba che usciva da tutte le parti, non riuscivamo ad azzerare niente. A un certo punto ho detto a quelli che mi stavano aiutando, venite con le valigie e i camion e portatevi via quello che volete. Ho dovuto ribaltare casa per trovare tutto e fare un lavoro storiografico serio. Di qui sono passati trent’anni di storia della moda e del costume. Per fortuna io mi ricordo tutto: qui manca questo, lì quello, ma vai a ritrovare il body di Armani dell’81. Magari è finito nel cassetto della lingerie. È stato come fare il restauro della Cappella Sistina.”

La molla che ha fatto scatenare tutto è stata la domanda del fidanzato… “Donare è stato liberatorio. La quantità era diventata spropositata, avevo bisogno di alleggerirmi. La molla è stata l’arrivo di Angelo, il mio fidanzato. Mi ha chiesto: dove metto i miei vestiti? E io: non c’è posto. E lì ho capito che dovevo fare qualcosa. E poi io odio il vintage e incominciava a esserci aria di vintage nei miei armadi. I vestiti sono anime vive, devono camminare addosso alle persone, se stanno lì si cadaverizzano”.

Anna Dello Russo è arrivata a Milano nel 1988 con i suoi colori sgargianti ed eccentrici e in un primo momento ha dovuto mettere da parte la sua eccentricità per seguire la moda austera del momento con linee pulite e colori scuri (nero in primis). Essendo una fashion victim doveva seguire le “regole”. Dopo 10 anni, quando si è aperto il mondo del web, ha colto l’occasione e ha cominciato a indossare quello che le piaceva, senza regole, cominciando a divertirsi, cosa che fa ancora oggi.

Sfogliando la gallery potete vedere alcuni dei suoi outfit più originali.