*** Aggiornamento del 7 giugno 2022 ***

Il needle spiking è arrivato anche in Francia; dopo il Regno Unito, i casi di persone punti con aghi da sconosciuti in discoteca, di cui vi abbiamo parlato nell’articolo originale che segue, sono aumentati anche sul continente, prima in Belgio e dopo, appunto, in Francia, con il primo fermo, nella giornata del 6 giugno, a Tolone.

È un ragazzo di vent’anni, rinviato a giudizio per “violenze aggravate dalla detenzione di un’arma (siringa) e dalla premeditazione” e che sarebbe adesso in detenzione provvisoria. A permettere il suo arresto il fatto che molte persone lo abbiano visto mentre tentava di dileguarsi dalla spiaggia di Mourillon dopo aver colpito le sue vittime, circa una ventina, fra cui una poliziotta, ora ricoverata.

Non si tratta tuttavia di un caso isolato; solo nello scorso fine settimane ci sono state decine di denunce di iniezioni, fra cui quelle di quattro ragazzi e tre ragazze che hanno sporto denuncia alla gendarmeria ad Auch, tutti arrivati dalla tradizionale fiera di Pentecôtavic. Il procuratore di Auch, Jacques-Edouard Andrault, ha dichiarato di aver aperto un’inchiesta.

Ma anche in altre procure francesi, da Tolosa a Grenoble, sono stati aperti diversi fascicoli sulla “somministrazione di sostanze nocive”, benché gli esami tossicologici disposti finora non abbiano rilevato la presenza di alcuna sostanza. Il sospetto è che gli esami siano stati effettuati troppo tardi.

*** Articolo originale ***

Nel Regno Unito si sta diffondendo una pericolosissima “moda” per cui sempre più giovani donne e studentesse hanno segnalato di essere state punte con micro siringhe nei locali notturni; si chiama needle spiking, ed è appunto l’atto di pungere persone ignare con aghi molto piccoli.

Secondo un articolo dell’Independent che ha analizzato il fenomeno, solo nelle ultime settimana di ottobre sono stati segnalati incidenti di questo tipo a Nottingham, Exeter, ma anche in Scozia e in Irlanda del Nord. La polizia del Nottinghamshire sta indagando su 12 denunce separate di giovani donne e uomini che sono stati punti nell’ultimo mese, mentre gli agenti del South Yorkshire hanno parlato di tre donne curate in ospedale dopo essere probabilmente state vittime di needle spiking.

Che cos’è il needle spiking?

Come abbiamo detto, il needle spiking consiste nel pungere, con siringhe microscopiche, delle persone ignare, a cui vengono iniettati dei farmaci, gli stessi, secondo la polizia, usati per alterare le bevande in discoteca, come il Rohypnol (roofie), che negli anni ha assunto il nome di “droga dello stupro”, perché rende le vittime praticamente immobili e quindi incapaci di reagire, o il Gamma Hydroxybutyrate (GHB), che come il precedente “gode” della medesima fama.

Lo scopo sembra quindi quello di puntare alle giovani donne affinché possano diventare facili prede per abusi sessuali. Gran parte delle vittime descrive le medesime sensazioni: improvviso malessere, incapacità di muoversi e perdita di memoria fino al mattino successivo.

Needle spiking: rischi e conseguenze

Secondo il sito Drink Aware, che si occupa di fare informazione e sensibilizzare sul tema dell’alcolismo e del consumo eccessivo di alcol, essere drogati con droghe per lo stupro come quelle che abbiamo citato può avere come conseguenze perdita di equilibrio, problemi visivi, nausea e vomito, confusione e perdita di conoscenza.

Ovviamente, una situazione del genere mette a repentaglio l’incolumità delle vittime che, ignare, iniziano ad avvertire i sintomi del malessere senza però spiegarsene la causa. In questo modo diventano bersagli facili, e naturalmente incolpevoli, per i predatori sessuali.

È anche per questo, unitamente a drammatici casi di cronaca nera che hanno sconvolto il Paese, come quelli di Sarah Everard o Sabina Nessa, che le studentesse di 40 atenei hanno dato vita alla campagna #GirlsNightIn, boicottando i locali notturni inglesi proprio al fine di chiedere maggiore sicurezza e protezione.

Lo spiking è diventato un’epidemia – scrive la sezione di Nottingham di Girls Night In – non si tratta di alzare un po’ il gomito e avere un blackout, è essere drogate, e questo non si può cambiare. Chiediamo ai club e ai bar di aumentare la loro sicurezza, e di fornirci di strumenti diversi per proteggere i nostri drink. Chiediamo anche di avere un centro medico pronto in caso di bisogno e di poter tornare a casa sicure. Non è un invito a stare a casa, ma un messaggio per protestare contro i locali, che non stanno prestando attenzione alle nostre lamentele.

I casi recenti di needle spiking

Alcuni casi sono stati ripresi dai media per far comprendere la portata della gravità del needle spiking; la diciottenne di Nottingham Lizzie Wilson ha dichiarato di aver sentito un pizzico alla schiena, dopodiché, nel giro di una manciata di minuti, si è ritrovata incapace di alzarsi. Portata in ospedale dagli amici, le sono stati fatti esami approfonditi per escludere che avesse contratto qualche malattia.

Zara Owen, una diciannovenne studentesse universitaria, sempre di Nottingham, è stata vittima del needle spiking il 10 ottobre, mentre si trovava in un noto nightclub della città. La sua coinquilina ha detto che è stata ritrovata, da sola, in un ristorante take away. Zara ha raccontato la sua vicenda in un post su Facebook.

Post di sensibilizzazione, leggete!
Lunedì sera sono uscita per andare in un club, niente di straordinario, ho bevuto meno di quanto bevo di solito; sono entrata, ho attraversato un metal detector, ed è lì che la mia memoria viene meno.

Mi sono svegliata la mattina dopo nel mio letto, con quasi zero ricordi di quella notte. […] Mi sono svegliata bene, senza postumi di sbornia o altro, ma con un forte dolore alla gamba. L’ho detto a mia madre e lei ha pensato che potesse essere un muscolo stirato ma poi ho capito che non ricordavo nulla. Dovevo andare al campus e mi sono accorta di zoppicare vistosamente, non ci avrei dato peso se non per il fatto che non ricordavo nulla, e non mi capita davvero mai.

[…] Sentiamo parlare di bevande che vengono coperte per evitare che vi siano versate dentro sostanze indesiderate, ma la novità sono le iniezioni. Abbiamo sentito diverse storie di questo tipo, così io e mia madre siamo state in ospedale per farmi controllare, ma dopo otto ore in cui ho fatto solo il triage, ho deciso di tornare a casa perché erano le 2:30 del mattino.

La mattina dopo ho sentito la gamba esaminandola meglio, ho toccato la parte che mi doleva di più e ho trovato un segno. Ero stata colpita.
Ora fortunatamente sto bene e non ho avuto effetti collaterali drastici (a parte la perdita di memoria) ma non sono la sola a cui è successo; lo spiking è una cosa pericolosa di cui molto spesso sono vittime le ragazze, e stiamo esaurendo i modi per proteggerci.

Sono uscite foto di una ragazza con un top a schiena scoperta a cui è stata fatta questa iniezione e se qualcuno pensa ‘oh gliel’hanno fatto facilmente”, ero in jeans. un ago è passato attraverso un jeans spesso, dritto nella mia gamba.

Anche secondo Nbc News i casi di needle spiking sono in costante aumento; solo il 14 novembre la polizia del Sussex ha effettuato due arresti, un uomo di 28 anni nella località balneare di Hove e un ragazzo di 19 anni della vicina Brighton, entrambi sospettati di aver fatto iniezioni a ragazze sconosciute.

A partire dal 23 ottobre, il vice capo della polizia Jason Harwin ha affermato che la polizia britannica ha ricevuto un totale di 56 segnalazioni confermate di presunti episodi di spiking “che coinvolgono una qualche forma di iniezione”.

Come arginare il needle spiking?

Nel Regno Unito, oltre alla già citata campagna #GirlsNightIn, una petizione per rendere obbligatoria la perquisizione approfondita al momento dell’ingresso nei locali notturni ha raccolto oltre 156 mila firme, e sarà presa in considerazione per essere dibattuta al Parlamento.

Incrementare il livello di sicurezza nei locali, anche con azioni come quelle proposte dalla petizione, è ovviamente la cosa principale da fare; come ha sottolineato al New York Times Yvette Cooper, presidente del comitato per gli affari interni inglese, “Non è in corso una valutazione proattiva su quale sia la portata del problema. È ancora vista come responsabilità della vittima proteggersi”. Chiaro, quindi che implementare i controlli all’ingresso del locale possa essere il primo passo per evitare l’ulteriore diffondersi del fenomeno.

Se invece ci si accorge di essere state vittime dello spiking ci si deve recare alla polizia, al medico di base o all’ospedale.

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