Alan Turing, il genio castrato chimicamente affinché "guarisse" dall'omosessualità

Alan Turing, il genio castrato chimicamente affinché "guarisse" dall'omosessualità
Fonte: National Portrait Gallery, Londra
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La vita di Alan Turing, una delle menti più brillanti del Novecento, dovrebbe essere raccontata senza sosta, a imperitura memoria di come nel corso della storia sia stato possibile calpestare la dignità umana. Perseguitato dalle autorità britanniche perché omosessuale, venne sottoposto a castrazione chimica e, dopo due anni di calvario, presumibilmente si tolse la vita mangiando una mela avvelenata, anche se in molti non credono a questa versione ufficiale.

Matematico, crittografo, filosofo visionario e pioniere della scienza informatica, Alan Turing non fu solo l’inventore del primo computer. Senza il suo contributo sarebbe stato infatti impossibile decifrare il codice della macchina Enigma usata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per lo scambio di messaggi cifrati. Una grande scoperta portata sul grande schermo nel film The Imitation Game, con Benedict Cumberbatch nei panni di Alan Turing.

Come raccontato dalla BBC, Turing venne arrestato nel 1952, mentre lavorava all’università di Manchester. L’accusa? Avere una relazione con il 19enne Arnold Murray in un momento in cui essere gay era vietato dalla legge. Lo scienziato aveva ospitato a casa sua il giovane disoccupato, salvo poi ritrovarsi con la casa svaligiata. Recatosi a denunciare il fatto, aveva invece fatto scattare le indagini per atti indecenti. Processato e condannato, non si riprese mai più. Se non fosse morto prematuramente a 41 anni, oggi la lista delle sue conquiste forse sarebbe ancora più lunga.

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