"Ero bellissima ma infelice": gli amori "senza fine" di Ornella Vanoni

"Ero bellissima ma infelice": gli amori "senza fine" di Ornella Vanoni
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“Dalla cenere io rinvengo / Con le mie rosse chiome / E mangio uomini come aria di vento”: chissà se Ornella Vanoni, una delle rosse più famose del nostro paese, conosce questi versi di Sylvia Plath. Del resto non abbiamo alcun dubbio sulla sua passione per la poesia, visto che lei stessa ha recentemente raccontato al Corriere di avere addirittura un faldone pieno di liriche composte per lei. Come quella scritta da un uomo di Trieste che lei definisce un amore poetico.

Titolo: Forse, spero, tanto. Testo: “E quando arriverai lo farai col passo dolce della prima volta, infilando tutti i miei forse, chi sa, spero tanto… E allora, come la prima ora, soffierai i tuoi respiri sulla mia polvere, appenderai le tue perle… Ingoierai file di lacrime nel sorriso… E poi, come la prima volta, abbandonerai il tuo miracolo del nostro ultimo letto… lasciandomi il privilegio di amarti.

Diversamente dalla Lady Lazarus della Plath, che si nutriva di uomini, Ornella Vanoni si è fatta spesso fagocitare dai suoi amori. “Da artista, sono felice della vita che ho avuto. Ma dall’amore, sono così delusa che sono sola da vent’anni”, ha spiegato nell’intervista al quotidiano, alzando un velo sui suoi ricordi più personali. Come quello legato alla storia obnubilante con Giorgio Strehler che la “seguiva in auto il mio tram”. O la passione scoppiata all’improvviso per Gino Paoli, che era già sposato e che la fece soffrire moltissimo, ma che oggi è un suo grande amico.

Mi tradiva in continuazione. Poi, non lo trovavo mai. E piangevo. L’ho lasciato col cuore che era uno spezzatino. Sua moglie mi disse: “Se me lo porti via, non vivo”, io me ne andai. Lui mi ha dato la colpa d’essere sparita e si mise subito con Stefania Sandrelli.

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