"Unposted", quello che Chiara Ferragni non ha mai postato e che avremmo voluto vedere

Unposted avrebbe dovuto raccontarci il dietro le quinte della vita di Chiara ed è un vero peccato non aver potuto respirare tutto questo perché non si diventa e resta Chiara Ferragni a caso e l’unica Chiara che avremmo voluto vedere è quella che a tutt’oggi è ancora Unposted.

3 giorni di programmazione al cinema a partire dal 17 settembre per poi passare su Amazon Prime, finire sulle reti Rai il prossimo anno e divenire definitivamente una produzione mainstream a tutti gli effetti.

1° in classifica il primo giorno di uscita nelle sale grazie alla sapiente distribuzione di 01 Distribution.

Presentato ufficialmente nella sezione “Sconfini” durante l’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Chiara Ferragni – Unposted di Elisa Amoruso, il docu-film l’ influencer di moda più famosa al mondo, si consacra come uno dei casi mediatici delle ultime settimane, distrutto dalla critica e osannato dal pubblico.

Sì perché Chiara Ferragni con i suoi oltre 17 milioni di follower, 3 flagship store dislocati tra Italia, Europa e Asia e oltre 300 rivenditori del suo marchio sparsi in tutto il mondo, 40 milioni di euro di indotto generato e 80 persone alle sue dipendenze è ben più di una semplice “influencer”.

A poco più di 30 anni è una delle imprenditrici, figlia della new economy e dell’ecosistema social, più abili, capaci e ricche che i giorni nostri possano annoverare, tanto da essersi guadagnata il titolo di “influencer di moda più famosa al mondo” dalla prestigiosa rivista Forbes ed essere divenuta un caso di studio alla Harvard Business School: tutti passaggi ben evidenziati nei 90 minuti di documentario che oltre ai TheFerragnez, ripresi in sprazzi di vita quotidiana insieme a Leone e in un tête-à-tête continuo con la telecamera stile confessionale Grande Fratello, hanno visto il contributo di eminenti personaggi  tra i quali Simone Marchetti (Direttore di Vanity Fair), Maria Grazia Chiuri (Direttore Creativo di Dior), Silvia Avallone (scrittrice).

Una consacrazione ultima e definitiva di un personaggio tra i più amati e anche odiati del momento che all’inizio del suo percorso professionale ha destato non poco scandalo quando, invitata in qualità di blogger alle prime sfilate di moda, sedeva in prima fila accanto alla coriacea, autorevole e diabolica Anna Wintour.

Una full immersion, se vogliamo, ancora più profonda nella sua vita personale e professionale i cui confini Chiara stessa tende a sovrapporre per la natura della sua professione e del suo personaggio che l’ha portata a quella che è oggi, nel bene e nel male: un’icona del self made woman che sì, è vero, ha avuto un fidanzato (Riccardo Pozzoli) a cui deve il  suo successo iniziale ma dal quale, poi, si è affrancata anche per successive vicende legali che ha creato tra i due una cesura definitiva.

Questo almeno l’obiettivo della narrazione che, però, si è persa dentro la Ferragni stessa, perdendo di lucidità e di giusto distacco e immergendosi totalmente nei modi sempre molto pacati e patinati della Blond Salad, facendosi fagocitare dal desiderio di consenso assoluto, lo stesso ricercato fino allo spasmo da Chiara, fino a restituire un’immagine troppo autoreferenziale, buonista e irreale anche quando scoppia a piangere mentre confessa la sua paura di “essere troppo felice”.

Unposted avrebbe dovuto raccontarci davvero il dietro le quinte della sua vita, quello che non vediamo su Instagram, la donna caparbia e tosta che dirige due aziende milionarie, la fatica quotidiana che si cela dietro a un trucco impeccabile e a un sorriso scintillante, gli inevitabili problemi di gestione tra famiglia e lavoro, lo sforzo continuo a mantenere la linea, le privazioni a cui deve sottoporsi, le preoccupazioni di una dirigente e di una madre, la reazione dinanzi agli haters più acerrimi, la voce e il contraddittorio di Riccardo Pozzoli la cui presenza è appena accennata dalla protagonista in una sorta di definitivo addio mediatico.

Che ci piaccia o no Chiara Ferragni rappresenta davvero una storia di successo femminile, un’icona a cui milioni di donne si ispirano sia come modello di vita sia come aspirazione professionale, veramente muove numeri stratosferici nel mondo on e offline e continua a sedurre e a conquistare milioni di fan ogni giorno; tutto questo non lo si fa fregiandosi solo dell’etichetta di “influencer” ma occorre dedizione, impegno, sudore e qualche lacrima, anche se poi sono abilmente mascherati dal fondotinta.

Ed è un vero peccato non aver potuto respirare tutto questo perché non si diventa e resta Chiara Ferragni a caso e l’unica Chiara che avremmo voluto vedere è quella che a tutt’oggi è ancora Unposted.

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