Corri prima che lo scoprano tutti: il borgo perfetto per un weekend indimenticabile

Tra Rocche medievali, tradizioni antiche e degustazioni in vigna, questo borgo è il rifugio d’inverno da scoprire ora.

C’è un momento preciso, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, in cui la voglia di fermarsi diventa più forte. Il desiderio di evadere dal traffico, dagli schermi, dalla frenesia dell’ultimo sprint prima di Natale. E se esiste un luogo capace di rispondere a questo bisogno, si trova tra le colline dell’Appennino forlivese, in Emilia-Romagna. Si chiama Bertinoro, ed è un piccolo borgo che conserva il sapore delle cose vere. Perfetto per chi cerca un inverno lento, fatto di silenzi, passeggiate e buon vino.

Qui il tempo sembra rallentare, le pietre raccontano storie antiche e le strade portano sempre a un panorama. Ed è proprio questa lentezza a diventare un lusso: tra Rocche, tradizioni e cucina romagnola, Bertinoro è una pausa che rigenera, anche solo per un fine settimana.

Rocca, stradine, piazze: a Bertinoro il Medioevo incontra l’ospitalità vera

Appena si arriva, si percepisce qualcosa di diverso. Non è solo la posizione, in cima a una collina che guarda la Romagna fino al mare. È il silenzio, il profumo di legna e mosto, le case affacciate su piazze ordinate e il suono regolare delle campane. Bertinoro si scopre a piedi, salendo piano verso la Rocca medievale, una delle più importanti della zona. Costruita nel X secolo, ha ospitato Federico Barbarossa e, più tardi, i vescovi della diocesi. Oggi è sede del Museo Interreligioso e del Centro Residenziale Universitario dell’Alma Mater di Bologna: due luoghi vivi, che parlano di dialogo e sapere.

Bertinoro
Rocca, stradine, piazze: a Bertinoro il Medioevo incontra l’ospitalità vera – robadadonne.it

Ma è camminando tra i vicoli che si scopre l’anima del borgo. Bertinoro è conosciuta come la Città dell’Ospitalità, e questo titolo non è un’invenzione recente. Risale al XIII secolo e alla Colonna dei Dodici Anelli, simbolo di accoglienza: chiunque arrivasse, poteva legare il proprio cavallo a uno degli anelli e diventare ospite della famiglia corrispondente. Un’idea antica, ma ancora oggi palpabile nei gesti delle persone, nei sorrisi lenti e nelle parole genuine.

Il cuore del borgo è Piazza della Libertà, da cui lo sguardo abbraccia la pianura romagnola. Da lì si raggiungono il Palazzo Ordelaffi, la Torre Civica (l’antico orologio dei naviganti) e la Cattedrale di Santa Caterina, con le sue colonne e gli altari in penombra. Tutto intorno, percorsi tematici raccontano storie: la Strada dei Mestieri Scomparsi, con le sue installazioni, e la Strada della Vendemmia, che celebra il legame profondo con il vino e la terra. Un museo a cielo aperto, senza code né biglietti.

Vigne, cantine, Albana: dove il vino racconta il territorio e riscalda l’inverno

Se l’atmosfera di Bertinoro colpisce per la sua dimensione intima e raccolta, è il vino a renderla ancora più speciale. Qui ogni collina è un vigneto, ogni panorama una bottiglia potenziale. Non a caso Bertinoro è parte della rete Città del Vino e vanta una lunga tradizione vitivinicola. Il protagonista assoluto è l’Albana, primo vino bianco italiano a ottenere la DOCG, ma non mancano Sangiovese, Pagadebit e altri vitigni autoctoni.

Le cantine del territorio non si limitano alla produzione: aprire le porte ai visitatori è un rito, un momento di condivisione che unisce gusto, racconto e identità. In inverno, la vigna dorme ma la sala degustazione si scalda. Spesso si è accolti direttamente dal produttore, che racconta il vino come un pezzo di sé. Si assaggia, si ascolta, si abbina: ogni calice ha il suo piatto, e la cucina romagnola — ricca, saporita, generosa — fa il resto.

Da provare: le cantine panoramiche, da cui si vede il mare nelle giornate limpide. Ideali per una pausa lenta, da vivere senza fretta, magari dopo una passeggiata tra le foglie d’autunno rimaste o prima di visitare i mercatini natalizi della zona.

Bertinoro, in fondo, è questo: un invito alla lentezza, alla scoperta discreta. Un borgo che non urla, ma resta. Dove il tempo si dilata, il vino profuma di colline, e ogni scorcio sembra suggerire: “Fermati, respira. Sei nel posto giusto.”

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