Un sogno è impossibile da raggiungere solo agli occhi di chi non ci crede veramente.

Ma per una persona con la mente e il cuore di Isabella de la Houssaye nulla è troppo lontano.

Lei, 55 anni, alpinista, maratoneta, triatleta e con un cancro ai polmoni al quarto stadio, ha voluto regalarsi forse l’ultima grande impresa di una vita trascorsa all’insegna dell’avventura e della libertà: una scalata con l’unica femmina fra i suoi cinque figli, Bella.

Non su una montagna qualsiasi, ma sull’Aconcagua, nelle Ande argentine, la montagna più alta dell’intero emisfero meridionale e una delle Seven Summits del Pianeta. 6.962 metri di altezza per la vetta della Cordigliera, da affrontare in condizioni climatiche in grado di mettere in crisi gli scalatori più esperti e in piena salute (solo il 30/40% la completano), figuriamoci una donna debilitata dalle cure e dalla malattia.

Isabella però non si è mai arresa, e con Bella al suo fianco ha raggiunto la cima, realizzando così il sogno di regalare alla figlia quell’ultima, incredibile esperienza insieme. Per lasciarle l’insegnamento più prezioso: gioie e dolori fanno parte della vita, bisogna accettarle senza mai arrendersi.

Dopo la scoperta del cancro, nel gennaio del 2018, Isabella è rimasta confinata in un letto con dolori fortissimi causati dalle metastasi al bacino, alla colonna vertebrale e al cervello. Non si sapeva con certezza se avrebbe vissuto ancora per settimane o mesi. Ma, dopo i trattamenti, e dopo aver ripreso un po’ di forze, ha cominciato a pianificare quell’ultimo progetto ambizioso.

Volevo lasciare ai miei figli un insegnamento sulla perseveranza, la forza e la consapevolezza.

Così, ha percorso più di 800 chilometri lungo il Camino de Santiago in Spagna con Oliver, a giugno ha corso una maratona in Alaska con Cason, a settembre, con il marito e tre figli ha completato una maratona di 128 chilometri in Kazakistan. Una settimana dopo, lei e suo figlio David hanno realizzato un Ironman in Corea del Sud – triathlon composto da nuoto per 3,8 chilometri, 180 chilometri di bicicletta e infine una maratona di 42,2 chilometri.

Per finire con l’Aconcagua, la cui cima è raggiungibile in due settimane, in cui ha deciso di farsi accompagnare da una reporter del New York Times, Rebecca Byerly, che ha così documentato sul giornale l’incredibile viaggio in compagnia di queste due donne straordinarie.

Del resto, tutta la vita di Isabella è stata dedicata all’avventura, e con lo stesso spirito sono cresciuti i suoi figli: Cason, il figlio più grande, è diventato il primo alpinista gay a raggiungere le vette più alte di ogni continente, le cosiddette Seven Summits.

Il secondogenito David ha compiuto un viaggio in bicicletta dal Cairo a Città del Capo a 19 anni. Alla stessa età, Bella ha realizzato la Pacific Ridge, un percorso di 4286 chilometri che va dalla Sierra Nevada messicana alla catena montuosa delle Cascate in Canada.
Oliver, il quarto figlio della coppia, nel 2018 è stato, a soli 19 anni, il più giovane ad attraversare da solo l’Oceano Atlantico. Mentre Christopher, il più giovane, a 16 anni è uno dei migliori corridori collegiali di lunga distanza del New Jersey.

Isabella non sa quanto ancora le resterà da vivere, ma ha la certezza di aver lasciato ai figli l’eredità più importante: una grandissima forza di volontà e il ricordo di una madre che ha vissuto davvero ogni suo giorno.

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