“Un mostro viola sempre con me”: il cancro raccontato come un fumetto da Isabella

“Un mostro viola sempre con me”: il cancro raccontato come un fumetto da Isabella
Isabella Di Leo/ Triplo Guaio
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Ognuno ha il proprio modo di parlare di alcune situazioni particolari che gli accadono nella vita, oppure di affrontare momenti particolari come, ad esempio, quello di una malattia.

C’è chi si chiude in un doloroso silenzio, chi sceglie di affrontare avventure inaspettate con lo spirito di chi non sa cosa prospetta il futuro e vuole godere a piene mani di ogni singolo giorno, e poi c’è chi, come Isabella Di Leo, sceglie ciò che sa fare meglio per parlare del suo male ed esorcizzare così la paura: il disegno.

Grafica pubblicitaria, milanese che vive a Gorgonzola col compagno, trentenne, Isabella si è trovata di colpo dalla routine della sua vita ordinaria a una diagnosi impietosa: carcinoma mammario triplo negativo a uno stadio avanzato e con una rapida proliferazione in corso. Questo il nome che, dopo mesi di analisi ed esami andati non a buon fine, i medici sono infine riusciti a dare a quella che inizialmente sembrava una banale cisti al seno.

Isabella, però, archiviato il primo, naturale momento di disorientamento, di panico e di angoscia, non si è persa d’animo, e ha voluto parlare del suo problema a tutti: a chi, come lei, stava affrontando quel momento, a chi già l’aveva vissuto e ne era uscita vittoriosa, ma anche e, perché no, soprattutto a chi non era mai stato toccato personalmente dalla malattia, e poteva avere in questo modo una visione del tutto nuova, una voce in più, diversa dalle solite campagne di sensibilizzazione, fresca, persino ironica, ma assolutamente vera.

Così è nato Triplo Guaio, la serie di strisce che Isabella ha creato per raccontare del suo carcinoma, con spontaneità, ironia, persino leggerezza, a dispetto della complessità dell’argomento. Le abbiamo chiesto di raccontarci come le sia venuta l’idea di raccontare il cancro in un fumetto, e lei ci ha aperto un mondo – e un modo – del tutto nuovi di raccontare la malattia, senza risultare meno credibile.

Anzitutto cos’è Triplo Guaio e perché questo nome?

Triplo Guaio è un fumetto che narra le disavventure mie e del mio antipatico coinquilino QBM (acronimo di Quel Brutto Male), racconto in chiave comica quella che è stata la mia personale esperienza col mio cancro triplo negativo, da qui il nome.

Le strisce di Isabella possono essere lette sia sul sito www.triploguaio.it che sulla sua pagina Facebook.

Tanti sono gli argomenti affrontati da Isabella nei suoi disegni, dalla perdita dei capelli fino alla scelta della nuova parrucca, passando per il primo, terribile incontro con il nemico. Ma certo sull’argomento cancro c’è un’infinità di domande possibili, di interrogativi, di opinioni diverse. L’accettazione di se stesse, anche durante e dopo un cancro, è uno dei percorsi più difficili che ogni donna debba affrontare, e ognuno lo fa a modo suo, esattamente come accade con le modalità con cui si sceglie di vivere la malattia, che sono tutte rispettabilissime. Uno dei temi più complessi, ad esempio, è quello della mastectomia, su cui il pensiero tende a dividersi in base a una propria percezione personale di femminilità e all’importanza che viene associata rispetto all’avere o non avere il seno.

Tu, Isabella, che hai affrontato una mastectomia bilaterale, in che posizione ti poni rispetto a questo discorso?

La reazione varia da donna a donna, una donna più forte e sicura di sé può pensare che non sia necessario avere delle mammelle per sentirsi femminile, una donna più sensibile invece potrebbe viverla come una vergogna. Non mi sento assolutamente di dire frasi banali come ‘la bellezza non la fa un seno’, perché sarebbe mancare di rispetto a chi questa situazione la sta vivendo con più difficoltà. Per fortuna gli ospedali offrono sempre tutto il supporto psicologico necessario per affrontare questi momenti.

Dalle parole, e dai disegni di Isabella, si evince una forza incredibile; al punto che ci viene spontaneo domandarle se non abbia mai vissuto un solo momento di sconforto in tutto il suo doloroso percorso.

Certo che ho avuto momenti di sconforto, neanche pochi! Soprattutto il primo paio di mesi perché per me era tutto nuovo: ho affrontato la prima chemio, la perdita dei capelli, la leucopenia (perdita dei globuli bianchi) che mi ha fatto passare un’intera settimana chiusa in camera mia con una mascherina in faccia, code interminabili in ospedale e un sacco di altri fastidi… Cose che purtroppo passano tutte le persone che si trovano ad affrontare questo male. La cosa più importante è cercare di superare le difficoltà, o quantomeno metterle da parte.

Isabella ha cominciato subito la chemioterapia, con una terapia di sette mesi che ha permesso di ridurre il tumore da 6,5 centimetri a 0,4. Un test genetico, inoltre, le ha rivelato di avere la mutazione BRCA1, responsabile di un’elevata percentuale di tumori molto aggressivi al seno e all’ovaio. La sensibilizzazione rispetto all’importanza fondamentale della prevenzione, degli screening e dei test periodici è uno dei temi in cui Isabella crede di più.

Ci sono molte campagne di prevenzione, le associazioni lavorano in ogni angolo d’Italia per diffondere conoscenza e invitare alla prevenzione. Confido nella scienza sperando che continui a trovare cure sempre più efficaci e meno invasive per tutti i tipi di tumore. Il triplo negativo che ho affrontato io è per varie persone ancora difficile da curare, quindi è bene essere informati il più possibile.

Naturalmente, le sue strisce non sono un modo per dire “ridetene, il cancro si cura”, ma solo un tentativo di dare forza, coraggio e, perché no, anche di strappare un sorriso a chi ha lottato o lotta contro la malattia, e a chi invece la vive solo come una remota possibilità incapace di toccarla.

Per questo, spiega Isabella, il vero scopo di Triplo Guaio è

… Condividere quella che è stata la mia personale esperienza, la mia difesa per affrontare lo stress è stata il disegno e l’ironia. Naturalmente non è detto che ciò che ha aiutato me aiuti anche tutti gli altri, però molte donne mi scrivono giornalmente dicendo di rivedersi nelle mie strisce e di essere riuscite a farsi una risata. Per me questa è la gioia più grande.

 

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