“Non penso potrei vivere assolutamente nulla con più passione di quanto abbia fatto”: anche se potesse tornare indietro nel tempo, Sophia Loren non cambierebbe niente. Perché farlo, del resto: ancora oggi è l’emblema non solo del nostro cinema, ma di un’idea piuttosto comune che il mondo ha della donna italiana.

Lei, la divina, sempre al passo coi tempi, è tornata a recitare nel 2020 nel film Netflix, diretto dal figlio Edoardo Ponti, La vita davanti a sé, tratto dal romanzo capolavoro di Romain Gary.

La vita davanti a sé

Nella pellicola ha interpretato Madame Rosa, scampata ai campi di concentramento, che si prende cura dei figli delle prostitute a Bari, fra cui c’è Momo, un dodicenne senegalese che l’ha derubata.

Ancora oggi Loren è l’icona della bellezza italiana nel mondo per eccellenza. Intervistata tempo fa da IoDonna, ha raccontato come l’amore, nel senso più totale del termine, sia stato fondamentale per lei. “Per se stesse, per un uomo, per tutto ciò che si fa. Come si fa a vivere senza?”, ha spiegato.

Lei di grandi amori ne ha avuti almeno tre, ma non stiamo parlando solo di uomini. C’è stato il marito, Carlo Ponti, che è stato al suo fianco per tutta la vita. E poi il cinema, che ha ricambiato il sentimento: l’obiettivo l’ha sempre amata follemente, come solo una persona in carne e ossa potrebbe fare. Ed è stato un colpo di fulmine.

Sono finita a Roma per caso. Non era facile per me capire cosa avevo dentro, cosa volevo fare, come potevo rispettare l’educazione ricevuta da mia madre. Io andavo un po’ di qua, un po’ di là… Dico una cosa grossa: dovessi avere 20 anni o iniziare la mia carriera oggi? Nonostante la guerra, forse è stato più facile ai miei tempi. Per le ragazze, oggi, mi sembra tutto estremamente complicato: l’educazione, i rapporti personali, i modelli imposti dalla società, questi social… Io ho semplicemente vissuto tutto con positività. Ed è bastato, sempre.

E poi c’è stato anche un amore molto più prosaico, quello per la buona tavola. Più volte, durante la sua carriera, ha raccontato la sua passione per la pasta, nata quando era ancora piccola e in casa c’era poco da mangiare a causa della guerra.

C’è persino un aneddoto passato alla storia: nel 1962, l’anno in cui vinse l’Oscar per La Ciociara, rimase a casa, invece di andare a Los Angeles. Temeva di svenire per l’emozione, in caso di vittoria, allora preferì rimanere nella sua cucina a preparare il sugo per la pasta. “Tutto ciò che vedete, lo devo agli spaghetti”, disse inoltre di sé.

Non fu amore, invece, ma ci andò vicino, quello con Cary Grant. Si conobbero sul set, sul finire degli Anni Cinquanta, e lui perse la testa per lei. Nella vita di Sophia Loren, però, c’era già Ponti, anche se non aveva ancora divorziato ufficialmente dalla moglie.

Avevo 23 anni. Non ero pronta per lasciare l’ Italia. Avevo paura di cambiare completamente la mia vita. Mia madre aveva paura di volare e io temevo che vivendo in California non l’ avrei vista spesso.

Di Grant dirà a Repubblica, riguardo un incontro avvenuto dieci anni dopo la prima volta,

Disse che voleva solo salutarmi e farmi le congratulazioni. Ma fu molto triste. Io gli feci prendere in braccio il bambino e lo guardai negli occhi. C’erano delle lacrime negli occhi di Cary. Allora capii quanto mi aveva amata. Il matrimonio, il bambino, quelle cose non erano fatte per noi due. Eravamo andati per strade differenti.

A lanciarla definitivamente fu il grande regista Dino Risi che nel 1955 la sceglie per Pane, amore e…, a fianco di Vittorio De Sica, in cui si lancia nell’iconico e indimenticabile mambo italiano. Un anno dopo si cimenta anche in un ruolo drammatico per La donna del fiume: il mondo si accorge di lei, e non solo per la sua travolgente bellezza mediterranea, tanto che la rivista LIFE le dedica la copertina. Ormai è ufficiale, è nata una stella.

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