"Com'è possibile che io abbia 3 taglie totalmente diverse a seconda della marca?"

"Com'è possibile che io abbia 3 taglie totalmente diverse a seconda della marca?"
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Vi è mai capitato di entrare in un negozio e chiedere la stessa identica taglia di pantaloni che state indossando e per qualche strano motivo non vi vanno? O troppo larghi o troppo stretti? E proprio da qui, in quel metro quadrato circondate da specchi parte la nostra confusione: “sarò ingrassata? Sarò dimagrita? Sapevo che la carbonara ieri sera dovevo evitarla.”

E invece non è assolutamente colpa vostra, né tanto meno della carbonara; la colpa è solo dell’industria della moda, che non impone regole standardizzate riguardo appunto la gestione delle taglie. Capita in Italia, ma anche in tutto il resto del mondo. La differenza nelle taglie non si trova solo tra brand con chilometri e oceani di mezzo, ma anche tra connazionali, tra vicini di casa, insomma, ogni brand ha la sua tabella per le taglie e non è assolutamente interessato a omologarsi con il resto del fashion system.

Nessuno di loro però che pensi a noi, povere malcapitate, che ogni volta dobbiamo provare minimo due taglie differenti, quando siamo fortunate, dello stesso capo, perché “dipende dalla marca”. Vale per i jeans, ma anche per la maglieria, per l’intimo e per le scarpe con il tacco. Non c’è capo d’abbigliamento che ci salvi da questa battaglia.

Anche una ragazza, utente Tumblr, ha provato a dar voce a questo disagio postando tre foto sue mentre indossa tre pantaloni, molto simili tra loro comprati tutti e tre lo stesso giorno ma con taglie completamente diverse e ovviamente provenienti da tre differenti brand. Questo collage è la prova reale che non siamo noi tutte a essere impazzite ma che esistono dei seri problemi con la misurazione delle taglie.

Di seguito, nella nostra gallery abbiamo riportato altri esempi postati sul social di “taglie sbagliate”; alcuni esperimenti a riguardo e alcune possibili motivazioni. Il nostro intento non è sicuramente quello di denigrare un brand, piuttosto che un altro, bensì quello di sensibilizzare riguardo a questa situazione, una grande pecca per l’industria della moda.