Uovo di Fabergè: la curiosa storia di un'icona che vale più di 13 milioni di euro
L'uovo di Fabergè è un oggetto di grande valore e dalla storia affascinante, i cui misteri ancora fanno interrogare gli esperti d'arte e i collezionisti.

L'uovo di Fabergè è un oggetto di grande valore e dalla storia affascinante, i cui misteri ancora fanno interrogare gli esperti d'arte e i collezionisti.
A distanza di più di un secolo questo oggetto è ancora ricco di fascino e porta con sé molte domande senza risposta. La curiosità intorno all’Uovo di Fabergè è tanta: gli storici dell’arte continuano a interrogarsi su questi gioielli unici, sontuosi e misteriosi.
Le Uova Fabergè furono realizzate da Peter Carl Fabergè dal 1885 al 1916: un totale di 52 uova di Pasqua gioiello per gli zar, anche se di tutta la collezione ne sono rimaste solo 45. Per la realizzazione di ciascun uovo occorreva un anno intero di di lavoro e una squadra nutrita di artigiani.
Il primo uovo di Fabergè era di dimensioni molto ridotte: appena 64 mm x 35 mm. L’esterno era di smalto bianco e l’interno in oro, contenente come sorpresa la miniatura di una gallina dorata con occhi di rubino. Quell’oggetto valse a Fabergè la nomina di gioielliere ufficiale della Corte Imperiale, tanto la zarina rimase affascinata da quel regalo. E l’uovo divenne una tradizione, il primo di una lunga serie di uova, tutte magnifiche e diverse l’una dall’altra prodotte fino al 1916. Vere e proprie opere d’arte che diedero all’azienda di Fabergè una fama mondiale, permettendogli di aprire filiali a Mosca, Odessa, Kiev e Londra.
Dopo il 1917 il governo bolscevico confiscò i beni della Maison Fabergè e tutti gli artigiani si sparsero per il mondo. Lo stesso Peter Carl Fabergè lasciò la Russia nel 1918, ma la vita da esiliato in Svizzera lo condusse in breve tempo alla morte, nel 1920.
Nel 1885 lo zar commissionò a Fabergè un uovo di Pasqua prezioso e speciale per festeggiare il ventennale del fidanzamento con la zarina Maria di Danimarca. Così nacque il primo uovo Fabergè. Da quel momento in poi ogni anno, fino al 1917, l’orafo continuò la sua produzione di uova per la coppia imperiale e i nobili di corte. Le sue creazioni stupivano per magnificenza, ricchezza, sontuosità. Erano uova curatissime nei dettagli, arricchite con gioielli, realizzate con materiali pregiati, con diamanti, incisioni in oro, argento o platino. E come di tradizione, al loro interno c’erano piccole sorprese: gioiellini, miniature, perle.
L’Uovo di Fabergè richiedeva mesi di accuratissima lavorazione e l’impiego di materiale di prima qualità: pietre preziosi, smalti, oro, argento, diamanti. Alle aste, alcuni esemplari sono stati venduti per cifre da capogiro. Oltre 11 mila sterline (14.850 euro) per un uovo di appena 2 cm di altezza, per fare un esempio. Anche se la vendita all’asta più clamorosa è stata fatta da Christie’s, a Londra, il 28 novembre 2007: un grande uovo su basamento, con orologio e movimento automatico stimato 6 milioni di sterline fu aggiudicato a quasi 9 milioni (13.925.609 euro).
Nel biennio 1904-1905 non fu fabbricato alcun uovo. I numeri 43 (Constellation Tsarevich) e 44 (Birch Karelia) rimasero incompleti a causa dello scoppio della Rivoluzione, che portò all’esecuzione della famiglia Romanov. Dopo la Rivoluzione i Bolscevichi misero in vendita le uova imperiali: secondo gli esperti tra il 1930 e il 1933 14 uova si dispersero nel mondo.
Alcune fanno parte oggi di collezioni private: tre le possiede la Regina Elisabetta, altre si trovano nei musei e altre sembrano del tutto sparite. Ne mancano all’appello almeno 7: Uovo con gallina e pendente di zaffiro, Uovo sul cocchio con cherubino, Uovo Necessaire, Uovo Malva, Uovo di Nefrite, Uovo reale danese, Uovo in memoria di Alessandro III . Conosciamo i nomi grazie ai contratti della Maison Fabergè, ma nessuno sa che aspetto abbiano, ad eccezione di cinque. Di questi si possiedono delle fotografie scattate dalla famiglia dello Zar. Il vero mistero è: dove si trovano?
Tra le uova più ricercate e misteriose di sempre, c’è senza dubbio l’Imperial Fabergè Nécessaire, realizzato nel 1889 e acquistato da un misterioso acquirente contrassegnato solo come “uno straniero” nel 1952. Nessuno conosce la sua identità e non si sa dove l’oggetto possa essere. Si tratta di un uovo nato come scrigno per accessori trucco e capelli, tempestato all’esterno di diamanti, rubini e smeraldi.
Un preziosissimo Uovo da 20 milioni di euro era stato acquistato per 8000 euro da un commerciante di ferramenta. Assolutamente ignaro di ciò che gli era capitato tra le mani, decise di fondere l’oggetto per ricavarne l’oro. Scoprì, fortunatamente in tempo, attraverso un articolo di giornale, che si trattava di un Uovo Fabergè. Lo acquistò poi un collezionista privato.
Prima di diventare il gioielliere ufficiale della corte imperiale russa, Peter Carl Fabergè possedeva una piccola oreficeria ereditata da suo padre, Gustav Fabergè. I suoi lavori erano già noti allo zar Alessandro III, che nel 1882 li espose nel Museo Hermitage come esempi di artigianato russo moderno di alta fattura. Nel 1885, poi, la prima commissione di uova imperiali, che diedero avvio alla grande fama di Fabergè in tutto il mondo.
Giornalista e speaker radiofonica, scrivo tanto e chiacchiero ancora di più. Eterna indecisa e inguaribile romantica, vivo la vita in un precario equilibrio tra pessimismo cosmico e sincero entusiasmo.
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