Soffri di gymtimidation? Come superare l'ansia da palestra e iniziare

La gymtimidation si riferisce all'ansia che si prova al pensiero di recarsi in palestra e allenarsi insieme ad altre persone, causata perlopiù dalla paura del giudizio altrui e dalla sensazione di disagio che si percepisce in un contesto spesso competitivo e intimidatorio come quello in cui si svolge l'allenamento in pubblico. Scopriamone insieme i dettagli e come si può superare.

«La palestra non fa per me», «Non mi sento a mio agio ad allenarmi con altre persone», «La palestra è troppo impegnativa», «Mi guarderebbero tutti», e, l’immancabile: «Inizio lunedì».

Oltre ai semplici riduzionismi che si possono applicare a frasi dette e ridette (e sentite e risentite) come queste, nella maggior parte dei casi il diniego di recarsi in palestra non è da ricondursi a noia, mancanza di volontà o pigrizia, bensì a una vera e propria ansia sociale, che, da qualche tempo, ha anche un nome specifico: “gymtimidation“.

Importata dal mondo anglosassone – dove è particolarmente sofferta -, la gymtimidation è trasversale e colpisce tutti, e riguarda sia il timore iniziale di recarsi in palestra, sia il giudizio che ne può conseguire allenandosi in mezzo ad altre persone. Vediamo di che cosa si tratta nei dettagli.

Gymtimidation: che cos’è?

Inizialmente, il termine “gymtimidation” indicava la timidezza e/o l’ansia che si prova nel momento in cui ci si appresta a utilizzare nuovi macchinari o a svolgere nuovi tipi di allenamento, per paura di non essere adeguati o sbagliare.

Nel corso del tempo, tuttavia, l’espressione ha assunto nuove sfumature di significato, andando a caratterizzare quel senso di inadeguatezza, apprensione, angoscia e ansia sociale che si percepisce nei confronti della palestra in senso lato, sorretta dal timore di essere giudicati, di svolgere in maniera erronea gli esercizi, di essere derisi e di essere, perciò, “peggio” rispetto a coloro che ci circondano.

Una paura che può divenire paralizzante e invalidante, e può anche condurre a un evitamento di situazioni condivise di allenamento, dalla palestra stessa ai corsi di yoga, pilates e affini. E che, come dimostra la ricerca condotta dalla piattaforma americana Fitrated, può colpire tutti, uomini e donne. Con una predilezione, naturalmente, per queste ultime.

Le cause psicologiche

In base al sondaggio, infatti, il 65% delle donne e il 36% degli uomini non va in palestra a causa della pressione derivante dal giudizio – effettivo o percepito – altrui. In particolare, il 55% delle donne crede di non essere abbastanza in forma per fare esercizio fisico in un luogo pubblico, mentre il 49% non si sente a proprio agio in abiti sportivi spesso fascianti e molto aderenti e il 25% teme di apparire ridicola nel corso dell’esecuzione degli allenamenti.

Una panoramica simile è stata fornita anche dalla ricerca effettuata da OnePoll per The Gym Group, con il 53% delle donne e il 33% degli uomini che soffrono di gymtimidation, su un campione di 3.000 inglesi. Un sondaggio che, in Italia, non è ancora stato svolto, ma che quasi sicuramente – anche a giudicare dai dibattiti e dai consigli veicolati sui social – rivelerebbe una presenza ingente di tale disagio anche nel nostro Paese.

Alla base del quale, come abbiamo visto, vi sono molto spesso cause di natura psicologica: la paura di essere presi in giro per la propria forma fisica, l’assenza di comfort causata dagli abiti sportivi, la ritrosia a mostrarsi “vulnerabili” e sofferenti agli occhi degli altri, il timore di non essere abbastanza “bravi” a svolgere gli esercizi e a utilizzare i macchinari, e, nel complesso, il pensiero di non essere all’altezza per il luogo in cui ci si trova.

Le cause sociali

Alle cause psicologiche si affiancano, poi, anche quelle sociali, derivanti dal confronto con le performance degli altri e dal desiderio – anche in questo caso – di competizione (soprattutto nel caso degli uomini) e di “validazione”.

Come spiega lo psicologo e life coach Jeff Spires a Popsugar:

Gli esercizi in palestra ci richiedono di fare cose specificamente progettate per portarci al di fuori della nostra zona di comfort, di fronte a perfetti sconosciuti, ed è questa combinazione che ci fa provare ansia. Ci sentiamo vulnerabili perché sappiamo che stiamo cercando di fare cose difficili e il fatto di doverle fare in prossimità di altre persone provoca confronto e competizione.

In questo modo,

il nostro cervello dà il via a un ciclo di paura e preoccupazione: “Sto facendo bene?”, “Sto sudando più di loro?”, “Pensano che sia debole?”, “Ho impostato bene la macchina?”, e così via. Un meccanismo che può anche essere innescato dalla preoccupazione di che cosa indossare, di come allenarsi, di che cosa pensano gli altri e dell’ambiente stesso della palestra.

Non è un mistero, infatti, che quello della palestra sia un ambito particolarmente competitivo, che ci incoraggia – pur inconsapevolmente – a porci a paragone con gli altri e a “dimostrare” il nostro valore e la nostra bravura mediante lo sforzo, il sudore e talvolta l’eccesso fisico. Con il risultato che la palestra assume, così, i tratti di un luogo intimidatorio, soprattutto per le donne, data la preminenza della componente maschile e la costante oggettivazione di cui esse sono vittime (spesso anche attraverso video e foto svolti a loro insaputa e poi diffusi su internet con lo scopo di deriderle e prenderle in giro).

Le conseguenze della gymtimidation

Quali sono, dunque, le conseguenze della gymtimidation? La più eclatante è, senza dubbio, l’elusione della palestra in senso lato, e, spesso, la mancanza di allenamento nel complesso, con più o meno importanti ripercussioni sul benessere fisico e psicologico dell’individuo (l’attivazione del corpo, infatti, rilascia dopamina, endorfine e sostanze benefiche per il tono dell’umore, oltre a contribuire a ridurre disturbi somatici).

E poi ansia, angoscia, paure sociali, timore del giudizio e pressione, ossia tutte sensazioni dovute, come abbiamo visto, al pensiero di mettersi in relazione agli altri e sottoporsi al loro potenziale giudizio, con ingerenze sull’autostima – soprattutto se è già bassa e intaccata – e sulla sensazione di agio e comfort percepiti.

La gymtimidation, inoltre, può generare ansia anche nelle persone che non l’hanno mai provata in altri contesti della propria esistenza, dal momento che la palestra prevede spesso momenti in solitaria e non incentiva l’interazione sociale – contatto visivo sì o no? E ci si può parlare, anche se si è sconosciuti? -, acuendo, così, il dubbio di essere “imbarazzanti” mentre si svolgono gli esercizi e sentirsi, di conseguenza, insicuri e timidi.

Come superare la gymtimidation

Come fare, allora, per superare l’ansia da palestra e allenarsi in serenità? Lo psicologo e divulgatore Luca Mazzucchelli consiglia di agire in questo modo:

Per trasformare la paura in coraggio bisogna affrontarla, ma un piccolo passo alla volta, perché i cambiamenti da 0 a 100 non si adattano all’essere umano. [Per questo motivo] io consiglio di iniziare facendo un elenco delle dieci cose che ci spaventano di più dell’esperienza in palestra, e di cominciare affrontando la paura più piccola – quindi, magari, allenandosi da soli a casa, fare delle lezioni private con un personal trainer o andare in palestra in orari in cui c’è poca gente, scegliendo lezioni non troppo difficili e sfidanti. Anche andare in palestra insieme a un amico aiuta molto, perché porta un elemento di familiarità in un contesto sconosciuto, che può essere disorientante. Dobbiamo capire quali paure sono più sostenibili per noi e affrontarle.

Tra le azioni che si possono mettere in atto, pertanto, possiamo annoverare:

  • l’andare in palestra in compagnia, in modo tale da ridurre il disagio iniziale e avere un punto di riferimento amicale;
  • frequentare corsi con più persone, riducendo, così, l’impatto dell’allenamento e il rischio di esercitarsi da soli;
  • iniziare con ripetizioni semplici, non troppo impegnative, connettendosi ai movimenti che ci fanno sentire più a nostro agio e aumentando la difficoltà nel corso del tempo;
  • chiedere consiglio ai personal trainer presenti in sala, facendoci dare suggerimenti sui modi migliori per svolgere gli allenamenti e richiedendo supporto nel caso in cui fossimo incerti;
  • scegliere gli orari meno affollati, per non sentirsi sopraffatti dalle altre persone;
  • e, se l’ansia è troppo feroce, cominciare ad allenarsi a casa, prendendo confidenza con se stessi e abituandosi, così, all’idea dell’esercizio fisico nel complesso.

Ricordandosi, infine, un dettaglio: in palestra, tutti sono concentrati sui propri movimenti e sugli allenamenti che devono svolgere. Nessuno, in fondo, ci guarda davvero. E tutti, in fondo, abbiamo provato o proviamo almeno un po’ di ansia da palestra: siamo esseri umani e siamo interconnessi, e nessuno è migliore di nessun altro. Neanche tra gli attrezzi e i corsi di zumba.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!