L'assurda Ragione per cui Non Dovresti Lavare i Tuoi Jeans

Pare proprio che, se siete abituate a mettere i vostri jeans in lavatrice per pulirli, stiate sbagliando di grosso! Almeno secondo il CEO di Levi's, che ha una sua (assurda) teoria secondo cui il denim non dovrebbe mai essere lavato. Volete sapere la ragione che sta alla base di questa bizzarra opinione?

È sempre più convinto e determinato a portare avanti la propria teoria, in barba ai germofobi terrorizzati al solo pensiero e a tutti coloro cui basta appena un briciolo di buon senso per considerarla alquanto strampalata.

Lui è l’amministratore delegato, nonché presidente, di Levi’s, Chip Bergh: da un personaggio del suo calibro ti aspetti che sappia trattare i jeans come nessun altro al mondo, che conosca come le proprie tasche ogni singola caratteristica, piega o cucitura del denim, insomma pensi a lui e immediatamente dici a te stessa: “A chi altri potrei chiedere consigli su come conservare il più a lungo possibile i miei jeans se non a chi del jeans ha fatto la propria vita?”.

Ed ecco qui il Bergh che non ti aspetti, la rivelazione shock, il clamoroso colpo di scena: già, perché il CEO di Levi’s ha candidamente affermato di non lavare praticamente mai i propri jeans. Zero sapone, zero acqua, i suoi jeans non hanno mai visto una lavatrice, o quasi. E non certo perché Bergh sia uno poco incline alla pulizia personale, naturalmente; questo, semplicemente, almeno a suo dire, è il modo migliore, più sicuro e affidabile per mantenere al meglio i propri denim, evitando di sciuparli e potendo perciò sfruttarli il più a lungo possibile. Anche qualora l’idea di un jeans estremamente “vissuto” non vi piaccia, però, Mr. Bergh “concede” un passaggio in lavatrice, ma solo dopo aver indossato i pantaloni almeno dieci volte. Perché il fatidico numero sia proprio il dieci non è dato sapersi, ma chi decidesse di fidarsi dei suoi consigli è avvisato.

Lontani dal cestello, lontani (almeno per molto tempo) dal sacco dell’immondizia, in buona sostanza è questo il messaggio. Bergh aveva già affermato questa bizzarra teoria nel 2014 in un’intervista rilasciata a Fortune, e adesso, ascoltato nuovamente dal Mirror, l’ha orgogliosamente ribadita, ripetendo che lavare i jeans danneggia il tessuto, oltre ad essere un vero e proprio inutile spreco di acqua.

“I miei jeans non hanno mai visto una lavatrice” ha dichiarato; aggiungendo poi che, in caso di macchie particolarmente ostinate, gli è sempre stato sufficiente usare uno spazzolino da denti. Okay, Dottor Bergh, ammettendo anche di accettare questo strano suggerimento, potremmo provare a conservare un vecchio spazzolino per grattare via dai nostri jeans, vediamo un po’, minuscole macchie di fango, per esempio, di quelle che ti schizzano all’altezza della caviglia quando, disgraziatamente, ti accorgi troppo tardi di aver messo piede in una pozzanghera… ma la loro circonferenza non dovrebbe superare i due millimetri, affinché siano sufficienti le setole di uno spazzolino da denti (dando per scontato il fatto di non possedere una dentatura alla Francis il mulo parlante) per rimuoverle.

Ma che dire delle macchie di olio, di unto, di sugo, con cui, cucinando o mangiando, spesso riusciamo a dipingere i nostri jeans manco fossimo novelle Van Gogh? Per quelle, oltre allo spazzolino, probabilmente dovremmo aggiungere anche due o tre Ave Maria per riuscire nel miracolo di eliminarle. E cosa dovremmo fare quando i nostri figli decidono che il colore dei nostri jeans non sia a loro gradito e si preoccupano di ravvivarli con pennarelli, tempere e colori vari? Oppure quando non trovano posto migliore per asciugarsi il naso, o le mani, se non la nostra coscia sinistra?

E dovremmo forse spiegare ai nostri animali domestici che sarebbe più opportuno smetterla di farci le feste al nostro rientro e limitare il tutto eventualmente ad una educata stretta di mano, così eviterebbero di riempirci i jeans con le loro impronte tutte sporche di terra scavata di fresco? Forse, seguendo i consigli di Chip Bergh, per non sciupare il tessuto dei nostri jeans dovremmo semplicemente continuare a sfoggiarli,  con tutte le loro “ferite di guerra” fregandocene di sembrare rifugiate svegliate di soprassalto nel cuore della notte e vestitesi alla cieca; oppure, potremmo andarcene in giro chiuse in una bolla trasparente che ci preservi dal contatto con qualsiasi oggetto o forma umana potenzialmente letale per la pulizia dei nostri abiti, denim compresi.

Insomma, meglio conservare intatto il tessuto più a lungo risparmiando ai jeans frequenti viaggi in lavatrice, o meglio indossare qualcosa di sempre fresco e pulito, e pazienza se dopo un paio d’anni la tenuta del denim non sarà più la stessa? Davvero un’ardua scelta, questa… vogliamo allora parlare dell’odore, inevitabile, che i jeans potrebbero naturalmente emanare, alla lunga, se scegliessimo di farli diventare (in)sani portatori di macchie e germi, refrattari al sapone?

Mr. Levi’s ha una soluzione anche per questo problema: il freezer. Sì, ragazze avete capito bene: secondo Bergh basterebbe infilare i jeans in una busta trasparente e lasciarli “riposare” in freezer per qualche ora, in modo da uccidere proprio quei germi che proliferano in assenza di pulizia. Provate a spiegarlo a chi ha la fobia di batteri e simili, così oltre al jeans butterebbe via l’intero frigorifero!

E pensate che sia davvero tanto bello aprire il proprio freezer e trovarci dentro un paio di jeans imbustati? Siamo serie, immaginate il vostro compagno che apre lo sportello in cerca di gelato e ci trova dentro i jeans che vi ha regalato a Natale… senza considerare il fatto che, dopo averli tolti dalla cura rigenerante a base di ghiaccio, dovrete come minimo aspettare altre 24 ore prima di poterli indossare nuovamente!

Insomma, Chip Bergh ha detto “no” al sapone per i propri jeans, in nome di una migliore conservazione del tessuto, ma con un occhio di riguardo anche ad un maggiore risparmio di energia e alla salvaguardia dell’ambiente, date dal minor uso della lavatrice. Il CEO di Levi’s non è infatti nuovo ad iniziative ecosostenibili, tanto da aver lanciato un jeans che necessita di meno acqua in fase di produzione, ed è risaputo che sia un amante della vita sana, all’insegna dello slow food, del veganismo e del rifiuto del junk food.

Motivazioni senz’altro apprezzabilissime, quelle che lo muovono, se non fosse che: nessuno (e in caso contrario battete un colpo!) fa una lavatrice solo ed esclusivamente per un paio di jeans, solitamente questi vengono buttati assieme al resto del bucato; perciò non esiste un oggettivo risparmio di energia né si tutela maggiormente l’ambiente, dato che comunque dovremmo lavare il resto della nostra biancheria (a meno che non si decida di non lavare più nulla, ma ringraziando il cielo non siamo ancora giunti a questo scenario post-apocalittico). Dunque o si gettano tutte le lavatrici che abbiamo, decidendo di tornare a lavare i nostri panni solo con l’acqua di fonte come facevano le nostre nonne (e l’idea romantica è piuttosto affascinante) oppure non si capisce perché possano essere buttati nel cestello camicie, gonne, maglie, maglioni, felpe e calzini sporchi ma non i jeans. Come se la lavatrice fosse da considerare per i jeans alla stregua dell’aglio per i vampiri. Non esistono spazzolini abbastanza grandi da poter tirare a lucido i nostri pantaloni denim, Mr. Bergh: le donne, mamme, nonne, lavoratrici, cuoche, avranno sempre jeans sporchi che necessitano di una bella pulita.

Tutta questa ostinata avversione per acqua e sapone dipende veramente dal fatto che i lavaggi, a lungo andare, deteriorano il tessuto non permettendo al jeans di durare per diversi anni? Caro Dottor Bergh,  noi la ammiriamo e ringraziamo per le meravigliose paia di jeans che la Levi’s ha creato in tutti questi anni, ma adesso un consiglio vorremmo darlo noi a lei, se pensa davvero che per le donne il problema insormontabile sia dover cambiare spesso i jeans… ha mai sentito parlare di shopping?

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