"Cenerentola", un musical che lotta contro vecchi stereotipi creandone di nuovi

Empowerment femminile, body positive, inclusione, strizzando l'occhio alla comunità LGBTQIA+, la nuova versione della celebre fiaba è un prodotto per le nuove generazioni che non scontenta nessuno ma rischia di costruire un nuovo modello stereotipato della figura maschile.

Il maschio si “azzecca”: si attacca come una zecca alle gonne di sua madre finché non trova qualche altra gonna a cui azzeccarsi. Nero su bianco sembra un pensiero più disdicevole del previsto, eppure la visione di Cenerentola, il nuovo film (disponibile su Amazon Prime Video) adattato dalla celebre fiaba, lascia considerazioni sulla dipendenza maschile rimaste vive per parecchio.

Fa davvero tenerezza questo principe azzurro del nuovo millennio che da solo resta un impenitente principe Henry, alle prese con il Falstaff di turno, ma “mette la testa a posto” appena conosce la donna di cui innamorarsi, fosse pure seguirla in capo al mondo (sembrerebbe la storia di Harry, che da quell’Enrico discende, e Meghan Markle, eppure è a conti fatti la trama del film).

A vent’anni, magari, quando si ha ancora la condiscendenza che verrà meno superati gli “anta”(perennial sì, ma con moderazione…), c’è ancora la voglia di trascinarsi dietro questo uomo dei sogni, ormai spogliato dal ruolo di salvatore (e benefattore) e spodestato da quello di soggetto dei sogni. Giovani generazioni a cui vanno confezionando un nuovo stereotipo: quello del bello che – anche se balla – vive di desideri riflessi, succube di un sé stesso smidollato e di un femminile strabordante. Potremo almeno dire di aver visto come si è imposto un nuovo modello e dopo quanti video su Tik Tok è stato sostituito.

Cenerentola
Camila Cabello and Nicholas Galitzine star in CINDERELLA
Photo: Kerry Brown
© 2021 Amazon Content Services LLC

Perché vedere Cenerentola

La nostra Cenerentola non è solo una ragazza con un bel faccino che aspetta di essere salvata da un principe. Dice quel che pensa, è attiva, coraggiosa e spiritosa; ha sogni e desidera essere indipendente. La sua priorità è la sua carriera in un tempo in cui le donne non potevano averne una“, spiega in una nota stampa la regista e sceneggiatrice Kay Cannon, a cui si deve l’ennesima rilettura della fiaba di Cenerentola. Spiegazione di cui, a dire la verità, non si sentiva troppo la necessità: il non-detto non è certo di questi lidi. Eppure, le va riconosciuto un prodotto d’intrattenimento che maneggia con la dovuta leggerezza temi che ora vanno per la maggiore, come l’empowerment femminile e l’inclusività.

Il film Amazon sembra costruito alla perfezione attorno all’attrice principale, la cantante di origini cubane Camila Cabello, che con quasi 60 milioni di followers su Instagram è qui al suo debutto al cinema: lontana dalla Cenerentola che siamo abituati a immaginare, lontanissima dalla bionda e filiforme Lily James, del remake live action Disney del 2015, diretto da Kenneth Branagh. Le bambine, insomma, hanno un diverso modello femminile a cui potersi rifare, affrancate – si spera per loro – dalla “Barbie-crazia” estetica.

Al posto di Cate Blanchett, bellissima e cattivissima matrigna della versione Disney, c’è la cinquantenne Idina Menzel, altrettanto bella nelle sue imperfezioni e nelle sue rughe non mascherate, piena di sfumature e di ripensamenti; la Fata Madrina, lì interpretata da Helena Bonham Carter, è Billy Porter, diventato celebre dalle nostre parti non solo per il Pray Tell di Pose, ma per gli scenografici abiti a cui ha abituato i suoi fan durante i red carpet (indimenticabile il tuxedo e gonna con cui ha presenziato alla Notte degli Oscar nel 2019). Versione nera e non binaria che molto ha fatto discutere qualche personaggio della politica italiana attuale sempre pronto a tentare di fermare la storia con un tweet.

A far da cornice, una scenografia che sembra di cartapesta, appena uscita da un libro di fiabe (e non poteva essere altrimenti), e costumi (firmati da quella Ellen Mirojnick a cui si devono le creazioni della serie tv Bridgerton) dalle nuance iper-sature, tutti raso e tulle: dopo un po’ viene il mal di testa, ma le nuove generazioni sono ben allenate a sopportarne concitazione e contrasti.

Una Cenerentola che – a conti fatti – fa molto meno rumore di quello che vorrebbe, presa com’è a far sorridere e canticchiare il suo pubblico di giovanissimi, in attesa di vendere la colonna sonora.

Camila Cabello and Billy Porter star in CINDERELLA
Courtesy of Amazon Studios
© 2021 Amazon Content Services LLC

La scheda del film con Camila Cabello

Su Amazon Prime Video è disponibile una nuova versione di Cenerentola, diretta da Kay Cannon (alla seconda prova dietro la macchina da presa, dopo la fortunata commedia Giù le mani dalle nostre figlie).

Camila Cabello, è la protagonista, Ella; Idina Menzel è la Matrigna, mentre Billy Porter (un Emmy per il suo ruolo in Pose) è Fab G, la Fata Madrina. Nel cast anche James Corden (anche produttore del film) Nicholas Galitzine, Minnie Driver e Pierce Brosnan.

La fiaba della povera orfana costretta a uno stato di servitù dalla matrigna cattiva, nobilitata dalla magia fino a diventare sposa del principe azzurro, dopo la versione di Giambattista Basile, di Charles Perrault, dei Fratelli Grimm e dopo svariati adattamenti per il piccolo e grande schermo (comprese opere liriche e balletti), e la forse più celebre versione animata di Walt Disney del 1950 (a cui è seguito un piccolo gioiello di animazione, tutto italiano, firmato da Ivan Cappiello, Dario Sansone, Marino Guarnieri e Alessandro Rak, Gatta Cenerentola, del 2017) approda a una rilettura in nome dell’empowerment femminile e dell’inclusività.

La colonna sonora del musical è composta da 19 brani, fatta di cover di successi pop, come Material Girl di Madonna o Let’s Get Loud di Jennifer Lopez, e canzoni originali, tra cui Million To One, scritto e interpretato da Camila Cabello.

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