In Italia esistono limiti d’età minima per fare cose diverse. C’è un limite d’età per guidare e votare, 18 anni. In passato per votare alle consultazioni per il Senato il limite era 25 anni. C’è un limite per lavorare, 15 anni. Ce n’è uno per sposarsi, 16 anni (con deroga del tribunale dei minorenni). E c’è un limite per esprimere il consenso ai rapporti sessuali. Si chiama età del consenso.

Naturalmente l’età del consenso non è qualcosa di regolato dalle leggi solo in Italia: in moltissime parti del mondo esiste questo limite. Che tra l’altro non norma solo i rapporti eterosessuali, ma talvolta anche i rapporti omosessuali (al di là di quei luoghi in cui sono vietati). Non è il caso dell’Italia, dove sicuramente siamo indietro rispetto ad altri Paesi quando si parla di diritti civili delle persone Lgbt+, ma dove, dal punto di vista del consenso, rapporto omo ed eterosessuali sono equiparati e legittimi.

L’idea interessante su cui dibattiamo da anni è però: che cos’è il consenso e come si esprime? La questione è di fondamentale importanza perché l’interrogarci ci dice qualcosa sul fatto che il consenso informato a un rapporto sessuale non è necessariamente legato all’anagrafe.

Ma in molti Paesi è già difficile ottenere per i giovanissimi l’educazione sessuale a scuola, e quindi è utopia immaginare un’educazione sentimentale che accanto alle informazioni “tecniche” ne dia anche altre “emotive” per esempio in relazione a ciò che è violenza e ciò che invece non lo è, anche in un rapporto tra coetanei.

La disciplina dell’età del consenso

Scusate se abbiamo paragonato, giusto per una questione di semplificazione, l’età del consenso alla maggiore età o altri limiti anagrafici di legge. L’età del consenso non può corrispondere semplicemente alla maggiore età – o almeno non corrisponde in tutte le parti del mondo – bensì rappresenta il primo termine anagrafico all’interno del quale una persona possa esprimere il consenso informato ai fini di un rapporto sessuale.

Scrive Mariarita Cupersito su OpinioJuris:

Per età del consenso si intende, nel linguaggio giuridico, l’età a partire dalla quale una persona può essere considerata capace di dare un comportamento informato a condotte disciplinate dalla legge e in particolare, nel linguaggio colloquiale, per quel che riguarda i rapporti sessuali.

L’età del consenso in Italia

Non è che esista una legge sull’età del consenso in Italia, ma esiste una legge che regola la violenza sessuale sui minori in cui si ha l’idea di quella che appunto è l’età del consenso. Si tratta dell’articolo 609 bis del codice penale, che stabilisce come una persona non possa effettivamente esprimere il consenso prima dei 14 anni.

La questione in realtà è piuttosto complessa, perché per esempio la stessa legge dice che il consenso non può essere espresso verso una persona che ha un rapporto di potere nei confronti di chi dovrebbe esprimere il consenso, come un parente, un convivente o un tutore legale. Inoltre se si hanno 13 anni compiuti e si hanno rapporti tra coetanei, a meno che non ci sia violenza conclamata, il rapporto può essere considerato consensuale.

Inoltre, come funziona, per esempio, tra una persona di 14 e un’altra di 18 anni (o 15 e 19)? Facciamo questo esempio perché si basa su una casistica molto comune: due persone si conoscono al liceo, una frequenta la prima classe, l’altra la quarta o la quinta e magari iniziano a frequentarsi, a volersi bene e quindi a passare all’amore fisico.

Se tra queste persone, una minorenne e l’altra maggiorenne, intercorrono massimo 4 anni, i rapporti si possono considerare consensuali, sempre a meno che anche qui non ci siano violenze o coercizioni.

L’età del consenso nel mondo

Età del consenso
La vita di Adele

Qui di seguito una lista con l’età del consenso in alcune nazioni del mondo:

  • Australia tra 16 e 17 anni secondo la regione;
  • Messico tra 16 e 18 anni secondo lo stato federale;
  • Stati Uniti tra 16 e 21 secondo lo stato federale o il distretto;
  • Cina 14 per i maschi e 18 per le femmine;
  • Giappone 18 anni;
  • Germania 18 anni;
  • Regno Unito 18 anni;
  • Francia 18 anni;
  • India 18 anni;
  • Brasile 14 anni;
  • Canada 18 anni;
  • Russia 18 anni;
  • Spagna 18 anni;
  • Olanda 18 anni;
  • Turchia 18 anni;
  • Svizzera 18 anni;
  • Argentina 18 anni;
  • Belgio 18 anni;
  • Venezuela 16 anni:
  • Norvegia 18 anni;
  • Austria 18 anni;
  • Arabia Saudita 18 anni per i maschi e 15 per le femmine;
  • Iran 18 anni per i maschi e 15 per le femmine;
  • Tailandia 18 anni;
  • Emirati Arabi 14 anni;
  • Colombia 14 anni;
  • Sudafrica 16 anni;
  • Danimarca 18 anni;
  • Israele 16 anni;
  • Egitto 18 anni;
  • Finlandia 18 anni;
  • Cile 18 anni;
  • Pakistan 18 anni;
  • Irlanda 17 anni;
  • Grecia 18 anni;
  • Portogallo 18 anni;
  • Iraq 18 anni;
  • Qatar 18 anni per i maschi e 16 per le femmine;
  • Nuova Zelanda 16 anni;
  • Cuba 16 anni;
  • Sudan 13 anni per i maschi e 12 per le femmine;
  • Paraguay 14 per gli etero e 16 per gli omosessuali;
  • Gabon 18 per gli etero e 21 per gli omosessuali;
  • Namibia 16 anni per gli etero e 16 per le lesbiche (l’omosessualità maschile è vietata);
  • Niger 13 anni;
  • Città del Vaticano 16 anni per i maschi e 14 per le femmine.

È difficile tracciare delle linee legali in base alle aree geografiche: ci sono alcune nazioni africane e sudamericane in cui l’età del consenso è più bassa, in linea con l’Italia oppure anagraficamente inferiore, mentre in alcuni Paesi a maggioranza islamica (ma non in tutti) c’è una differenza tra maschi e femmine.

Va da sé che a livello internazionale esiste un dibattito sempre aperto sull’argomento, ma difficilmente esisterà un’età del consenso valida per tutte le nazioni del mondo, ed è molto probabile che questi confini cambino nel tempo. Per esempio è possibile che nell’Unione Europea si giunga a una media di 16 anni e che l’Italia magari si allinei alzando l’asticella.

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