Sono diversi gli articoli che spiegano che essere perennemente in ritardo è quasi una malattia.
Ci si è portati.
Punto.
Ben poco si può fare per cambiare la situazione.
Questa volta però vi doniamo alcune curiosità a riguardo quasi scientifiche.
I minuti di chi non è puntuale infatti durano 77 secondi invece che 60.

The Wall Street Journal fa una sintesi di tutte le ricerche scientifiche condotte in questo campo. L’articolo, ripreso da Repubblica, divide la specie umana in individui del tipo A (precisi, puntuali, competitivi, anche con punte di aggressività) e del tipo B cioè i ritardatari.

Secondo gli studi i tipi A hanno un orologio mentale diverso, organizzandosi come se un minuto durasse 58 secondi, per i B invece i secondi in un minuto diventano appunto 77.
Una differenza del 30% che sommata ad un’intera giornata fa davvero la differenza.
I ritardatari cronici sono inoltre delle persone multi-tasking, sempre indaffarati anche a svolgere due o tre cose in contemporanea. La puntualità diventa quindi un difetto di concentrazione.
Non è una questione di maleducazione.
Il problema è che la percezione del tempo è decisamente differente e difettosa.

I consigli per evitare questo problema, spesso imbarazzante anche per il ritardatario stesso, sono infiniti ma servono a poco.
E riteniamoci fortunati: in Italia il ritardo è ancora tollerato, nel mondo indiano, negli Stati Uniti o in Arabia proprio no.

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