La  “ritrattistica composita” è un progetto ispirato dal lavoro del fotografo sudafricano Mike Mike che diversi anni fa aveva creato il progetto “The Face of Tomorrow”, compilando una raccolta di volti delle persone provenienti da varie città. “Seduto sul treno della metropolitana, sono stato incuriosito dalla grande diversità del luogo – somali, indiani, americani, cittadini dello Zimbabwe, scandinavi e un centinaio di altre nazionalità, in lizza per il loro posto nella metropoli – aveva spiegato il fotografo. – Ho pensato: ‘Che cosa è questo posto, com’è un londinese?’  Ho pensato che se si fossero ‘fuse’ tutte le persone in un posto come Londra si sarebbe visto il futuro di quel luogo, e si sarebbe potuto capire ciò che un londinese è o diventerà“.

(foto:Web)
(foto:Web)

Questa tecnica utilizzata sul finire del 19 secolo dall’antropologo Sir Francis Galton, consisteva nel sovrapporre diverse immagini una sull’altra, usando gli occhi come punto focale. Gli scienziati hanno applicato questo metodo per creare quella che definisco “donna media”. Gli Psicologi dell’università di Glasgow hanno fotografato centinaia di donne e hanno sovrapposto i visi tenendo gli occhi come punto focale creando così 41 donne di differente nazionalità ed etnie.

Queste immagini ci consentono di cogliere i difetti e le somiglianze tra le differenti donne “medie”.

I risultati proposti hanno però suscitato non poche polemiche: c’è chi dice che non rispecchiano la realtà perchè i volti comuni sono tutti di belle ragazze, e c’è chi dice che non è possibile che tutte le donne sembrino giovani.

 

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