L’amicizia? Una roba da maschi secondo Gli anni più belli di Gabriele Muccino. Legittimo che un autore si concentri su un argomento che gli sta cuore e non si avventuri in tematiche come la sorellanza con cui magari non si destreggia con facilità.

Tuttavia è con una certa stizza – di parte, ça va sans dire – che si constata come un certo cinema italiano ancora non sappia affrontare con le dovute misure figure femminili che non siano stereotipate e noiosamente costruite attorno agli uomini.

Già perché le donne oltre che a innamorarsi, ad affrontare il mondo del lavoro e del precariato, a gestire una famiglia sono anche  – stupefacente a dirsi – amiche tra di loro, si confidano e si fidano, si supportano e si divertono.

Sembra incredibile che dopo più di 20 anni dalla comparsa delle quattro sodali raccontate da Candace Bushnell e dal suo Sex and the City – che sembrava tanto avesse fatto per mostrare al mondo quanto la solidarietà possa essere il sentimento che più di altri lega le donne – ci possa essere ancora qualcuno che racconta solo di donnette che passano da un amico all’altro, gettando zizzania come l’ultima delle Elena di Troia, che ricche e annoiate si consolano con il personal trainer, che insoddisfatte e incattivite strappano i figli all’amore paterno.

Fil rouge un tono di voce sempre di qualche decibel superiore alla media, quasi che al gentil sesso non sia in dote la possibilità di esprimere un concetto che non sia urlato.

In realtà, basta allargare lo sguardo per avere esempi luminosi di amicizia declinata al femminile, dal recente Piccole donne di Greta Gerwing fino alle serie tv L’amica geniale di Saverio Costanzo, tratta dalla tetralogia di Elena Ferrante, e Fleabag di Phoebe Waller-Bridge, Il racconto dell’ancella dal romanzo di Margaret Atwood: donne che raccontano che le donne sanno essere anche amiche.

Matteo De Buono Francesco Centorame, Andrea Pittorino ne Gli anni più belli (Foto: Ufficio stampa)

Gli anni più belli: scheda tecnica

Gabriele Muccino raccoglie un cast stellare per un lungometraggio nato come remake di C’eravamo tanto amati (il regista ha anche acquistato i diritti del film di Ettore Scola scritto con Age&Scarpelli) e trasformato in corso d’opera in un soggetto solo ispirato al capolavoro della commedia all’italiana: Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart e Claudio Santamaria a cui si aggiungono Nicoletta Romanoff e la cantante Emma Marrone.

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Sceneggiato dallo stesso Muccino insieme a Paolo Costella, il film si avvale della colonna sonora di Nicola Piovani, di cui fa parte la canzone omonima scritta e interpretata da Claudio Baglioni.

Gli anni più belli segue per quarant’anni la vita di quattro amici, dalla loro adolescenza fino ai 50 anni: speranze, delusioni, successi e fallimenti in un’Italia che dagli anni ’80 arriva ai giorni d’oggi.

Nelle intenzioni di Muccino il film “è un grande affresco che racconta chi siamo, da dove veniamo e anche dove andranno e chi saranno i nostri figli. È il grande cerchio della vita che si ripete con le stesse dinamiche nonostante sullo sfondo scorrano anni ed epoche differenti“.

La dodicesima prova registica dell’autore de L’ultimo bacio ha diviso la critica, ma ha raccolto un grande favore da parte del pubblico.

Uscito il 13 febbraio distribuito da 01 Distribution Gli anni più belli ha conquistato la prima posizione al box office con 2.896.109 euro incassati in 817 schermi con una media per copia di 3.545 Euro raccolti per sala, la più elevata della classifica.

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