Ci sono differenze sostanziali tra la generazione dei cosiddetti “baby boomer“, indicativamente i nati tra il 1946 e il 1964 – e quella dei Millennials – 1980 al 2000 – determinate, in gran parte, da un diverso scenario socio-economico.

Chi è cresciuto nel pieno formarsi di uno stato di diritto del lavoro, nella ricostruzione del dopoguerra, nel boom economico, ha vissuto sulla propria pelle le lotte dei sindacati, il raggiungimento di maggiori tutele per i lavoratori, la rivendicazione proletaria, i cui frutti sarebbero dovuti essere i “doni” da lasciare alla generazione successiva che, non a caso, ha potuto godere di un maggiore diritto allo studio e un’accessibilità estesa all’università, che ha smesso di essere un privilegio che, per molti nostri genitori, ha significato un vero e proprio “miraggio”.

Contrariamente alle aspettative di chi l’ha preceduta, invece, la generazione dei Millenials ha avuto sì vita più “facile” finché si è trovata in età scolare, scontrandosi però poi con una logica del lavoro nuova, all’insegna della flessibilità e, in molti casi, della precarietà, con conseguenze pesanti sulla possibilità di immaginare un futuro e di fare scelte di autonomia, sulla base della garanzia progettuale di uno stipendio sicuro che spesso non c’è.

Così i Millennials, nell’immaginario comune, sono diventati la generazione dei mammoni, poco dediti alla responsabilità e al lavoro, refrattari agli impegni e felici di vivere sulle spalle dei genitori. Ma è davvero così e, soprattutto, come possono i Millennials costruirsi un futuro in cui, per volontà o necessità, fare conto solo sulle proprie forze?

Il 43% dei trentenni è ancora mantenuto da mamma e papà

Una ricerca condotta nel 2017 da Ipsos MORI e intitolata Millennial: Myths and Realities ci mostra come, nei Paesi dove globalizzazione, crisi e mutamenti del mercato del lavoro hanno colpito più duramente la classe media, da quasi tre decenni non esiste crescita economica per le fasce di popolazione più giovani: in Italia, ad esempio, tra il 1986 e il 2010, il reddito di un italiano in età compresa tra 25 e 29 anni è cresciuto del 19% in meno rispetto alla media nazionale.

Conseguentemente alla non crescita del reddito c’è, ovviamente, anche una minore possibilità di lasciare la casa dei genitori, magari intestandosi un mutuo o pagando un affitto. Al 2014, negli Stati Uniti il 31% dei ventisettenni vive con i genitori, mentre fra gli appartenenti alla Generazione X (quelli nati tra la metà degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80) alla stessa età solo il 18% lo faceva. Poco importa anche che, per Ipsos, quella dei Millennials sia “la generazione più istruita di sempre”.

Come pensare a un futuro per se stessi, che valuti anche l’ipotesi di quando i genitori non potranno più supportare determinate esigenze e la necessità di rendersi autonomi diventerà praticamente obbligata? Vediamo alcuni consigli utili per non trovarci impreparati nell’avvenire.

1. Conoscere le nozioni giuste per muoversi nel mercato dell’economia

Prima di tutto, è ovvio, è importante acquisire le giuste competenze economiche: conoscere i termini e alcune delle fondamentali differenze tra i prodotti cui possiamo rivolgerci per iniziare il nostro piano di risparmio e investimenti, capire dove è giusto andare a investire senza azzardare troppo ed evitare di fare il fatidico “passo più lungo della gamba”.

Nel mondo della finanza non ci sono termini “oscuri” in senso assoluto, ma se oggi la maggior parte di noi sa cos’è un codice IBAN o perché sia importante l’home banking, altrettanto non si può dire di nozioni più strettamente legate al mondo degli investimenti, come obbligazioni e azioni. Perché è importante conoscere di cosa stiamo parlando?

Perché, quando decidiamo di investire una parte del nostro denaro, è fondamentale sapere a quale tipo di rischio stiamo andando incontro, quali sono le nostre aspettative di profitto e, soprattutto, cosa dobbiamo fare per evitare di perdere anziché guadagnare.

Capire queste prime, ma fondamentali differenze ci permette di muovere i primi passi nel mondo degli investimenti, dove la parola d’ordine è solo una: diversificare.

2. Diversificare per non rischiare

Che cosa significa diversificare? È senz’altro il modo più sicuro e, in un certo senso, intelligente di investire parte del proprio denaro, scegliendo prodotti differenti tra loro, come spiega questo video di FamilyMI.

Il progetto FamilyMi della Global Thinking Foundation nasce, in fondo, proprio con lo scopo di aiutare le famiglie dei Millennials e i Millennials stessi a comprendere i temi dell’evoluzione finanziaria e della cosiddetta “financial inclusion“, senza rimanere quindi estranei al mondo della finanza e dell’economia, che può invece rivelarsi preziosissimo per il proprio futuro.

Ma se diversificare è la scelta più saggia da compiere, quali sono i prodotti su cui posso orientarmi per risparmiare soldi e non avere rimpianti in futuro?

3. Sapere come investire il proprio denaro (in maniera oculata)

Quali sono i modi più sicuri per investire una parte dei nostri risparmi, o per mettere da parte dei soldi e che differenza c’è tra le varie soluzioni finanziarie proposte?
Vediamo nel dettaglio le più comuni, come ad esempio:

1. Piani d’accumulo

I piani d’accumulo o PAC sono una modalità di sottoscrizione di Fondi comuni di investimento basata su importi costanti e a scadenze regolari in un OICR (organismi di investimento collettivo del risparmio) per un periodo dalla durata predefinita. Un esempio? Posso versare 100 euro mensili in 60 investimenti, per avere, al termine, un investimento complessivo di 6000 euro. Tra i motivi per sceglierlo c’è sia la possibilità di accantonare progressivamente il risparmio generato periodicamente, ma anche la riduzione del rischio dell’investimento, dato che si effettuano tanti piccoli investimenti distribuiti nel tempo, acquistando così a tutte le condizioni di mercato, siano esse favorevoli o meno. La conseguenze è che non si otterranno mai rendimenti estremi, sia in negativo che in positivo.

2. Conto deposito

A differenza del conto corrente, il conto deposito permette di depositare del denaro in banca ricevendo una remunerazione, potendo solamente effettuare operazioni di prelievo e versamento (ed escludendo quindi altre operazioni bancare come bonifici, assegni, prelievo con bancomat o carta di credito). Il conto deposito può essere libero, con il enaro immediatamente disponibile, o vincolato, per cui i soldi saranno disponibili solo al momento della scadenza.

3. Pensione integrativa

Questo video di FamilyMI parla della possibilità di crearsi una pensione integrativa, che permette di costruire una rendita mensile sia ai lavoratori dipendenti che a quelli autonomi.

Per quanto il termine “pensione” potrebbe far pensare a una fase più avanzata della vita, in realtà è importante fin da giovani mettere da parte regolarmente una quota di denaro per integrare la somma che si percepirà una volta in pensione, proprio in virtù della precarietà del lavoro e delle difficoltà di alcuni contratti lavorativi.

4. Azioni e obbligazioni

Ne abbiamo parlato prima, sono strumenti che permettono investimenti di tipo diverso ma con spiccate differenze: l’obbligazione è generalmente ritenuta più sicura rispetto all’azione, dato che con la prima maturiamo un credito verso la società o l’ente pubblico che l’ha lanciata, e ci aspettiamo, al termine naturale della stessa, di ricevere il rimborso della quota versata, più un interesse. Con la seconda, invece, potremmo avere un guadagno decisamente più alto, dato che ci fa entrare in possesso di una quota societaria, ma, al tempo stesso, è sottoposta a un rating e non ha un andamento fisso, anzi può andare in perdita. Parliamo in generale di investimenti più “avanzati”, adatti a chi è disposto a correre anche un rischio (nel caso dell’azione).

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Global Thinking Foundation nasce nel 2016 con lo scopo di promuovere l’educazione finanziaria, con una particolare attenzione alle donne e all’uguaglianza di genere.

  • I soldi delle donne