Vi siete lasciati, è scomparso o scomparsa dalla vostra vita ma la sua faccia continua a comparire tra quelle che vi visualizzano le storie? Un po’ di curiosità nei confronti dell’ex può essere normale, ma in molti casi non si tratta semplicemente di questo.

Spesso, infatti, chi subisce questo tipo di trattamento è vittima di orbiting, un fenomeno che molti conoscono ma a cui non riescono a dare un nome.

Di cosa si tratta? Scopriamolo.

Orbiting: cosa significa?

Potremmo definire l’orbiting un’evoluzione del ghosting: in questo caso, un ex partner – scomparso dall’oggi al domani – continua però a tenere d’occhio le attività dell’ex nel cyberspazio. A tenerlo, o tenerla, ancora nella sua orbita e a rimanere nella sua. Come? Ad esempio, seguendo l’altra persona su Instagram e Facebook, controllando le sue storie e, in alcuni casi, addirittura inviando reazioni ai post.

Come ha spiegato la scrittrice Anna Iovine, a un orbiter piace stare “abbastanza vicino da vedersi; abbastanza lontano da non parlare mai”.

La psicologia dell’orbiting

Dopo un po’ di sconforto e amarezza, una domanda sorge spontanea: perché lo fa? Sperimentare l’orbiting dopo una rottura rende le persone molto confuse, perché non riescono a comprendere o spiegarsi il comportamento di chi lo mette in pratica. Potrebbe essere il modo in cui un ghoster continua a seguire la vittima con cui non ha avuto il coraggio di avere un confronto e una chiusura, il meccanismo di coping di un ex partner solitario o il modo in cui un ex curioso cerca di sapere come sta la sua ex fiamma.

Di solito, ha spiegato a Stylist il relationship coach Arrezo Azimzadeh, gli orbiter tengono d’occhio i loro ex sui social media perché a loro piace aggrapparsi alla “fantasia di ciò che avrebbe potuto essere”. Non vogliono investire energia in una relazione, quindi evitano di impegnarsi. Ma, poiché la trovano interessante, continuano a tenere l’altra persona nella loro orbita in modo che possano sognare ad occhi aperti sulle direzioni che la relazione avrebbe potuto prendere.

Le persone – ha confermato la psicologa Susan Krauss Whitbourne a Psychology Today – vengono convolte l’una dall’altra per un motivo e anche quando il loro coinvolgimento cessa quel motivo rimane:

Quasi sicuramente hai sentito una volta o l’altra che ti manca stare con la persona a cui eri così vicino. Ti chiedi cosa stia facendo, e forse pensi anche con malinconia alle persone nella famiglia del tuo partner e alla cerchia di amici intimi. Sei curioso di sapere se sta andando bene al lavoro o a scuola. Dopo che l’amarezza della fine della relazione si è placata, ti rimane un residuo dei fattori che ti hanno portato a legarti questa persona.

In altri casi, però, i motivi potrebbero essere diversi. L’orbiting, infatti, potrebbe essere la strategia di un narcisista che vuole mantenere il controllo sull’altra persona, di qualcuno che non vuole una relazione adesso ma che potrebbe volerla (forse?) in futuro o addirittura di qualcuno poco esperto in campo social, che non sa, ad esempio, che è possibile sapere chi ha visualizzato le storie. Più che di orbiting, in questo caso dovremmo parlare di curiosità, che non significa necessariamente interesse.

Come comportarsi con chi fa orbiting?

Questa nuova pratica, che a volte assume i tratti di una lenta tortura, potrebbe essere complicata da gestire. L’orbiting infatti è difficilmente interpretabile e foriero di malintesi. Cosa fare dunque in questi casi?

Se si è vittime di orbiting e questo dà veramente fastidio, ci si deve sentire libero o libera di bloccare la persona che lo fa; se è solo un mi piace o una visualizzazione della storia occasionale, a meno che non si sia effettivamente interessato o interessata a riprendere i contatti o a tornare insieme, non si dovrebbe rispondere allo stesso modo.

Soprattutto, bisogna cercare di non interpretare il gesto come nient’altro che un promemoria della presenza dell’altra persona nel mondo e andare avanti. «Non possiamo mettere limiti a nessun altro, in niente nella vita», spiega la psicologa ed esperta di relazioni Wendy Walsh. «Possiamo solo mettere limiti a noi stessi».

Se siamo noi a fare orbiting

E se invece siamo noi a fare orbiting? «Devi letteralmente togliere l’amicizia, smettere di seguire completamente», spiega Walsh. «Quando pubblichiamo sui social media, pubblichiamo le foto migliori di noi, dove sembra che ci stiamo divertendo di più. E ogni volta che lo vedi, ti ferisci di nuovo. Sarà più difficile per te superarle la rottura».

Questo vale anche soprattutto se sei tu ad aver cercato la rottura e stai solo cercando di tenere l’altra persona come backup: «Per evitare di confondere il tuo o la tua ex o ferire i suoi sentimenti, dovresti almeno nascondere quello che pubblica per alcuni mesi ed evitare di interagire, se non vuoi fare il passo drastico di smettere di seguire».

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