Adry De Martino è un’illustratrice 33enne, la cui arte e personalità hanno conquistato i social e fatto di lei una figura seguita e amata da una community sempre più forte.

Questo anche perché Adry, oltre alla sua arte e alle sue illustrazioni, condivide con i suoi follower, in quel palcoscenico apparentemente sempre perfetto e patinato che è ormai Instagram, le sue fragilità, con ironia e sincerità. È una narrazione autentica, la sua, che dà voce anche alle cadute, ai dubbi, alle paure. E che mai come in questo periodo, trova altre voci pronte e desiderose di ascoltare.

In questi giorni, Adry ha pubblicato sul suo profilo una foto di sé a figura intera davanti a uno specchio, accompagnandola a un lungo messaggio sincero, in cui racconta un momento di difficoltà che sta attraversando, come spesso succede nella vita di tutti. Un momento che ha a che fare con un senso di insoddisfazione verso se stessa e il proprio corpo, e il bisogno, forte, di non nasconderlo.

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Un post condiviso da Adry De Martino♥️ (@adry_de_martino)

Nel post, Adry parla della difficoltà di accettarsi, dell’immagine fisica che lo specchio le restituisce e che spesso provoca in lei insoddisfazione e disagio, dell’ansia che “si prende gioco di lei” e del bisogno di chiedere aiuto.

E così inizia la nostra chiacchierata.

Ho sentito l’esigenza di dire le cose come stanno con quel post. Non solo raccontare la positività, ma anche la fragilità, le cadute, i momenti difficili, che spesso teniamo nascosti. Non volevo essere l’ennesima ragazza in carne, che parla di accettazione e bodypositivity – che a volte sono dei topic inflazionati – ma raccontare le cose in modo reale. Parlare delle mie ansie e anche del bisogno di chiedere aiuto. Il rapporto con il corpo e con il cibo sono sempre stati per me degli argomenti centrali, che ho sempre condiviso con la mia community. E anche in questo frangente volevo parlarne apertamente. Non volevo mettere a tacere l’ansia, volevo affrontarla, capire che c’era un problema e agire, perché tutti meritiamo di poter vivere con serenità con noi stessi e il nostro corpo.

Un messaggio forte e chiaro quello di Adry, che con il suo post spera anche di poter rappresentare un esempio per coloro che vivono una situazione simile, perché ognuno possa vivere il rapporto con il proprio corpo – di qualunque corpo si tratti – con serenità e senza ansie. Anche se oggi pare ormai essere una tendenza comune, e quasi scontata, sentirsi autorizzati a provare una certa insoddisfazione per un tipo di fisicità che non corrisponde ai canoni tradizionalmente intesi e diffusi.

E proprio per questo, Adry ha scelto di chiedere aiuto, e di condividere con i suoi follower questo passaggio importante e privato, per diventare lei stessa, con il suo esempio, un aiuto per gli altri:

Da un mesetto circa mi affido all’aiuto di una psicologa esperta in disturbi alimentari. È la prima volta in 33 anni che mi affido a una figura del genere. Il supporto psicologico viene purtroppo ancora visto come un tabù, uno stigma. Spesso si pensa che chi si affida a uno psicologo, non sia sano di mente. Io ho sempre pensato di farcela da sola. In realtà non è così: lo psicologo ti aiuta a fare chiarezza. Non ti dà una risposta, ma degli strumenti utili per imparare a gestire le cose in modo migliore. Ho sempre cercato di metterci la faccia tramite l’esperienza personale. E anche in questo caso, non mi sono voluta tirare indietro. Con il mio esempio, spero di poter essere di ispirazione anche per chi si trova in una situazione simile, che possa “prendere l’ansia per le corna” e affidarsi all’aiuto di persone esperte. Cercare aiuto è una forma di amore verso se stessi.

Il suo discorso tocca subito il particolare momento che ci troviamo a vivere ormai da un anno, e come lo stravolgimento delle nostre più semplici abitudini abbia avuto, e continui ad avere, un forte impatto su di noi e le nostre vite:

La pandemia ha amplificato tutto. Ad esempio, per me il supporto dello sport è fondamentale e in questo momento, non poterlo fare, per via delle restrizioni attualmente in corso, è molto difficile. Da due anni circa mi faccio seguire da un personal trainer. È una figura fondamentale, una sorta di psicologo dello sport: lavora passo passo con te, ti segue, capisce il tuo stato di salute. Lo sport non è solo piacere e sfogo, ma proprio un’esigenza fisica, specie, per chi come me, non può fare un qualsiasi allenamento sportivo.

Ci racconta che le hanno diagnosticato il lipedema, una patologia che colpisce soprattutto il mondo femminile:

Non è “semplice cellulite”, ma una patologia collegata agli ormoni, il corpo produce del grasso malato e questo ti dà una conformazione fisica ben definita, dolori, gambe a tronco. A me hanno diagnosticato un terzo stadio, insomma, uno stadio importante. Chi ha questo problema non può fare tutto. Deve fare un allenamento fisico a bassa intensità che non infiammi, e poi seguire un’alimentazione particolare. Essere seguita e fare sport regolarmente è per me ben più che uno svago, un beneficio fisico e psicologico.

Adry ha subìto un intervento di riduzione dello stomaco circa 10 anni fa, un’operazione che, nel giro di due anni, le ha permesso di perdere 40 kili.

È stata una salvezza quell’intervento. Però, ogni tanto succede che ci siano momenti di down. Il secondo lockdown, ad esempio, è stato deleterio. In questo periodo ho ripreso qualche chilo che ero riuscita a perdere negli ultimi due anni, grazie a sport e nutrizione, dopo aver riacquistato un po di peso dopo l’intervento. È facile ricadere e quando ricadi, ti fai male più di prima. E arriva la frustrazione. Stando sempre in casa, poi, per via del momento che stiamo vivendo, tutto si amplifica, diventa più difficile.

Ed è proprio in questa occasione che Adry ha scelto di chiedere aiuto:

Volevo finalmente aggiungere questo tassello: il supporto psicologico, che è l’unica cosa che mi è mancata sia prima sia dopo l’intervento. Con la psicologa stiamo facendo un’indagine sul mio passato, le mie abitudini, sui rapporti interpersonali. Stiamo costruendo una base per poi partire con la terapia vera e propria. Con la tecnica dell’EMDR si va a lavorare sui traumi di vario tipo. Nel mio caso non ho degli eventi così importanti, però i disagi possono scaturire anche da piccole cose non curate, trascinate nel tempo.

E in molti le hanno scritto, spinte dal suo intervento, per condividere con lei le loro esperienze:

Ho ricevuto anche tanti messaggi di persone che si sono aperte con me: mi raccontano privatamente le loro storie. Anche mamme che mi parlano delle loro figlie con disturbi alimentari. Mi ringraziano per il mio aiuto, ma sono loro che fanno bene a me. Mi ritrovo in un ruolo che non pensavo di ricoprire. E se posso, con il mio esempio, mi fa piacere contribuire a rendere i social un posto più positivo.

Sin dal suo ingresso nel mondo social, e grazie anche alla sua arte e ai suoi lavori di illustratrice e tauatrice, Adry, ha sempre dato voce e forma ai temi che la rappresentano e che sente suoi, come già ci aveva raccontato in una precedente intervista con noi.

Ho sempre attinto ad argomenti che toccano e interessano me in primis. E questo, del rapporto con il cibo e con l’aspetto fisico, è uno dei miei topic. Sono partita facendo l’illustratrice, poi sono diventata una influencer. La mia prima illustrazione era un corpo di donna: gambe e sedere di una donna formosa tatuata con lo slogan: “le vere curve sono per chi non ha paura”. Parlo e racconto quello che vivo e sento. Anche in questo caso, ci tenevo a raccontare una cosa che stavo vivendo in prima persona e che sentivo sulla mia pelle.

E ancora oggi, crede che la chiave sia affrontare le sfide, guardare in faccia le debolezze e raccogliere, nel mezzo delle cose belle che la vita ci regala, anche ciò che ci verrebbe naturale spingere in là, mettere a tacere o nascondere sotto un tappeto:

Ho scoperto l’importanza di ascoltarsi, di ascoltare i segnali che il nostro corpo ci dà e imparare a non avere paura di parlare, di condividere. E volevo condividerlo con gli altri. Penso che dovremmo essere tutti meno intransigenti con noi stessi, concederci di cadere, di sbagliare. Perché rialzarsi ci rende ancora più forti.

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